Nasce il “Vobolario di Manfredonia”

Sarà presentato il 1° dicembre l’opera di Caratù e Rinaldi

Un Vocabolario di Manfredonia. Lo hanno realizzato Pasquale Caratù e Matteo Rinaldi: un’opera di straordinario valore scientifico oltre che storico-sociale, che cataloga quindicimila voci dalle quali emerge una Manfredonia in gran parte sfumata nel tempo. La presentazione a cura dell’Amministrazione comunale, venerdì 1° dicembre prossimo, alle ore 18, nell’Auditorium comunale dei Celestini.

Quindicimila lemmi che spaziano tra la terminologia antica e moderna di Manfredonia. Uno scandaglio metodico, caparbio e paziente, nell’idioma parlato dagli abitanti di una Manfredonia in gran parte sfumata nel tempo. Una ricerca scientificamente condotta e protrattasi per oltre undici anni. Autori di tanto lavoro un professore universitario, ordinario di linguistica italiana presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Bari, Pasquale Caratù, e un medico pediatra studioso di paremiologia e tradizioni popolari del territorio, Matteo Rinaldi.

A metterli in sintonia la passione per lo studio della storia locale, coagulata nella frequentazione del Nuovo Centro di documentazione storica di Manfredonia, il benemerito sodalizio che in circa un ventennio di attività, ha dato la possibilità a numerosi cultori di storia locale di pubblicare i rispettivi studi. Un ricco patrimonio librario che si arricchisce di questo nuovo poderoso volume.

Complessivamente 550 pagine impreziosite da trecento disegni originali di Tommaso Adabbo, un raffinato artista locale, che rendono visivamente realiste le situazioni cui le parole si riferiscono, e in appendice, da un centinaio di fotografie a colori scattate e selezionate da Matteo Rinaldi che completano il panorama visivo degli argomenti trattati.

L’opera si apre con una introduzione nella quale gli autori spiegano le metodologie e le scelte operate: una guida alla lettura e alla comprensione del Vocabolario che non si risolve in un pur acuto studio linguistico, ma che offre spunti suggestivi per una ricostruzione storica di una città in costante evoluzione.

Quindi le due sezioni Dialetto-Italiano e Italiano-Dialetto. “Questa parte” spiegano gli autori “ha la funzione fondamentale di orientare il lettore, tramite la voce italiana, nel reperimento della corrispondente dialettale“. Alla voce persona, ad esempio, sono segnalate tutta una serie di termini dialettali corrispondenti alle diverse sfumature che le situazioni reali richiamano.

Il ricchissimo materiale raccolto e ordinato secondo le forme tradizionali di un Vocabolario, è stato tratto da testi, dall’escussione delle fonti e dall’esperienza personale dei due Autori. L’analisi delle varie fonti ha consentito il controllo incrociato dei diversi dati ricavati. Oltre alla ricca bibliografia riportata, di particolare interesse è l’elenco di 33 anziani manfredoniani citati singolarmente specificando i rispettivi mestieri ed attività, che hanno funto da consulenti nella ricostruzione delle terminologie specifiche.

Nell’ordinare il materiale” avvertono Caratù e Rinaldi “si son dovute operare delle scelte che riguardano soprattutto le parole non più in uso, ma testimoniate nelle fonti storiche e nel migliore dei casi, da fonti molto anziane, e quelle parole italiane fonetizzate alla maniera dialettale che pertanto vengono taciute. Se si ospitassero indiscriminatamente” osservano “tutte le voci dell’italiano attuale penetrate nei dialetti, si correrebbe il rischio di offuscare le peculiarità delle voci più propriamente dialettali“.

In evidenza, tra le altre, le notazioni tecniche che hanno guidato la composizione del Vocabolario. Non sono indicati fatti che caratterizzano la struttura grammaticale e quella più propriamente lessicale per le quali Caratù e Rinaldi si riservano di redigere una apposita monografia.

In definitiva un Vocabolario che smentisce lo stereotipo di mattone pesante e di noiosa lettura. Scorrendo le parole contenute in questo Vocabolario di Manfredonia si possono facilmente ricostruire situazioni e circostanze probabilmente dimenticate o confinate in un angolo remoto della memoria. Chi, ad esempio, per indicare un vento gelido, proveniente da nord direbbe più semplicemente e forse più incisivamente fràcapezzànde?

A presentare il Vocabolario il primo dicembre prossimo, sarà il professor Max Pfister, ordinario di Filologia romanza presso l’Università di Saarbrucken e direttore del Lessico etimologico italiano, Premio Galileo 1993, alla presenza del sindaco Paolo Campo, dell’assessore alla cultura Paolo Cascavilla, del presidente del Nuovo Centro di documentazione storica, Giuseppe Grasso, e naturalmente dei due autori.

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