”Si e’ creato un sostanziale equilibrio con l’ambiente e l’impatto dell’attivita’ e’ del tutto eco-sostenibile”

All’interrogazione presentata al ministro dal sen. Pellegrini risponde la Maricoltura Mattinatese che pure si rivolge al ministro Centinaio con una sua lettera

“Se dopo circa trent’anni l’attività continua ad avere questi risultati significa che s’è creato un sostanziale equilibrio con l’ambiente e che l’impatto dell’attività è del tutto eco-sostenibile”.  All’interrogazione presentata al ministro dal sen. Pellegrini risponde la Maricoltura Mattinatese che pure si rivolge al ministro Centinaio con una sua lettera. “Al netto di alcune inesattezze riportate nell’interrogazione, frutto sicuramente di notizie imprecise ricevute, la cooperativa apprezza l’iniziativa, nell’auspicio che essa possa essere una buona occasione perché la politica, il Parlamento ed il Governo discutano della pescicoltura italiana in mare aperto, sia per quanto riguarda l’impatto di questa attività sull’ambiente”.

L’impianto di Mattinata, nato i primi anni ’90, scrive Luca Notarangelo, presidente della Maricoltura Mattinatese, “è stato il primo realizzato in mare aperto in Italia. Il prodotto allevato e commercializzato è rinomato in tutto il Paese per la sua eccelsa qualità. Questo grazie alle consolidate tecniche produttive, al rispetto delle norme sul benessere animale ed alla salubrità del sito produttivo. Dai numerosi campionamenti di prodotto fatto dall’autorità sanitaria, sia in azienda che sui mercati, non sono state mai riscontrate tracce di antibiotici. Il prodotto di Mattinata è apprezzato dai consumatori anche e soprattutto perché è antibiotico free. Svolgere un’attività zootecnica, quale è quella di pescicoltura, senza l’impiego di antibiotici è la dimostrazione che le acque hanno conservato le loro caratteristiche di salubrità. I pesci sono le vere sentinelle del mare. Bastano queste semplici considerazioni per dimostrare l’assoluta eco-sostenibilità dell’attività di Maricoltura in questione. Ma questo è dimostrato anche da un’attività di autocontrollo svolta dalla Cooperativa con cadenze periodiche con il sostegno di un laboratorio ambientale. Tutti i risultati delle analisi dimostrano che i parametri più significativi considerati, sia dei fondali che delle acque, sono rimasti sostanzialmente invariati. Nonostante questi risultati l’azienda è continuamente impegnata ad utilizzare le tecniche più innovative per ridurre sempre di più l’impatto sull’ambiente. Nella convinzione che la qualità dell’ambiente è il presupposto principale perché l’attività di pescicoltura abbia continuità nel futuro”.

Nell’interrogazione si fa riferimento a dei risultati di analisi fatti dall’ARPA nel nel 2016 i quali dimostrano una bassa qualità delle acque nel tratto di Mare Mattinata – Manfredonia: “Non conosciamo questi risultati ma dobbiamo evidenziare che la nostra attività è svolta nell’altro versante, nel tratto di mare Mattinata-Vieste, al largo della baia di Mattinatella”. Per quanto riguarda le indagini in corso dell’autorità giudiziaria, “è doveroso evidenziare che le gabbie di pescicoltura riscontrate nel porticciolo non stanno li per svolgere l’attività come è facilmente intuibile. E’ semplicemente assurdo pensare che nel porto si possano allevare i pesci, in particolare dopo quanto su esposto. Esse sono state messe provvisoriamente nel porto, in attesa di essere riparate, perché danneggiate in occasione di una eccezionale mareggiata verificatesi nel paraggio a fine ottobre 2018. Tale evento calamitoso ha provocato danni alle strutture ed al prodotto per circa 400 mila euro, senza alcun intervento dello Stato o della Regione. E’ facilmente comprensibile che l’alternativa a quel tipo di sistemazione era lasciarle alla deriva”. Per quanto riguarda lo scarico industriale, “non sappiamo ancora di cosa si tratta perché non c’è  nessun referto. Tutto può essere addebitato alla cooperativa ma non scarichi industriali a mare”. A proposito poi “dei rifiuti contestati molti sono pezzi delle strutture produttive danneggiate in occasione della precitata mareggiata che erano in attesa di essere smaltiti tramite la ditta specializzata. Non abbiamo fatto in tempo a farlo ed adesso lo faremo appena l’autorità giudiziaria lo consentirà, speriamo il prima possibile considerato che ormai siamo in piena estate”.

Comunque, a proposito dei reati contestati dall’autorità marittima è assolutamente urgente che il Parlamento ed il Governo facciano una verifica sull’applicazione delle norme del codice della navigazione, sia per dare un minimo di serenità agli operatori, ne hanno bisogno, che evitare tanta attività agli uffici giudiziari. Cosa centra l’occupazione abusiva del demanio marittimo, sanzionata dal codice della navigazione per l’ubicazione di un oggetto in un’area regolarmente in concessione? Anche se l’oggetto risulta inopportunamente ubicato può essere sanzionato come occupazione abusiva?”. Più in generale, la cooperativa fa notare che “qualsiasi operatore economico ritiene che la sua attività sia strategica per il Paese. Senza peccare di presunzioni settoriali riteniamo, però, che il fatto che l’Italia, quasi del tutto immersa nel mare, debba importare circa l’80% del pesce allevato che consuma abbia qualche rilevanza. Il fatto che questo trend sia rimasto praticamente invariato negli ultimi anni, nonostante tutti i programmi d’investimento con i fondi nazionali e comunitari, debba far riflettere. L’altro aspetto poco piacevole è che sono sempre in aumento gli operatori italiani che hanno avviato questa attività all’estero. In pochi anni diversi Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con km di costa nettamente inferiori a quelli dell’Italia, hanno superato la produzione italiana esportando nel nostro paese facendoci concorrenza. Quindi ben venga un interessamento dei Parlamentari a questo settore”

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