“Lu tìmbe de l’aulive”: un disco che raccoglie i più significativi brani della tradizione popolare garganica ed in particolare di Mattinata

Il tempo, come in un fiume carsico, si è diluito, tra gli anfratti della storia, per restituire all’attualità la memoria che ricapitola emozioni, relazioni sociali, gioie e sofferenze di un popolo.

Ne dà contezza, il Centro arti e tradizioni popolari di Lorenzo Vaira, voce e chitarra battente, che ha realizzato un disco che raccoglie i più significativi brani della tradizione popolare garganica; in particolare, di Mattinata.

Si tratta di canti, stornelli e tarantelle e, addirittura, di una registrazione storica del 1966 del compianto Michele Ciccone, insigne cantore ed interprete del folclore mattinatese, che per decenni ha animato le manifestazioni del carnevale.

È un volto indimenticabile che merita di essere ricordato per la sua possente voce, il ritmo che imprimeva alle nacchere e per i costumi che facevano riscoprire fedelmente i lavori e gli usi della società, ormai presente soltanto nei racconti dei più anziani.

Nei primi 11 brani, appartenenti al repertorio dei Cacchiungidde di Nicola Mantuano, deceduto 2001, vengono sostanzialmente valorizzati i canti della tradizione popolare di Mattinata che appaiono distanti da quelli di Monte Sant’Angelo, conferendo agli stessi una singolare originalità, di cui le voci di Lorenzo Vaira e di Francesca Bisceglia rievocano la bellezza del bel canto con una forza espressiva capace di rappresentare i momenti d’amore degli innamorati e la quotidianità della gente.

Il disco contiene anche brani registrati, negli anni ‘90, dei cantori di Mattinata, Luigi Ciliberti, deceduto nel 2019, di Raffaele Silvestri, deceduto 2015, e di Domenico Guerra che costituiscono una vera e propria tessitura poetica di un mondo, ormai superato dalla contemporaneità, che rivive attraverso voci che penetrano il cuore degli ascoltatori.

Ora, quella tradizione resta affidata unicamente all’ultimo cantore di Mattinata Domenico Guerra: una voce ancora oggi ineguagliata per intensità e timbro.

Un disco dunque che è un “unicum“ di canti e di voci diverse, perché ripercorre un periodo storico, in cui la comunità è stata attraversata da cambiamenti che la tradizione popolare si è incaricata di rappresentare.

Si potrebbe finanche affermare che l’impegno profuso è una pietra miliare nella ricerca storica in cui fatica e determinazione sono gli ingredienti essenziali per proseguire verso mete ancora più ambiziose.

I canti con i musicisti, Vincenzo Trotta alla fisarmonica, Bernardo Bisceglia al mandolino e Biagio Vaira al basso, sono una parte consistente della storia della comunità che entra nelle case dei mattinatesi per mantenere viva la tradizione.

Non un disco contenente esclusivamente canti dell’autore ovvero interpretati dallo stesso, ma una raccolta che ha avuto il pregio di tratteggiare i diversi contesti in cui sono maturati i canti : all’aperto o all’osteria , esaltando voci che la storia avrà cura di stabilire la verità sul valore artistico di questi cantori.

Può, quindi, a ragione, ritenersi che questo disco possa essere annoverato tra i riferimenti della cultura della tradizione popolare mattinatese, le cui radici oggi appaiono più chiare.

Una sfida vinta quella di Lorenzo Vaira!