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- 15 Ottobre 2024
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Anche Michele Placido alla presentazione del libro di Berardino Arena
Michele Placido non si è proprio annoiato alla presentazione del volume “Silenzio, si gira!”. L’autore Berardino Arena lo ha invitato a Mattinata per questo suo ultimo lavoro ed il famoso attore e celebrato regista si è immedesimato nel clima del libro, entusiasmando un pubblico numeroso.
“Si potrebbe utilizzare la storia di questa concorrenza tra i due cinema di Mattinata per raccontare la vita di un paese del sud”: così ha commentato un divertito Placido. Il volume di Arena, avvocato con il gusto della narrazione, è pubblicato dall’editore Basso e ha la prefazione del prefetto Michele di Bari. Il libro come spaccato di vita in uno dei tanti paesini del Gargano, o anche, come ha sottolineato Placido, del suo Subappennino dauno.
A Mattinata, “le emozioni della magia del cinema” sono iniziate nel 1946 con l’apertura del “Cinema Frattaruolo”. Ma il monopolio si conclude nel 1953 con la nascita del “Cinema Moderno”, che sopravviverà al primo. Questa concorrenza, scherzosamente definita “spietata” e durata tanti anni, “se non aveva portato vantaggio alla loro economia, era però, valsa ad arricchire culturalmente i mattinatesi che scoprirono così il mondo attraverso lo schermo cinematografico”. Alla presentazione hanno preso parte il sindaco Roberto Prencipe, che ha annunciato la realizzazione del teatro comunale ed il consigliere regionale Giandiego Gatta, qui a Mattinata di casa. Il volume non ha la pretesa di essere la storia del cinema, anche se vi è una rievocazione, a grandi linee, della filmografia italiana e straniera più importante di quegli anni, “ma piuttosto – scrive Arena – il ricordo e la rivisitazione dei film di quell’epoca da noi visti proiettati in quelle sale, intrecciati di fatti, aneddoti, usanze e costumi del nostro paese”.
Dagli inizi dell’outsider Matteo Frattaruolo, che trasforma un vecchio forno in sala cinematografica, all’apertura del secondo cinema, il “Moderno”, con la sua donna manager Antonia Lapomarda, agli anni settanta che segnano anche la fine di questa “piccola grande storia di una comunità attraverso il cinema”.