Le tradizioni mattinatesi nelle feste d’Ognissanti e dei Defunti

L’àneme i murt! E ndla sacchett che purt?

Le feste d’Ognissanti e dei Defunti segnano l’inizio dell’autunno-inverno, e quindi della stagione fredda.

Il 1° novembre, qualche tempo fa, alcuni bambini e ragazzi visitavano a gruppetti le case dei parenti ed amici, dicendo: “L’àneme i murt (Le anime dei morti)“; cui si rispondeva: “E ndla sacchett che purt? (E nella taschetta che porti?)“; e ricevevano castagne, mandorle, fichi secchi, ecc.

Oggi giorno questa tradizione è tenuta ben viva, solo che ad effettuare la gioiosa “cerca” sono tanti vivacissimi bambini che nei due giorni si divertono a scampanellare quante più case possibili recando in mano sacchetti stracolmi. Ovviamente anche i doni sono diversi, e le buste sono ben colme di caramelle, cioccolate, brioche e tanti dolcetti…

La notte precedente il due novembre, nelle case si usava, e si usa ancora, preparare e predisporre il tavolo con pane, acqua, filo, cero, ecc…, si crede che in questa notte i morti escano dai loro simulacri per visitare le proprie dimore ed i rispettivi parenti; e si vuole, pure, che si soffermino a mangiare presso il desco che per loro si è preparato.

E la presenza dei morti, presso le case o vicino ai familiari, perdura per tutta la festività natalizia, per allontanarsi, poi, nel giorno dell’Epifania.

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