Quattro anni fa la scomparsa di Mons. Michele Castoro. Con coraggio ha posto il Vangelo di Cristo al centro della propria esistenza

Fu arcivescovo della diocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo

Mons. Michele Castoro

La modernità rapidamente cancella sentimenti, memoria e futuro, valorizzando l’attimo del presente. Sta agli uomini ed alla comunità fronteggiare questo tsunami che annichilisce i ricordi per rendere vivente la memoria dei trapassati e formare i nascituri.

Perché questa premessa, in occasione del quarto anniversario della scomparsa dell’amato Mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo sacerdote di Dio e uomo della speranza ?

Perché il compianto presule con la sua robusta personalità, intrisa di carità cristiana, si lasciava accarezzare e coinvolgere dai tanti che incontrava, non rientrando nel suo lessico, nella sua formazione, nella sua testimonianza evangelica alcuna forma, ancorché suadente, di imposizione.

Il senso gerarchico era caritatevole e l’atteggiamento di vicinanza ad ogni situazione era amicale, sorridente, dialogante, compenetrandosi fino in fondo delle difficoltà altrui.

In sintesi, il popolo di Dio affidato alla sua cura pastorale era seguito attraverso l’ascolto personale.

Non quindi lo sguardo rivolto ad una comunità indistinta, ma alle singole persone in cammino con le proprie fatiche.

Il suo è stato un viaggio con le indicazioni della rotta dettati esclusivamente dal Vangelo per cercare il senso della vita e le risposte appropriate ai tanti interrogativi posti da una società spesso smarrita.

Il Vangelo non era avulso dal tempo, né lontano dalle inquietudini dell’uomo, né tantomeno distante dal contesto sociale in cui le sfide anche etiche esigono una visione ed un progetto di ampio respiro.

Sono le ragioni che rendono inimmaginabile l’oblio della sua memoria; anzi nel quarto anno della sua ascesa al Cielo si fa più nitido il suo ministero pastorale in terra garganica dove non soltanto il suo impegno all’interno dell’Ospedale di San Pio “Casa Sollievo della Sofferenza“, ma anche il suo farsi carico delle ansie e delle esigenze dell’intera comunità garganica restano solidi riferimenti.

La piena consapevolezza della storia di un territorio difficile dove non mancano forme bieche di illegalità lo inducevano a ritenere essenziale la via evangelica che accompagna l’uomo nel mistero della sua esistenza.

Non prescindevano da questo afflato, soprattutto etico, le speranze della comunità sul piano sociale ed economico giacché parte integrante del suo ministero.

Sono le ragioni per le quali Mons. Michele Castoro, di venerata memoria, sarà per sempre dentro il cuore e la mente di chi l’ha conosciuto poiché ha fatto parte della schiera delle persone che Cicerone chiamava “eloquentes“ cioè di coloro che sapevano unire alla parola la sapienza e non dei “disertissimi homines“, dotati di sola eloquentia.

La testimonianza di un vescovo dunque che non si è adagiato, né si è lasciato coinvolgere dal “comune sentire“, ma con coraggio ha posto il Vangelo di Cristo al centro della propria esistenza ed il tempo man mano si sta incaricando di far conoscere questo autentico profeta.

Anche le semplice e improvvisata visita in una parrocchia si trasformava in un evento aggregativo che rendeva la sua presenza indimenticata ed indimenticabile.

Michele di Bari
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