”Le terre civiche e l’affrancazione dei canoni”, se ne parlera’ a Mattinata in un incontro dibattito

Interverranno gli storici locali Michele Tranasi e Tommaso Piemontese

Incontro dibattito su “Le terre civiche e l’affrancazione dei canoni” giovedì 12 dicembre alle ore 17.30 nell’aula consigliare presso il museo civico. Interverranno gli storici locali Michele Tranasi e Tommaso Piemontese. L’argomento è di stretta attualità in seguito all’emanazione da parte del Comune del regolamento per l’affrancazione dei canoni e dei livelli delle terre civiche ricadenti nel Comune di Mattinata riportate negli stati degli arbitrari occupatori. Per Tranasi, tale stesura del regolamento è positiva  “perché viene a colmare un vuoto che durava da un paio di decenni”.   

Il regolamento del 24 ottobre scorso indica le modalità operative con le quali i possessori di terre civiche ricadenti nel Comune di Mattinata, di cui all’art. 54 della legge regionale del 4 agosto 2004 (più di 1.100 particelle catastali), possono accedere all’affrancazione dei relativi canoni o livelli, rivalutati utilizzando i valori agricoli medi. Così come è concepita, l’operazione comporterà un conto salato per diverse centinaia di cittadini, perché, oltre al capitale di affrancazione, già di per sé rilevante, è previsto anche il recupero dei canoni degli ultimi 5 anni aumentati degli interessi, a cui vanno ad aggiungersi tutte le spese di cancellazione del livello (tassa di trascrizione, registrazione, volturazione catastale, rogito, ecc.). L’esborso aumenta in maniera esponenziale nel caso di aree edificabili o con presenza di fabbricati. “Eppure, sottolinea Tranasi,  la sanatoria prevista dall’art. 54 faceva pensare che l’affrancazione sarebbe stata, non dico, gratuita, o simbolica, ma a costo molto contenuto, fatti salvi, ovviamente, i casi particolari”.     

Molto dipenderà, comunque, da come si muoverà il perito demaniale incaricato di seguire l’intera vicenda, che non riguarda solo il prezzo di affrancazione – in verità, al momento appare già predeterminato –, ma soprattutto la gestione dei cosiddetti stati, o elenchi. Di questi, infatti, ce n’è più di uno: quello dell’ing. Antonio Ferrara del 1960, l’inventario dei beni di uso civico del 2000-01 a firma del geom. Francesco Mastromarco; altri elenchi sono inseriti all’interno dell’istruttoria demaniale redatta dal prof. Luigi Cesare Oliveti nell’agosto del 2003. “La matassa, come si vede, è ingarbugliata e non è facile dipanarla. La novità, però, è un’altra: l’imposizione di un canone annuo a carico di coloro che non intendono avvalersi dell’affrancazione (si noti che stiamo parlando di un canone che è andato in desuetudine una settantina di anni fa!)”.

Un’ultima cosa va detta secondo Tranasi: “L’affrancazione dei canoni in questione non rappresenterà la soluzione della cosiddetta questione demaniale. Che resterà aperta in tutta la sua estensione, visto che di terre civiche ce ne sono ancora a iosa, distribuite su tutto il territorio comunale (ad eccezione della piana e di un’ampia fascia che va da Agnuli a Vignanotica)”.

Francesco Bisceglia
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