WiMan conquista tutti, dal Gargano a Parigi

Massimo Ciuffreda e Michele di Mauro sono partiti da Mattinata per realizzare il loro sogno: WiMan, che permette di autentificarsi rapidamente sul web

La riscossa del wifi italiano parte dalla Puglia. Anche se adesso la base di Massimo Ciuffreda, 32 anni, e Michele di Mauro, 30, è a Bologna. Ma il sogno di una grande rete internet senza fili e social è nato a Mattinata, sul Gargano, qualche anno fa.

Si chiama WiMan e all’ultima edizione di LeWeb, a Parigi, è entrata fra le sedici finaliste. Come se il Mattinata fosse entrato negli ottavi di Champions League.

Come vi siete conosciuti?

“Il paese è piccolo, a Mattinata ci si conosce tutti”.

Cosa volevate fare da piccoli?

“Qualcosa che avesse a che fare con l’elettronica, visto che stavamo tutto il tempo a giocare con computer e console”.

Quando vi viene l’idea del wifi facile per tutti?

“Era il 2008, c’era ancora la legge Pisanu con tutte quelle norme che rendevano difficile autenticarsi. Noi abbiamo creato un modello per un hotspot classico e facevamo abbonamenti. Una cosa piccola”.

Poi che è successo?

“Nel 2010 la Pisanu è stata in parte cancellata e c’è venuta voglia di fare una rete wifi che coprisse tutto il Gargano. In Puglia il digital divide è una cosa seria e i turisti ne sanno qualcosa. Ma con il progetto fatto ci siamo accorti che partendo da zero ci voleva più di un milione di euro”.

Mica vi sarete arresi per cosi poco?

“Infatti no. Abbiamo rifletutto sul fatto che la rete internet con un adsl c’era già, in molti locali. E quindi il nostro compito doveva essere solo aiutare i gestori dei locali a condividere la rete attraverso un hotspot facile. Il nostro router, che chiunque può comprare online a 79 euro, in 5 minuti è pronto. Rimane il problema della autenticazione”.

I problemi sono la molla dell’innovazione.
“Infatti. Nessuno vuole dare documenti, carta di credito o numero di telefono per navigare. E allora ci siamo detti: qual è il sistema più facile per dare le proprie credenziali? Facebook Login, ovvero usare i dati che già diamo a Facebook. Basta un clic e sei online”.

Detta così è una cosa che potrebbero fare tutti.
“In effetti non abbiamo inventato nulla, abbiamo solo combinato i pezzi che c’erano in modo diverso. E siamo partiti prima degli altri”.

Funziona?

“Abbiamo 400 hotspot in tutta Italia, 150 sono in fase di attivazione. Sulla nostra rete sono state effettuate 170 mila connessioni da trentamila utenti. Sì, diciamo che funziona”.

Avete avuto finanziamenti? Dove avete trovato i soldi?

“Ci stiamo autofinanziando. Abbiamo investito tutto quello che abbiamo su questo progetto”.

Perché avete spostato gli uffici a Bologna?

“Dal Gargano era diventato complicato. Solo per andare a Milano ci volevano due giorni. Ma siamo legati alla Puglia”.

Il successo di LeWeb ha cambiato qualcosa?

“Sì, ci ha fatto conoscere all’estero. Per il nostro router abbiamo 150 richieste dal resto d’Europa”.

Fonte: LaRepubblica
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