Com’è difficile “prendere il largo”

Riceviamo e proponiamo una lettera inviataci da una nostra concittadina, Fidelia Clemente. Qualche tempo fa Fidelia ha rivolto un proprio pensiero a Don Oreste Benzi, il sacerdote riminese, deceduto improvvisamente la notte del 2 novembre all’età di 82 anni, che si è battuto contro l’emarginazione e l’esclusione sociale costruendo accoglienza e giustizia. Fondatore e responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII, presente in tutte le regioni d’Italia e in 17 paesi del mondo, Don Oreste molto compiaciuto dalla missiva ricevuta da Fidelia, ha deciso di pubblicarla sul numero di ottobre di Sempre, il mensile curato dai giovani della sua Comunità e da lui stesso diretto.

Caro don Oreste,
mi chiamo Fidelia, sono una ragazza diversamente abile di 27 anni della provincia di Foggia (Mattinata). Ho frequentato diversi campi di condivisione della tua comunità dove ho fatto nuove amicizie e ho condiviso sensazioni ed emozioni diverse. Quest’anno sono stata in una casa famiglia di Bologna per 15 giorni dove mi sono trovata benissimo e a mio agio. La signora Luisa è bravissima e amata da tutti.
Il tema del campo estivo di quest’anno tenuto a San Foca (partecipanti zona Puglia, zona Ferrara ed altre zone) era Coraggio prendi il largo!. Cioè: imparare a governare la nave dove ci sono correnti forti e deboli, vivendo insieme e formando una grande famiglia ricca di felicità e voglia di vivere.
Ma tutto questo non c’è nella vita quotidiana: c’è molta indifferenza, esclusione, pregiudizi… Ti fanno sentire diversa dalla società e da tutto quello che ci circonda. Prendere il largo perciò con queste condizioni ambientali è molto difficile, se non impossibile. Anche le imbarcazioni buone temono di prendere il largo con le condizioni ambientali proibitive, e rimangono saldamente legate al loro porto (la famiglia, gli amici, ecc. Quando esistono, altrimenti vanno in depressione).
Anche se ho un carattere forte ho paura di prendere il largo nelle mie condizioni è sto cercando altri mari, più calmi e più navigabili (Bologna? Rimini?) dove è molto più diffusa la cultura dell’accoglienza e dell’assistenza, del rispetto della diversità.

Fidelia

Le belle esperienze di comunione profonda che hai vissuto sono uno splendido dono di Dio. Tu però mi dici che ci sono mari nei quali non si può prendere il largo perchè non navigabili. Voglio indicarti un modo di navigare che ti permetterà di affrontare mari in forte tempesta anche con la stella polare nascosta dalle nubi, con la bussola che non funziona, con il faro del porto spento. Qual’è questa via così rivoluzionaria? Un giorno uno scriba, dopo aver ascoltato la predicazione di Gesù, andò da lui e gli disse: “Maestro, io verrò in qualunque posto tu andrai“. Gesù gli rispose: “Vieni, però sappi che questa sera io non ho un posto dove andare a dormire“.
E io interpreto così la risposta dello scriba: “Maestro, io non chiedo di venire nella tua casa, ma di vivere la vita che tu vivi, anche se tu dormi sotto le stelle“. Scegli anche tu, Fidelia, di stare con Gesù per vivere la tua vita conforme alla Sua. Lui ti dice: “Vivendo con me incontrerai la grinta del mare tempestoso“. E tu risponderai: “Io ho scelto di vivere con te anche nella tempesta, di essere con te del tutto, per sempre e ovunque!“.
Prova e vedrai: vivrai un’avventura affascinante!

Don Oreste Benzi