Regolamento affrancazione dei canoni delle terre civiche, interviene il Comune

Il regolamento di ottobre scorso indica le modalità operative con le quali i possessori di terre civiche possono accedere all’affrancazione dei relativi canoni o livelli

La stesura, da parte del Comune, del regolamento per l’affrancazione dei canoni delle terre civiche riportate negli stati degli arbitrari occupatori va a colmare un vuoto che durava da decenni. Il regolamento di ottobre scorso indica le modalità operative con le quali i possessori di terre civiche (circa 900 particelle catastali), possono accedere all’affrancazione dei relativi canoni o livelli, rivalutati utilizzando i valori agricoli medi. Così come è concepita, l’operazione comporterà un conto notevole per diverse centinaia di cittadini, perché, oltre al capitale di affrancazione, già di per sé rilevante, è previsto anche il recupero dei canoni degli ultimi 5 anni più interessi, a cui vanno ad aggiungersi tutte le spese di cancellazione del livello (tassa di trascrizione, registrazione, voltura catastale, rogito, ecc.). L’esborso aumenta in maniera esponenziale nel caso di aree edificabili o con presenza di fabbricati. “Eppure la sanatoria prevista dall’art. 54 della legge regionale in materia – commenta lo storico locale Michele Tranasi – faceva pensare che l’affrancazione sarebbe stata, non dico, gratuita, o simbolica, ma a costo molto contenuto, fatti salvi, ovviamente, i casi particolari”.

Molto dipenderà, continua Tranasi, “da come si muoverà il perito demaniale che verrà incaricato di seguire l’intera vicenda, che non riguarda solo il prezzo di affrancazione – in verità, al momento appare già predeterminato –, ma soprattutto la gestione dei cosiddetti stati, o elenchi. Di questi, infatti, ce n’è più di uno. Due sono stati compilati dall’istruttore demaniale ing. Antonio Ferrara (10 gennaio 1960); c’è poi l’Inventario dei beni di uso civico, risalente al 2000-01, a firma del geom. Francesco Mastromarco; altri elenchi sono inseriti all’interno dell’Istruttoria Demaniale redatta dal prof. Luigi Cesare Oliveti nell’agosto del 2003. Ebbene, gli stati del Ferrara presentano “omissioni alquanto sensibili” (il virgolettato è nella verifica del perito agrario Vittorio Alfieri del 1963); E alla verifica del Ferrara e all’Inventario del Mastromarco si rapporta la deliberazione della Commissione Straordinaria di Mattinata del 12 dicembre, attuativa del Regolamento.

“La matassa, come si vede, è ingarbugliata e non è facile dipanarla. La novità, però, è un’altra: l’imposizione di un canone annuo a carico di coloro che non intendono avvalersi dell’affrancazione. Si noti che stiamo parlando di un canone che, se pur pensato agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, non è mai andato in vigore, non si è mai pagato”. Ma c’è dell’altro sottolinea Michele Tranasi, che alla materia ha dedicato anche diversi volumi: “L’affrancazione dei canoni in questione non rappresenterà la soluzione della cosiddetta questione demaniale. Che resterà aperta in tutta la sua estensione, visto che di terre civiche ce ne sono ancora a iosa, distribuite su gran parte del territorio comunale. Insistono, in massima parte, sulle particelle di cui si è detto sopra (di esse costituiscono l’usurpazione originaria) e sono state legalizzate con le ordinanze prefettizie negli anni a cavallo dell’Ottocento. E poi ci sono i parchi (circa 1.500 ettari distribuiti su 400 particelle catastali), terre specialissime, che necessitano di un provvedimento di sistemazione demaniale. Ebbene, queste due tipologie di terre non dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) aver attinenza con le terre di cui al recente regolamento, perché non rientrano fra quelle proposte per l’affrancazione. Poi, tutto si può fare, naturalmente!”.

Francesco Bisceglia
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