Grande successo per la compagnia teatrale “L’Airone” con il “Malocchio” di Germano Benincaso

Anche quest’anno Matteo Guerra con Matteo Prencipe e Raffaele Falcone hanno recitato con valenti altri giovani

La compagnia teatrale "L'Airone"

È indubbio che uno dei tratti distintivi di una comunità è la sua intima forza culturale che consolida la sua identità e definisce i confini di appartenenza attraverso l’individuazione di elementi comuni che ne costituiscono l’architrave della sua anima.

Sono le caratteristiche che consentono di conoscere la propria storia e soprattutto di intravedere il proprio futuro.

In sintesi, la cultura come modello di aggregazione, dialogo, promozione umana per avvicinare le persone in un mondo “social“ in cui però l’uomo appare sempre più solo e chiuso in se stesso.

Si cercano allora gli antidoti per costruire una comunità che abbia un respiro lungo, un pensiero lungo, una prospettiva anch’essa lunga!

La compagnia teatrale l’Airone, ormai attiva da trentacinque anni, è un pilastro di quel volontariato culturale che ha saputo coinvolgere nelle innumerevoli “piece“ una vasta schiera di persone, tra cui anche i diversamente abili, per essere sentinelle del pensiero e solida risposta alle aspirazioni culturali della comunità.

Anche quest’anno Matteo Guerra con Matteo Prencipe e Raffaele Falcone, tra l’altro, fondatori della compagnia teatrale, hanno recitato con valenti altri giovani una arguta rappresentazione “Il Malocchio “ di Germano Benincaso.

Ancora una volta l’Airone ha indicato un percorso che va oltre la pura recitazione, seppure professionale e molto apprezzata, per coinvolgere i diversi segmenti di una popolazione che si mostra sempre più sensibile ed attenta ad ogni “performance“ in cui si scopre una moltitudine di talenti, soprattutto dei giovani, altrimenti destinato a restare nell’oblio.

È una sorta di “ablatio “, un togliere il superfluo ed il superficiale dalla vera natura di una comunità per restituirla alla sua dignità: una fatica che l’Airone persegue con impegno e responsabilità poiché non si tratta soltanto di una azione artistica quanto di entrare nella notte ed attendere l’aurora.

Si potrebbe dire che come Michelangelo vedeva già nella pietra che avrebbe scolpito l’immagine del volto levigato, togliendo il superfluo ed il superficiale “ablatio “, così l’Airone cerca di mettere in luce ciò che attendeva di essere liberato.

Ecco perché la rappresentazione del “Malocchio“, inserita nella rassegna teatrale da anni curata con sapienza da Matteo Sansone, fondatore nel 1987 del Gruppo Teatro “La Maschera “, resta una delle più adeguate risposte capaci di iniettare fermenti culturali dentro gli abitati.

Si tratta dunque di due esperimenti ben riusciti che hanno sfidato difficoltà e spesso incomprensioni, ma anche realizzato una proficua collaborazione in cui la parte più attrezzata culturalmente esprime la forza dello stare insieme, progettando un presente, spesso privato della memoria, in cui la storia si ricompone.

Ed il teatro in cui tutto ciò oggi si realizza, conserva l’impronta del compianto insegnante Nicola Mantuano, antesignano di questa spinta culturale.

Michele di Bari
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