Lettera aperta del consigliere comunale Giuseppe Aulisa
Riceviamo e pubblichiamo integralmente nota stampa
Nei giorni scorsi a ciascun consigliere comunale è giunta copia di una deliberazione della Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per la Puglia.
La presente delibera, unitamente al piano di rientro predisposto dal competente ufficio comunale, sono stati oggetto di trattazione nel corso della seduta di Consiglio Comunale celebrata venerdì scorso.
La rappresentazione offerta dalla Corte dei Conti nell’ambito delle sue funzioni di controllo di natura collaborativa assume profili di assoluta preoccupazione nella misura in cui fotografa uno stato di salute finanziaria precario per il nostro Ente.
Il presente momento di difficoltà, efficacemente disegnato dalla relazione delle sezione regionale della Corte dei Conti, anziché imporre la ricerca di un terreno condiviso al cui interno, al netto delle valutazioni sulla responsabilità di questa o quella parte politica (valutazioni che allo stato attuale non mi appassionano particolarmente), ricercare soluzioni capaci di superare l’attuale empasse, ha dato fuoco alle polveri e riacceso toni che non esito a giudicare da campagna elettorale.
La situazione che vive il nostro Comune mi impone di prefigurare delle soluzioni che di seguito procedo ad enucleare. Personalmente non ho la pretesa che le stesse siano “la soluzione”, ma semplicemente che si gettino le basi per poter finalmente “ragionare”, avendo bene in mente che la nostra stella polare, in quanto rappresentanti del popolo in seno alle istituzioni, è il perseguimento dell’interesse di questa collettività, al di fuori di schemi personalistici e pseudo- politici.
1. Implementazione di una ordinata attività di programmazione. Ad avviso dello scrivente fino ad oggi i documenti contabili sono stati vissuti alla stregua di un mero adempimento formale e non, al contrario, quali fulcro di una efficace azione amministrativa. E’ la stessa Corte dei Conti a muovere dei rilievi in ordine alla tardiva approvazione del rendiconto di bilancio. Procedere all’approvazione del rendiconto in data ampiamente successiva all’approvazione del bilancio di previsione non consente una adeguata valutazione dello stato al cui interno l’amministrazione si troverà ad operare. In particolare, mancando l’attività di riaccertamento dei residui attivi e passivi – per i non addetti ai lavori trattasi di crediti e debiti a carico dell’Ente Locale – non vi è la possibilità di valutare l’entità delle risorse a disposizione per i vari programmi di spesa. In altri termini, tale modus operandi conduce ad una gestione basata sul quotidiano che perde, in quanto tale, il respiro e l’ampiezza dell’ambizione.
2. Riparametrazione degli incarichi di collaborazione. Personalmente non sono pregiudizialmente contrario all’affidamento di incarichi di natura collaborativa, se e nella misura in cui sappiano offrire un valore aggiunto alla complessiva azione amministrativa. Tempo addietro feci notare che la manovra Tremonti per l’anno 2010, pur lasciando alcuni spiragli di intervento che rendono legittime alcune pratiche, nel complesso delineava dei principi generali a cui le amministrazioni pubbliche dovevano e debbono uniformarsi, tra cui il contenimento massiccio di alcune voci di spesa. A mio avviso occorrerebbe riparametrare i compensi dei collaboratori, vincolandone la corresponsione al raggiungimento di taluni obiettivi o all’andamento di alcune voci di entrata (es. oneri di urbanizzazione). Impedire che i corrispettivi vengano erogati in somma fissa creerebbe un serio incentivo nel professionista che collabora con l’Ente Pubblico. Del resto si tratta di quanto già avviene per i dipendenti pubblici, parte della cui retribuzione è ancorata al conseguimento di specifici obiettivi predefiniti in sede di definizione di quello che dovrebbe essere il bilancio direzionale. In alternativa ritengo ipotizzabile, mantenendone invariata la sua composizione numerica, consentire l’ingresso in giunta del o dei collaboratori esterni. In questo modo si libererebbero risorse preziose che andrebbero a parziale copertura della spesa per interessi che il Comune sostiene sul consistente importo dell’anticipazione di cassa.
3. Esplicitazione chiara degli intendimenti con riferimento alla gestione del bilancio comunale. La mancanza, allo stato attuale, di chiare linee programmatiche in ordine alla gestione del bilancio comunale impedisce ai consiglieri comunali di formulare proposte che, nell’ambito del quadro delineato dall’amministrazione, siano migliorative delle status quo. Il ruolo che la legge affida al consigliere comunale non può e non deve risolversi unicamente nella semplice dichiarazione di approvazione o disapprovazione rispetto alle delibere di Consiglio portate alla sua attenzione. Ciò che si richiede è un sovrappiù, una capacità propositiva che chiama in causa ciascuno di noi.
4. Superamento dello stereotipo per cui meno debiti = migliore gestione. Pur nel rispetto dei vincoli imposti dal precetto di cui all’articolo 119 u.c. del dettato costituzionale per quanto attiene alle spese per investimenti e dalle norme nazionali (vedi patto di stabilità), la mancata assunzione di debiti non può considerarsi sic et simpliciter quale parametro capace di attestare la bontà dell’azione amministrativa. La realizzazione di profitti, diversamente dagli enti societari, non è lo scopo di un Ente Pubblico il quale dovrebbe tendere al soddisfacimento degli interessi della comunità che amministra. Ceteris paribus, ciò che occorre evitare, conformemente ai principi della dottrina aziendalistica, è che un’esposizione finanziaria a breve termine finanzi programmi di spese consolidati. Occorre in altri termini un riallineamento temporale dei flussi di cassa in entrata ed in uscita.
5.Coinvolgimento delle professionalità presenti in Consiglio Comunale ed all’interno della società civile per superare il momento di difficoltà finanziaria. La deliberazione in oggetto è stata portata a conoscenza dei rappresentanti istituzionali a mio avviso con relativo ritardo. Il che impedisce di disporre del tempo necessario a formulare le opportune valutazioni e proposte. Nonostante tendenze esterofile che non sempre mi hanno trovato concorde, ritengo che Mattinata disponga di professionalità in grado di arricchire le potenzialità di un’amministrazione. E’ a questo bacino che bisogna attingere, per quanto possibile. D’altronde le difficoltà di varia natura che caratterizzano l’attuale momento storico, in primis gli appesantimenti di natura economico – finanziaria, rendono palesemente inadeguato il paradigma dell’uomo solo al comando e richiedono una gestione condivisa e plurale.
Consigliere comunale Giuseppe Aulisa