Addio al professore Michele Prencipe: un educatore straordinario che ha segnato generazioni
- 25 Gennaio 2025
E' stato anche una figura centrale nel panorama sportivo locale, ricoprendo anche i ruoli di allenatore e dirigente dell’US Matinum
Cento figuranti trasformano una tradizione in una catechesi vivente, unendo fede, impegno e identità nel racconto eterno della nascita di Cristo
Il presente vivente è la rappresentazione che resta ancora oggi, in un mondo ormai completamente interattivo, un valido strumento di evangelizzazione, soprattutto nelle piccole comunità dove le relazioni sociali mantengono inalterate il gusto dell’amicizia e della fraternità.
A Mattinata, cento figuranti, tra ragazzi e ragazze, giovanissimi e giovani e adulti, con fatica e passione, hanno meticolosamente realizzato la rievocazione storica della nascita di Cristo in cui la trasposizione delle arti e mestieri è apparsa attuale e convincente.
Non un semplice presepe vivente, ma un vero e proprio percorso che traduce il Vangelo e i personaggi romani ed ebrei nel contemporaneo; di vivente dunque c’è specialmente il racconto evangelico che penetra nell’anima dei protagonisti e dei visitatori.
È la gioventù della vita quotidiana di una comunità che affronta l’impegno negli studi, il lavoro responsabile, la gioia di essere costruttori del futuro, indossando gli abiti di Maria e Giuseppe che vegliano su Gesù Bambino, pastori, fabbri e artigiani, contadini e venditori, lattai e mugnai.
Ma anche tanti genitori si sono tuffati in questo progetto per condividere ed esaltare una tradizione mai sopita, rinsaldando uno spirito identitario e di appartenenza.
Resta indelebile il rigore con cui sono stati predisposti i vari spazi che ospitano gli animali, la cucina e la preparazione del cibo, il forno e l’osteria, rendendo credibile e coerente il contesto dell’epoca, ma soprattutto la sfida di questi giovani che non riguarda soltanto la mera interpretazione dei diversi personaggi, quanto la consapevolezza di cimentarsi con il significato del presepe che può senz’altro contribuire a fornire risposte all’azione salvifica di Cristo.
Tra qualche anno, i cento figuranti ricorderanno questi momenti perché qualcosa di profondo li ha uniti e li ha resi partecipi di una evangelizzazione che avrà accresciuto la loro fede.
In questo senso, l’iniziativa va sostenuta poiché ognuno di essi potrà affermare che l’esperienza del presepe vivente è una vera catechesi, tanto che la parte centrale della visita, catturata dalla famiglia di Betlemme in una stalla, così ben rappresentata, ci fa esclamare: “Cristo è nato; Cristo è veramente nato“.
È la conferma che il percorso di evangelizzazione dell’annuncio, della formazione e della crescita nella fede dei giovani può trovare terreno fertile anche nel presepe vivente.