Marilina Piemontese: i colori del Gargano e l’arte che unisce il Nord e il Sud
- 1 Dicembre 2024
Un vecchio motore trasformato in una scultura ispirata ai colori del Gargano e all’arte di Mondrian
E la vacanza dello zio Romano fa scoprire le radici locali dell’immobiliarista
Il cognome Ricucci che risuona da mesi nei telegiornali e nelle cronache della carta stampata sembrava solo una curiosa coincidenza col fatto che sul Gargano, tra Monte Sant’Angelo e Mattinata, alcune famiglie si chiamassero nello stesso modo.
Dapprima a tacitare un naturale desiderio di sapere di più erano bastati i resoconti giornalistici che, con accenti ora positivi ora più critici verso Stefano Ricucci, lo presentavano però tutti, invariabilmente, come ´imprenditore romanoª del mattone, figlio di un autista dell’Atac, l’azienda di trasporto della capitale, ora diventato famoso protagonista delle cronache finanziarie e anche di quelle rosa grazie ad Anna Falchi sposata a luglio scorso. Nei giorni scorsi però le vacanze a Mattinata di Romano Ricucci, fratello del papà di Stefano, hanno fatto riaprire nella piazza del centro garganico l’interesse per la questione.
Romano, al quale il nipote Stefano somiglia un bel po’, alla fine ha ammesso di essere lo zio del quarantatreenne al centro delle scalate finanziarie di questa estate e di essere ospite a Mattinata a casa di parenti, precisamente dello zio mattinatese Antonio, ora defunto. La voce a questo punto si è estesa e, grazie ad alcuni anziani, i più curiosi hanno potuto ricostruire la ´genealogia’ garganica della famiglia di Stefano Ricucci.
Così si è scoperto che San Cesario di Roma, il paese al cui nome vengono legate le origini, è stato solo l’approdo ultimo della famiglia Ricucci, che invece è garganica doc. Il montanaro, nel senso di cittadino di Monte, Matteo Ricucci, negli anni Venti lascia il capoluogo per trasferirsi nell’allora frazione di Mattinata, dove fa il falegname.
Dei suoi 3 figli, il già citato Antonio rimarrà stabilmente a Mattinata mentre il nonno di Stefano Ricucci, che di nome faceva Domenico, a Mattinata i più anziani lo ricordano da giovane, intento ad imparare il mestiere di calzolaio. In tempo di guerra, infatti, il nonno di Stefano Ricucci si trasferisce a Roma dove lavora come portalettere, legando da quel momento il destino della famiglia al Lazio.
E così Matteo, il papà di Stefano, si radica a San Cesario di Roma ed è tornato a Mattinata di rado, ma senza spezzare i legami con la terra d’origine della famiglia.
Ora i Ricucci che vivono a Mattinata, provocati a dire la loro sul ´romanoª Stefano, si limitano a ricordarne con affetto le visite a Mattinata di tanti anni fa e la passione per il lavoro a partire dalla sua prima attività di odontotecnico.