Quella proprieta’ terriera donata al cardinale Ruffo da Ferdinando di Borbone

Il nuovo libro dello storico Michele Tranasi

”Dal Cardinale Fabrizio Ruffo a Francesco Paolo Troiano – Storia di una grande proprietà terriera”.

E’ il titolo dell’ultimo libro dello studioso Michele Tranasi, pubblicato dalle edizioni Giuseppe Laterza. In questo volume viene ricostruita la storia della proprietà fondiaria costituitasi nelle mani del cardinale Ruffo a seguito della donazione di re Ferdinando I dek 1819. L’autore traccia un quadro delle vicende attraverso le quali essa è passata nel corso dei decenni successivi, soffermandosi in modo particolare sulla lunga controversia che ha visto protagonisti gli eredi del porporato, il principe di Sant’Antimo, prima, e quello di Motta e Bagnara, poi, e dall’altra parte, il Comune di Monte Sant.’Angelo e il Demanio dello Stato.

 

Un discorso che investe direttamente non soltanto le istituzioni, ma anche quelle centinaia di contadini che vivevano su quelle terre, a cui erano legati con contratti di colonia. Con il passaggio di quel vasto possedimento a Francesco Paolo Troiano si è aperto u nuovo capitolo, che in parte non si è ancora chiuso, non fosse altro perchè di tutte quelle terre lo stesso è ancora l’intestatario, come sanno i tanti che al momento del rogito notarile vedono apparire molto spesso negli atti il nome di Troiano.

A poco più di vent’anni dalla sua prima pubblicazione, “Dalla Proprietà Comune alla Proprietà Privata – Monte Sant’Angelo 1806-1860”, nella quale un qualche rilievo assumeva la donazione del re borbonico al cardinale Ruffo allo storico Michele Tranasi è parso doveroso “ritornare sull’argomento con un lavoro monografico”.

“La donazione del 1819 -sottolinea Tranasi- costituisce un capitolo importante, ancorchè del tutto trascurato dagli studiosi, della storia di Monte Sant’Angelo, per i riflessi innegabili che essa ha avuto sulla vita reale di una fetta importante di popolazione, ma anche sulla politica e sulle istituzioni locali, per almeno un secolo e mezzo”. L’indagine, oltre a rivisitare la donazione e la causa, entra anche nel merito delle vicende legate a quel possedimento, come il diritto di colonia, la commutazione del canone colonico, la ricognizione del diritto efiteutico, l’iscrizione d’ipoteca, l’affrancazione del canone, ecc. La vicenda di questa grande proprietà terriera si chiuse con l’affrancazione dei canoni enfiteutici da parte dei coloni, avvenuta negli anni Settanta del ventesimo secolo. Per certi aspetti, però, essa rimane ancora aperta, non fosse altro perchè tutte le particelle catastali del possedimento risultavano essere, a leggere gli atti notarili, di proprietà di Francesco Paolo Troiano, cioè dei suoi eredi. E tali lo sono ancora. La ricostruzione minuziosa dei fatti si basa su testimonianze e documenti spesso illuminati, tratti dalle sentenze giudiziarie, dai resoconti delle aule dei tribunali, dalle fonti padronali e dalla congerie di informazioni fornite dalle amministrazioni pubbliche e dalla pubblicistica delle diverse epoche.

Francesco Bisceglia
La Gazzetta del Mezzogiorno
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