Risveglio ambientalista

Quando ognuno cerca di portare acqua al proprio mulino (a vento?)

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta a firma di Antonio Latino.

Da qualche settimana assistiamo, alquanto stupiti, ad una improvvisa fibrillazione sul fronte ambientalista, a tutti i livelli, dalle pagine di questo sito, ma è logico supporre che le notizie cui facciamo riferimento, trovino sufficiente eco anche presso altri organi di informazione operanti in provincia e regione.
Vista la quantità e la qualità dei contributi, proviamo a sintetizzare soprattutto per riordinare le idee e proporre un filo conduttore, anche perchè il tutto è riconducibile ad un unico nobile intento: la tutela e la salvaguardia del nostro territorio.

Partiamo dal plauso dato, per conto del Presidente Gatta, dall’ufficio stampa dell’Ente Parco del Gargano ad una operazione dei Carabinieri che ha sventato lo scempio che si stava ponendo in essere nei boschi mattinatesi, omettendo di specificare che l’oggetto del plauso deriva da illecite occupazioni del pubblico demanio perpetuate, tacitamente, a seguire durante le amministrazioni Piemontese B., Piemontese G., Iannotta 1 e Iannotta 2 (praticamente da circa 12 anni in qua).
Quasi a solennizzare l’evento si annuncia l’assegnazione del Premio Un bosco per Kioto 2006 da parte dell’Accademia Kronos all’Ente Parco del Gargano, consegnato poi il 15 dicembre dal Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio proprio all’avv. Giandiego Gatta).

Passa solo qualche giorno e Lipu e WWF (sezioni di Foggia) nel Dossier Emergenza Gargano tornano ampiamente ad occuparsi delle violazioni all’interno del Parco dando particolare rilievo ai tagli abusivi di ettari di bosco e alle colate di cemento a ridosso della Valle della Vecchia, omettendo, distrazione non poco rilevante, di segnalare la discarica a cielo aperto, solo a qualche chilometro dai luoghi oggetto della circostanziata segnalazione, sul confine tra i comuni di Mattinata e Vieste in località Sagro.
Lipu e WWF rincarano la dose evidenziando testualmente che ìsi ha l’impressione che sia cresciuta sul Gargano una convinzione d’impunità che certamente potrebbe essere incoraggiata dalle gravi affermazioni del presidente del Parco quando sostiene che gli abbattimenti degli abusi sono uno spreco di denaro pubblicoî.
Molto opportunamente mancano prese di posizione da parte dell’Amministrazione Comunale di Mattinata.

Quasi a voler smentire le pesanti affermazioni di cui sopra, nel bel mezzo dell’emozione del flop spionistico al polonio, il presidente Gatta, nel rassicurare la trepidante opinione pubblica garganica circa lo stato di salute suo e dei suoi stretti collaboratori, primo tra tutti il direttore dell’Ente Filomena Tanzarella, conferma di aver comunque avuto contatti fino al 10 novembre u.s. col dott. Mario Scaramella che tra l’altro si occupa di abbattimento di immobili abusivi e già nel 2003 ebbe l’incarico di effettuare alcune demolizioni sul promontorio e nello stesso ambito ebbe ulteriori incarichi .

In contemporanea la sopracitata dott.ssa Tanzarella interviene per respingere le accuse lanciate dal Centro Studi Naturalistici all’indirizzo del Parco circa il presunto stato di abbandono del Centro Fauna Selvatica sito nell’Oasi Lago Salso, la pregiata zona umida in territorio di Manfredonia in direzione Margherita di Savoia .
La polemica viene ripresa dall’on. Bordo che inoltra una interrogazione parlamentare al Ministro competente per accertare la veridicità delle notizie fatte circolare .

Non si fa attendere la seccata replica dell’avv. Gatta nella sua veste di Presidente dell’Ente Parco , respingendo sdegnosamente le accuse infondate, pretestuose, strumentali e gravemente offensive che forniscono una rappresentazione assolutamente distorta dello stato in cui versa l’Oasi Lago Salso, attribuendo inoltre all’Ente gravi forme di illegalità.
Supponendo che il deputato finge di non sapere, lo si invita in avvenire ad astenersi dal rivolgere interrogazioni immotivate al solo scopo di demonizzare l’Ente Parco per l’opera di tutela ambientale che sta attuando, gettando discredito sul lavoro di quanti si spendono con sacrificio per le esigenze e le aspettative di un territorio del quale Bordo si ricorda solo oggi.

Ma se da un lato il buon Presidente Gatta ha di che vedersela con il Peppone di turno, non meno semplice, sul fronte opposto il dialogo con don Camillo nelle vesti dell’Arcivescovo di Manfredonia, mons. Domenico D’Ambrosio colpevole di avergli negato l’utilizzo, in comodato d’uso di alcune fabbriche, i così detti hospitales dell’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara su cui investire i fondi del PIS Regionale (circa 1 milione e 500 mila euro) per riattarli ed impiegarli per un fondo di accoglienza turistico pubblico.
La reazione di Gatta ìNoi non possiamo finanziare attività religiose con i fondi del PISî ha suscitato attestazioni di stima in molti che hanno visto nel suo atteggiamento fermo un risveglio di laicità da parte delle istituzioni, testimoniato in primis dalla lettera di Michele Tranasi , condivisibili fino ad un certo punto.

Tranasi sa bene per averne fatto oggetto di sue pubblicazioni, che l’istituto ecclesiastico non rinuncia mai ad una prerogativa su un bene, qualsiasi esso sia, tranne in circostanze storiche ben note conosciute come legislazioni (napoleoniche prima e post-unitarie poi) eversive della feudalità e dei benefici ecclesiastici .
Ma cosa si aspettava Gatta dal Prelato, una concessione gratuita per il solo fatto che nel 2005 l’Ente Parco con il Comune di Mattinata aveva assegnato a Mons. D’Ambrosio il Premio Faraglioni di Puglia? Un comodato troppo comodo verrebbe da dire!
Un po’ poco quando la posta in palio sono un milione e 500 mila euro!
E Monsignor D’Ambrosio non è certo il povero curato d’Ars, bensì un manager tra i più quotati negli ambienti Vaticani vantando tra l’altro l’incarico di Presidente della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo ed amministratore delle Opere di San Pio da Pietrelcina, e scusate se è poco.

E sulla controproposta di Gatta quanto all’utilizzo dei fondi previsti dal PIS regionale per il recupero dell’Abbazia di Monte Sacro e della Caserma di Vergone del Lupo, l’Amministrazione Comunale mattinatese non può che fregarsi le mani per l’insperato regalo di Natale.
Anche se affettivamente legato a questi luoghi, chi scrive condivide le perplessità dell’Assessore Regionale al ramo, ritenendo, al di là di interessi di campanile, più idonea e funzionale la primitiva scelta dell’Abbazia Sipontina tanto per ragioni storiche, quanto per l’ubicazione ideale che la denota come Porta del Gargano.

Ma passiamo ad un altro capitolo del ritrovato fervore ambientalista sul nostro beneamato promontorio: il coordinamento Garganico di Legambiente annuncia l’attivazione di un proprio blog che tra i tanti nobili propositi offrirà la possibilità di partecipazione attiva a tutti i lettori che potranno rilasciare commenti ai post pubblicati e potranno inviare i propri contributi, anche sotto forma di delazioni anonime. Si, proprio così!
Non so quanti si spenderanno in simili imprese poco tranquillizzanti per la salute pubblica e l’incolumità personale di ognuno.

Ma al presidente Regionale di Legambiente Francesco Tarantini, e soprattutto al coordinatore per il Gargano e mio amico di vecchia data Franco Salcuni che provocatoriamente suggeriscono, con ironia, di abbattere l’Abbazia di Santa Maria di Kalena per costruirvi un albergo (a proposito avete chiesto un parere a Mons. D’Ambrosio che proprio per essere stato il promotore del comitato per il recupero di Kalena ottenne il Premio Faraglioni?) visto che sul Gargano si costruisce di tutto di più (dai porti turistici a un chilometro l’uno dall’altro, a centinaia di alberghi in una sola città, a centinaia di migliaia di metri cubi di cemento a pochi passi dalla costa) suggerisco di avere un atteggiamento altrettanto lucido ed equidistante anche per quel che riguarda la realtà mattinatese, non meno problematica di quelle da voi pubblicizzate.

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