Spenta la voce del cantastorie

Addio a Matteo Salvatore, il “guascone triste” del folk garganico

La miseria, la sopraffazione dei ricchi sui poveri, ma anche la rassegnazione alle ingiustizie, la profonda conoscenza della vita di chi la vita l’ha vissuta con fatica: era questo e molto altro Matteo Salvatore, un eterno guascone dal sorriso triste, pronto a rianimarsi davanti a un microfono.

Da ieri mattina Matteo Salvatore non c’è più, se n’é andato dopo una vita avventurosa, cominciata nella povertà più nera ad Apricena, dove imparò la musica dal suonatore di violino Vincenzo Pizzicoli, un non vendente che Salvatore accompagnava durante le serenate. Ma tirare avanti in una famiglia numerosa era difficile e così Salvatore fece tanti altri mestieri, compreso il “banditore”, l’uomo che annunciava al “popolo de lu’ pajese” che cosa sarebbe accaduto durante la giornata. E la sagacia, la saggezza delle storie imparate e cantate nei vicoli garganici, Matteo Salvatore l’avrebbe trasportata nelle sue canzoni, ballate cantate con la voce querula, strimpellando quella chitarra che nel dopoguerra, insieme all’attività di posteggiatore presso i ristoranti, l’aiutò a sopravvivere.

Il successo arrivò negli anni Sessanta, quando incise la maggior parte dei suoi dischi, fra cui quel vero e proprio monumento del folk che è “Le quattro stagioni del Gargano“. L’omicidio della convivente Adriana, nel 1973 e i cinque anni di carcere successivi furono uno stop importante nella carriera del “cantastorie” del Gargano, che per il suo volto fiero e particolarissimo aveva recitato accanto a Yves Montand in “Uomini e lupi” di Giuseppe De Santis. Un titolo quasi profetico, per lui che nelle canzoni cantava la miseria, quella degli uomini e quella umana, fino ad esprimerne con la voce la sofferenza, ma era un vero lupo in quanto a fierezza del proprio mestiere, che aveva incantato nomi della folk internazionale come Eugenio Bennato e Teresa De Sio. Entrambi lo consideravano, insieme ai Cantori di Carpino, la vera fonte del folk garganico e proprio con la De Sio ed i Cantori, non più tardi di un anno fa, Matteo Salvatore aveva incendiato le platee giovanili più esigenti della penisola (fra cui il Leoncavallo di Milano) con il musical folk “Craj” (domani), scritto da Teresa De Sio con Giovanni Lindo Ferretti.

La salute di Matteo Salvatore era da tempo malferma, negli anni scorsi aveva anche reclamato una sistemazione abitativa che gli consentisse di convivere meglio con gli acciacchi, ma nonostante una sorta di passaparola su internet, non se n’era fatto niente, perchè l’artista e il suo agente Angelo Cavallo temevano che mostrarsi debole avrebbe danneggiato la carriera di Matteo. E Salvatore aveva molti concerti fissati anche per questa estate. L’ultima grande performace a Foggia il 26 novembre scorso, all’Ariston, nel concertone organizzato per i suoi 50 anni di attività: a festeggiarlo, con Teresa De Sio, anche Vinicio Capossela, che duettò e scherzò a lungo con lui.

Da La Gazzetta del Mezzogiorno
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