La morte del professor don Cleto Corrain

Studià le caratteristiche antropologiche dei “Matinates”

Come annunciato dal quotidiano Il Gazzettino, organo di informazione del nordñest, sabato 17 febbraio u.s. si è spento all’età di 86 anni Mons. Corrain, don Cleto per gli amici, il famoso antropologo nonchè cattedratico emerito dell’Università di Padova che negli anni 50-60 aveva concentrato l’interesse dei suoi studi sulle antiche popolazioni che abitarono il Gargano a partire dalla Proto-storia, con particolare attenzione agli indigeni matini o matinates e all’insediamento individuato sulle alture di Monte Saraceno.

Attirato dalle preziose indicazioni fornite dal dott. Matteo Sansone, lo speziale, si trovò a condividere l’esperienza con altrettanti famosi archeologi che in quel periodo avevano circoscritto la loro ricerca su Monte Saraceno: da Silvio Ferri, a Ferrante Rittatore von Willer, a Raffaello Battaglia, ciascuno interessato al proprio ambito specialistico (stele e segnacoli, sepolture, ecc.).

Con il giovane prof. Vincenzo Fusco, che stava approfondendo lo studio del materiale osteologico, Corrain diede il meglio di sè nella anamnesi delle caratteristiche antropologiche degli antichi abitatori di Monte Saraceno, fornendoci una dettagliata ricostruzione del loro stile di vita quotidiana, della loro propensione al vivere in pace, dei loro costumi, delle loro abitudini alimentari.
Proprio con Vincenzo Fusco e con la dott.ssa Maria Luisa Nava relazionò a Mattinata nel corso di un convegno ìMonte Saraceno: ricerche e studi dal 1950 ad oggiî organizzato dall’Amministrazione Comunale guidata all’epoca da Peppino Argentieri il 18 settembre 1983, e moderato dal dott. Sansone.

Numerose le pubblicazioni inerenti il territorio mattinatese. Di seguito ne citiamo qualcuna.

Nel 1958-1959, con Ferrante Rittatore e Vincenzo Fusco delle Università di Padova, Roma e Milano, pubblica ìLa necropoli dell’età del ferro di Monte Saraceno e le sue scultureî in Sibrium: collana di studi e documentazione edizioni Centro di studi preistorici ed archeologici di Varese.

Nel 1959 con gli stessi autori dà alle stampe ìMonte Saraceno: comune di Mattinataî in Rivista di Scienze preistoriche, editore Spinelli di Firenze.

Nel 1961 e nel 1965 scrive ìLa necropoli di Monte Saracenoî per Il Gargano, rivista per la quale anche Silvio Ferri scriverà ìMonte Saracenoî nel 1965.

Nel 1964 con Pia Gallo, pubblica ìAntiche necropoli del Gargano orientale: la singolare durata di un tipo di sepolturaî in La ricerca scientifica: rendiconti. Roma: Consiglio Nazionale delle ricerche (CNR).

Nel 1965 il medesimo autore, con Giuseppina Nalin, pubblica ìResti scheletrici umani della necropoli protostorica di Monte Saraceno presso Mattinata: Garganoî in Atti della 10™ riunione scientifica in memoria di Francesco Zorzi. Edizioni Valdonega per l’Istituto Italiano di preistoria e protostoria. Museo civico di Storia Naturale di Verona.

Con la scomparsa del prof. Cleto Corrain, con Silvio Ferri forse il più assiduo frequentatore della necropoli-santuario di Monte Saraceno nonchè estimatore e sodale del farmacista don Matteo Sansone, viene a mancare, esattamente a due mesi di distanza dalla scomparsa dell’architetto Fabrizio Giovenale, un altro accademico che ha dato lustro a questa piccola parte di mondo chiamata Mattinata.

Antonio Latino
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