Il ricordo di Don Peppino Prencipe, sacerdote di grande umanità
- 14 Ottobre 2024
Molto amato dalle comunità di Mattinata e dalla frazione di "Macchia", esempio di dedizione e impegno sociale
L’appassionato cultore di tradizioni locali tratta nel suo ultimo lavoro l ‘ambiguo mondo della ritualità magica, della medicina e della religiosità nella tradizione popolare garganica
“Oglio di Cranio Umano” è l’inquietante e intrigante titolo del volume. Esso allude all’ambiguo mondo della ritualità magica che con la medicina e la religiosità nella tradizione popolare garganica sono la materia dell’interessante lavoro di Michele De Filippo, appassionato cultore di tradizioni garganiche e già autore dei due volumi dell’opera “Società e Folclore sul Gargano”.
Per De Filippo il Gargano è un’isola culturale nella quale le radici della tradizione sono ancora ben salde e danno vita a riti e pratiche magico – religiose altrove improponibili. Nella presentazione Anna Maria Tripputi, docente nell’Università di Bari di Storia delle tradizioni popolari, svela il titolo: “tratto da un antico “ricettario”, come i manuali di pratiche terapeutiche venivano chiamati, questo a dir poco strano elemento, l’infuso in spirito di vino di polvere del cranio di un uomo morto di morte violenta, serviva a curare mirabilmente il mal caduco”.
Il lavoro, pubblicato da “Claudio Grenzi Editore”, è unico nel suo genere per mole documentaria e copre un vuoto esistente nella ricerca antropologica pugliese. Condotto secondo i nuovi indirizzi metodologici, consente di mettere a nudo, con la massima fedeltà documentaria il vasto mondo delle credenze e delle pratiche terapeutiche del territorio garganico in un arco di tempo abbastanza ampio e giunge fino ai giorni nostri. Il libro è frutto di un rilevamento sul campo, condotto con l’ausilio di numerose fonti orali di tutti centri del Gargano i cui risultati, correlati con le fonti documentarie e letterarie degli ultimi tre secoli, aprono un inquietante scenario.
Credenze e superstizioni, medicina popolare e magia cerimoniale si intrecciano in un territorio aspro ed ostile. Dalla lettura comparata dei testi e delle fonti orali emergono le virtù terapeutiche dell’ asparago selvatico e del pino, dell’ erba paglionica, della marruggine, della parietaria che, usate sotto forma di infusi, decotti o cataplasmi, a seconda dei casi, curavano la malaria e la ritenzione idrica, le malattie della pelle e le affezioni reumatiche, perfino gli avvelenamenti. Questo è il viaggio affascinante che De Filippo propone nel volume, un viaggio alla ricerca delle dinamiche culturali che portano un guaritore a segnare con l’olio benedetto la fronte di un asino per liberarlo dal malocchio o una puerpera che soffre di agalassia a mangiare il pancotto, ritenuto cibo benefico per la discesa del latte.