Benigni, stadio incantato per lui

Standing ovation per il suo show. Da Berlusconi a Paolo e Francesca

E’ finita con una standing ovation: tutti in piedi allo stadio ´Zaccheriaª, rapiti dalla voce e dall’afflato di ´Robertaccioª.
Già, proprio lui, Roberto Benigni, che per due ore intere ha calamitato gli oltre quattromila spettatori del ´Tutto Danteª foggiano.
Foggiano in… tutti i sensi, vista la Madonna dell’Incoronata invocata a più riprese dal comico toscano e non solo: hanno stupito e divertito i suoi ´Che ce’ stèce!ª, i riferimenti precisi e informati a luoghi della città in cui il genio de ´La vita è bellaª, ´Pinocchioª e tanti altri bellissimi film, ha collocato personaggi della scena e della cronaca nazionale, da Luxuria a Sircana.

E poi gli immancabili Berlusconi, D’Alema, Corona, i tanti protagonisti del circo mediatico rivoltati e riletti negli aspetti più umani e paradossali.
Ed ecco votazioni parlamentari pilotate da… polvere bianca, improbabili amori fra politici (un certo Clemente M. e Rosy Bindi sorpresi dai paparazzi ad attaccare lucchetti a Ponte Milvio), di tutto di più in un crescendo di divertimento e iperboli.

Senza tirare mai il fiato, concedendosi soltanto un sorso d’acqua, Benigni ha fatto lo slalom fra i vizi del Belpaese, giocando con le parole, smontando anche battute e luoghi comuni per strappare un sussulto in più.
E gli applausi sono scrosciati a cascate, con spettatori esaltati, incapaci di trattenersi dallo scattare foto con telefonini e macchinette digitali.

Fra loro amministratori, politici, autorità, anche l’arcivescovo Francesco Pio Tamburrino: la comicità intelligente di Benigni ha contagiato tutti e poi, con una sapiente digressione sull’arte e la cultura italica, l’attore ha introdotto la ´Divina Commediaª.
Dante l’ha scritta per raggiungere la donna amata, ha spiegato Benigni, perchè nei suoi occhi ha visto la scintilla divina, perchè il sommo poeta è, per Benigni, uno di quegli scienziati ´che hanno inventato i sentimenti che non sapevamo esistessero prima di loroª.
E prima di questi ´scienziatiª, soltanto la Madonna e Gesù avevano saputo cambiare il mondo, l’uno con il senso della pietà, l’altra con il suo ´sìª a diventare la madre del Signore.

Toni di profondo lirismo quelli toccati di Benigni, culminati nell’esegesi (a suo modo) e nella lettura ispirata del canto V dell’Inferno, quello di Paolo e Francesca.
A margine della serata, il brutto episodio del danneggiamento di un’auto dello staff, che ha ritardato la partenza di Benigni.

Tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno
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