Monte Sacro, la grande abbazia come la racconta Fulloni

Domani presentazione del libro. Una mostra di foto

Pomeriggio all’insegna della storia quello che si vivrà domani alle 18. Il merito è dell’abbazia di Monte Sacro, che è considerata il più grande polo culturale del Gargano medioevale, la cui importanza ha stimolato molti studiosi ad interessarsene.

L’occasione dell’incontro è la presentazione del libro ìL’abbazia dimenticata – La Santissima Trinità sul Gargano tra Normanni e Sveviî di Sabina Fulloni.
Con l’autrice interverranno studiosi di centri accademici italiani e esteri: Pina Belli D’Elia, ordinaria di Storia dell’Arte Medievale all’Università di Bari, Massimo Oldoni, ordinario di Lingua e Letteratura Mediolatina alla Sapienza di Roma e direttore della Collana Nuovo Medioevo della Liguori (Casa editrice del libro). Interverranno anche Vera von Falkenhausen, ordinaria di Storia Bizantina dell’Università di Roma-Tor Vergata e Diana Kottler, docente
all’Istituto di Arte – Dipartimento di Storia e Teoria di Arte del Beit Berel College (Israele).

Dalla voce di Fulloni, che ha anche fatto parte della missione storico-archeologica sul Monte Sacro effettuata tra il 1987 e il 1992 dal Museo nazionale di Norimberga, si potranno ascoltare gli aspetti più interessanti sull’abbazia che si estende per 7200 metri quadri ad un’altitudine di 847 metri.

Il volume, di circa 400 pagine, parla delle attività svolte all’interno della struttura, della crescita del monastero e dei suoi possedimenti, nonchè degli abati che si sono susseguiti per un periodo di 423 anni.
La SS. Trinità era situata nel cuore del Regno Svevo: quella che oggi appare una posizione geografica isolata e decentrata, non lo era affatto in epoca medievale.

La Fulloni affronta anche lo studio delle strutture architettoniche della chiesa, nartece e torre, gli scavi archeologici nella basilica e l’orientamento, la restituzione critica dei cicli di vita dell’edificio e della cella Montis Sacri, la scultura architettonica e i lacerti di affreschi nel nartece e tutto ciò sarà utile anche per il restauro di una parte del complesso che sarà fatta nei prossimi mesi dopo la decisione in tal senso del presidente del Parco del Gargano Giandiego Gatta.

Con questo studio ad ampio raggio il Monte Sacro viene posto all’attenzione degli storici e del grande pubblico. ´In questo sensoª ha scritto la prof. Belli D’Elia nella introduzione del libro ´proporre il caso archeologico del Monte Sacro vuol dire a tutti gli effetti ricollocare al posto che merita una tessera all’interno del complesso mosaico normanno-svevo e più specificatamente federicianoª.

Una parte del libro della Fulloni è dedicata alla figura dell’abate Gregorio, personalità di grande rilievo dell’entourage di Federico II: fu il più importante abate di Monte Sacro e con lui l’abbazia raggiunse il massimo fulgore culturale.
Gregorio fu scrittore di cultura enciclopedica. Compose, tra l’altro, il poema in 13.000 esametri ìDe hominum Deificationeî, pubblicato nel 2002 dall’editrice Museo di Norimberga a cura di Bernhard Pabst.

Per domani il Comune ha anche organizzato una mostra che riproduce le preziose fotografie del complesso abbaziale eseguite cento anni fa da Arthur Haseloff e Martin Wackernagel, due studiosi tedeschi che fecero nel 1907 una missione ricognitiva in Capitanata.

Francesco Bisceglia
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