“Quei fumi sono dannosi per la salute dei cittadini”
Medici e pediatri scrivono a sindaco e Asl
I fuochi delle polemiche. Sono quelli che nelle campagne del centro garganico vengono accesi dopo la potatura degli alberi. Accade soprattutto in questi mesi e fino a tutto maggio. Per molti è soltanto, e in lontananza, una specie di coltre di foschia, del tutto innocua. Non così la pensano medici e pediatri di famiglia del centro garganico.
Hanno preso carta e penna e messo nero su bianco.
Quei fumi sono nocivi alla salute, hanno scritto. Si sono rivolti a sindaco e direttore generale dell’Asl. Il problema si pone, come sostenuto dai medici, maggiormente nelle giornate di alta pressione e di assenza di vento. Il tutto aggravato dalle condizioni orografiche, in quanto Mattinata si trova in una valle chiusa. I fumi e i gas (in particolare l’anidride carbonica) che si sviluppano dall’attività di combustione del materiale vegetale modificano la qualità dell’aria. Nell’aria vi sarebbe, più precisamente, un aumento di concentrazione di particelle sottili, tra cui il temibile “particolato”. Proprio quella sostanza che è causa nelle città dei provvedimenti di chiusura al traffico per i veicoli a motore.
Il pensiero dei medici è andato soprattutto alle categorie di persone che, hanno scritto nella nota, sono più soggette alle conseguenze sulla propria salute: bambini e anziani. Sono loro, anzitutto, a essere esposti ai danni derivanti dal “particolato”, che non di rado si avverte finanche nelle vie del centro urbano.
Ma – obbiettano i critici della denuncia partita dai medici mattinatesi – non è una pratica da sempre e dovunque praticata? Si scorda che addirittura duemila anni fa il poeta latino Lucano ricorda l’incendio dei terreni di stoppie e come i riverberi di quei fuochi risplendevano il Gargano e in particolare l’allora Matinum? Cosa si vuole, adesso, arrivare addirittura a vietare i falò tradizionali che ad esempio a Mattinata si organizzano nella vigila della festa di san Giuseppe?
Per niente, rispondono i medici. Non è in questione il fuoco acceso una volta all’anno. Qui il problema riguarda invece i troppi fuochi che da dicembre a maggio si succedono in continuità. E comunque loro vogliono che quantomeno le autorità preposte alla salute dei cittadini richiedano delle verifiche tecniche sulla qualità dell’aria in questi mesi, rivolgendosi ad esempio dell’Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpa).
Ma non è tutto. Questa pratica non causerebbe solo danni alla salute umana ma sarebbe anche sbagliata dal punto di vista agronomico. E qui in soccorso dei medici si sono messi alcuni botanici del posto. Per loro la combustione delle “frasche” è anche controproducente. Infatti, in terreni notoriamente poveri di sostanza organica come quelli mattinatesi con i residui della combustione si accentua questa caratteristica. Perchè non ricorrere, allo sminuzzamento ed il successivo incorporamento dei residui colturali nel terreno? Ne guadagnerebbero, affermano con sicurezza, sia la salute che l’economia agricola.
Francesco Bisceglia