L’Africa, un continente e 52 stati

Come si è giunti alla situazione attuale di quasi tutti i Paesi africani

Come si sa dei cinque continenti del nostro Mondo, quattro si sono sviluppati economicamente e civilmente, chi più chi meno, l’unico che non riesce ad uscire fuori dal sotto, sotto sviluppo è certamente l’Africa. E il solo politico italiano a far presente questo è stato, qualche anno fa, Walter Veltroni del Partito Democratico, ormai anche lui “rottamato”, purtroppo!

Del resto credo che pochi conoscono la vera storia dei Popoli africani; in una qualsiasi libreria, pubblica o privata, infatti, è difficile, almeno secondo la mia esperienza, trovare testi di Storia che narrano ad esempio di quei leggendari grandi imperi del centro o sud Africa, di cui vi è qualche accenno in Internet, e che si sarebbero realizzati nei secoli passati, mentre dall’ Europa partivano  le Crociate, o quando in Germania veniva inventata la stampa, oppure Colombo scopriva il continente America e in Italia si affermava il Rinascimento.

Comunque, meritoriamente l’ottimo programma “RaiStoria” spesso ritrasmette un programma di Marcella Emiliani, grande giornalista e storica, che analizza obiettivamente la storia dei vari Paesi africani, anche se riferita soprattutto al secolo XX. La Emiliani ha logicamente scritto anche diversi testi sull’argomento credo facilmente reperibili, questi sì, nelle biblioteche pubbliche.

Dell’Africa e delle infinite tribù africane si è iniziato a parlare in Europa tra la fine del XVI sec. e il XVII sec., ma unicamente perché era in atto la prima “Shoah nera”, africana, a proposito delle navi negriere che con la violenza prelevavano intere tribù dalle coste occidentali dell’Africa per portarle nelle Americhe: uomini e donne, ma anche bambini, venivano ammassati poi come sardine nelle stive delle navi, con pochissima acqua e cibo; la maggior parte moriva durante l’attraversata dell’Atlantico. Quando l’Inghilterra decise di dare la caccia alle navi negriere, prima dell’abbordaggio, i criminali negrieri si liberavano del carico umano annegandolo nell’Oceano, e nessuno ha potuto calcolare all’epoca il numero di tribù sterminate! Vedi il caso nave “Amistad”.

La seconda “Shoah africana” è quella verificatosi  tra il XIX e XX sec. soprattutto nel Congo allora colonia del Belgio, Paese dei più civili in Europa, eppure il colonialismo belga venne accusato di “sfruttamento estremo della manodopera locale” con orrende punizioni, anche per la minima infrazione da parte dei neri o per un accenno di rivolta: venivano mozzate le mani, immagini simili si possono vedere in Internet! La mattanza finì a causa delle proteste internazionali: intanto si parla di  milioni di neri congolesi, e non solo, eliminati in vario modo dai colonialisti  europei! Se non è “Shoah” anche questa!

Miglior sorte non toccò certamente ai neri portati nelle Americhe che poi si moltiplicarono e divennero la base economica, con lo schiavismo, di molti Stati americani e soprattutto nel Sud degli Stati Uniti, la bibliografia a proposito è vasta, se ne ha una vaga idea leggendo il famoso romanzo “La capanna dello zio Tom”  di Harriet B. Stowe, così come il bel film “Via col vento” che narra le vicende vissute da una famiglia schiavista del Sud durante la terribile guerra civile americana del 1861-‘65 verificatasi all’indomani della legge che aboliva la schiavitù negli USA, voluta dal grande Presidente Abram Lincoln onorato in tutto il mondo come uno dei massimi benefattori dell’Umanità. Purtroppo ancora oggi negli USA i neri devono lottare per essere riconosciuti pienamente i loro diritti civili.

Oggi che l’Europa, ma soprattutto i paesi rivieraschi come l’Italia e  la Grecia, devono far fronte a un continuo arrivo di gommoni o barconi insicuri nell’attraversare il Mediterraneo, e con centinaia di neri, uomini, donne e bambini non accompagnati, già ora con l’alto numero di annegati, si rischia di fatto una terza “Shoah africana”. Infatti gli africani fuggono soprattutto dai Paesi del Subashara e del Corno d’Africa (Somalia, Eritrea, Abissinia, ecc.) e sono non meno di 500 milioni! Ma, a differenza dei primi episodi di sterminio di tribù africane, per quello che si profila come l’ultimo “disastro africano” la maggior colpa non è affatto dei Paesi europei bensì degli stessi africani, cioè dei cattivissimi governanti di un intero Continente! Che sicuramente hanno dei cospicui forzieri nelle banche europee, mentre i loro popoli vivono la miseria più nera! 

Le cause sono soprattutto le continue guerre civili all’interno dei vari Paesi del Subshara, aggravate dal radicalismo musulmano nemico di ogni presenza europea, principalmente dal punto di vista religioso, le comunità cristiane, ecc.; e poi di uno sviluppo economico mai realizzato e anche in questo caso, come vedremo, per diversi motivi.

Per raggiungere l’agognata Europa i profughi devono attraversare prima il deserto, che inevitabilmente richiederà le sue vittime, per finire poi nella infernale Libia dove la fine di  Gheddafi ha significato anche la fine dello Stato unitario libico e ogni tribù libica ora rappresenta uno Stato a sé con gente armata e senza scrupoli che ricattano, stuprano e quanto altro i profughi del Subshara, anche se forse non tutte. Comunque tutto questo è alla base del sogno di libertà in Europa di molti milioni di africani!

Tra le cause di un  fenomeno ormai epocale le principali sono sempre la sicurezza e l’estrema miseria di intere popolazioni, africane nel nostro caso. E allora bisogna chiedersi come si è giunti alla situazione attuale di quasi tutti i Paesi africani.

Fino alla fine della II Guerra Mondiale il colonialismo europeo, soprattutto inglese, francese, belga e portoghese, dominava vaste zone dell’Africa, eccetto il Sud Africa dove, malgrado l’apartheide, c’era un sicuro sviluppo economico come l’Occidente in genere; naturalmente il tenore di vita del 10% di bianchi era molto superiore al 90% di neri! Ma nelle prigioni sudafricane un giovane, Nelson Mandela, sognava un Sudafrica diverso, di eguali bianchi e neri: il sogno lo realizzerà decenni dopo!

Quando al colonialismo italiano, l’occupazione di Addis Abeba (Abissinia) da parte dell’Italia fascista il 1936 è durata pochi anni data la sconfitta militare da parte inglese già nei primi sei mesi di guerra il 1940. Dopo la Seconda guerra mondiale l’ONU affidò all’Italia la gestione fiduciaria della Somalia, per pochi anni dopo di ché il nostro Paese uscì definitivamente dal fenomeno colonialismo.

Intanto nei domini coloniali europei, del Belgio, Portogallo, Francia e Regno Unito, incomincia a organizzarsi una classe intellettuale di colore cresciuta nella collaborazione con le amministrazioni colonialiste e non pochi hanno potuto studiare nelle Università europee e soprattutto dai Gesuiti! Saranno loro che negli anni ’50 e ’60 nel Congo, in Nigeria, nel Mozambico, in Uganda e negli stessi domini del Subshara organizzeranno movimenti di guerriglia anticolonialismo. Dopo qualche decennio di guerra nei primi anni ’70 i vari movimenti riusciranno a ottenere l’assoluta indipendenza dai colonialisti europei.

Ad esempio il Movimento Nazionale Congolese (l’MNC) che poi elegge Primo Ministro una nobile figura di dirigente africano, Patrice LUMUMBA; il Partito Africano per l’Indipendenza Guinea e Capo Verde (il PAIGC) di Amilcar CABRAL, IL Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola (l’MPLA) di Agostino NETO; il Blocco democratico Senegalese (BDS) di Leopold SEDAR SENGHOR, grande intellettuale e  Primo Presidente del Senegal libero.

Possiamo fare una distinzione fra tutti i dirigenti dei 54 nuovi Stati africani in base alla loro ispirazione ideologica: “marxisti”, vicini all’URSS, “non marxisti” vicini all’Occidente e tanti altri dirigenti africani veri e propri malvagi, peggio nell’esercizio del potere degli stessi colonialisti.

Tra i marxisti Julius NYERERE (Tanzania) sostenitore di un “socialismo africano” con la collettivizzazione dell’agricoltura, però senza investimenti esteri l’idea fallì così come le esportazioni;  Kwame NKRUMA (Ghana), detto il “redentore”: in economia voleva poca iniziativa privata e tanto Stato; Leopold  SEDAR SENGHOR (Senegal), notevole intellettuale sostenitore della “Negritudine”: cultura e valori africani, pensava a una economia monocolturale con le sole arachidi(!); Amilcar CABRAL (Guinea Bissao), alla base del suo “socialismo africano” solo il consenso di operai e contadini, ignorava praticamente la piccola e media borghesia; poi Patrice LUMUMBA (Congo) sosteneva la nazionalizzazione delle miniere di metalli preziosi, oro, argento, diamanti, ecc. Nel Congo vi erano inoltre miniere di “coltan” e “cassiterite” oggi indispensabili per l’industria moderna, i telefonini ad esempio. Tradito  dal  suo  più  stretto  collaboratore,  Mobutu, sarà consegnato ai Katanghesi suoi nemici sostenitori, complici gli ex colonialisti belgi, della secessione della regione più ricca di miniere, il Katanga appunto, e ucciso il 1961.

Tra i non marxisti Jomo KENIATTA (Kenia) che diceva: “Quando i missionari giunsero gli africani avevano la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare ad occhi chiusi: quando poi li aprimmo, loro avevano le terre e noi la Bibbia”. Sta di fatto che poi la terra tolta ai colonialisti il Presidente Keniatta non la distribuì ai contadini la tenne, invece, per sé e così divenne il più grande latifondista d’Africa; Isidoro Noel SANKARA (Alto Volta) giovane militare che appena salito al potere chiese la cancellazione del “debito pubblico” verso paesi esteri (il F.M.I.), come Primo Ministro programmò 10 litri d’acqua al giorno per ogni abitante, la scuola pubblica,  e un Ufficio Sanitario in ogni villaggio. Anche il generoso Sankara sarà ucciso durante il solito golpe militare.

I capi africani di ispirazione marxista fallirono con le loro scelte economiche non compatibili con una misera economia di Paesi appena usciti da un colonialismo di rapina, e ben prima della stessa URSS, che d’altra parte aveva solo interesse a creare in Africa altri Stati comunisti.

E comunque tutti i dirigenti dei vari Paesi africani pervenuti all’indipendenza tra gli anni ’60-’70 e ’80, chi più chi meno, si mantennero al potere con la dittatura; ancora oggi la maggior parte di quei Paesi  non sono affatto democratici; i nuovi dirigenti, come i protagonisti dell’Indipendenza, in pratica sono incapaci politicamente e corrotti,  di fatto si sono appropriati delle preziose risorse dei vari Paesi (petrolio e miniere di vari metalli) in combutta con le multi nazionali, lasciando così i Popoli africani nella più nera miseria, e per rendersi conto basta visitare qualche città africana e specialmente le periferie, lo si vede bene anche per televisione qualche volta!

E tuttavia i personaggi citati non furono i peggiori tra i capi africani, severamente condannabili infatti furono Idi Amin DADA: salito al potere dopo un golpe militare in Uganda, di fede islamica e integralista, a capo di “squadre della morte” si sarebbe reso responsabile 300 mila vittime, forse anche bambini, e non si sa quante mogli. Fuggito in Arabia Saudita non ha mai pagato per i suoi misfatti. Uno smacco internazionale subì quando sequestrò un aereo israeliano con tutti i passeggeri: con l’operazione “Entebe” Israele riuscì a far ripartire l’aereo e tutti furono salvi!

Salah Ahmed  BOKASSA, Presidente della Repubblica Centro Africa, già militare a servizio della Francia, come altri dirigenti arrivò al potere  dopo un golpe militare; anche lui fu accusato crudeltà, e di severe punizioni verso i bambini, si autoincoronò, come Napoleone, imperatore Bokassa 1° con una fastosa e carnevalesca cerimonia per la quale impegnò tutte le risorse finanziarie del Paese, causa poi di una irrimediabile rovina economica del Centro Africa!

Sese Seko MOBUTU, dittatore della Repubblica Democratica del Congo (ora Zaire), come già detto, braccio destro di Lumumba che tradì; il suo fu il classico “regime cleptocratico”, infatti accumulò enormi ricchezze con la vendita del “coltan”, una pietra rara che si trova solo nel Congo, materiale indispensabile per la telefonia mobile, come accennato, e con l’alta percentuale che gli spettava dallo sfruttamento di varie miniere di altri elementi preziosi del Congo. Per i suoi depositi milionari, soprattutto in Inghilterra, veniva ricevuto con tutti gli onori, dalla stessa regina Elisabetta; le sue divisi militari erano impeccabili, ma il Congo, che poteva essere il Paese più ricco dell’Africa, oggi è annoverato tra i più poveri al Mondo, anche per una guerra civile senza fine, dopo la sua fuga e la morte.

Altra disgrazia per i Popoli africani è stato Hailé Mariam MENGHISTU, dittatore dell’Abissinia, detto “il Negus nero” che, dopo la detronizzazione dell’anziano e vero “Negus” Hailé SELASSIE, instaurò nel Paese il “terrore rosso” con feroci persecuzioni ed esecuzioni anche di molti religiosi etiopi; era stretto alleato dell’URSS e di Cuba, con le sue guerre di aggressione a Eritrea e Somalia impoverì enormemente l’Abissinia. Fu dimesso da un golpe militare il 2007 e condannato a morte per genocidio: 500 etiopi tra cui moltissimi studenti.

Molto ci sarebbe da dire anche sul dittatore della Somalia Mohammad Sead Barre, purtroppo spesso foraggiato anche dall’Italia con parecchi miliardi, al punto che considerava la Somalia una Provincia italiana! Invece di pensare allo sviluppo del Paese preferì fuggire con il malloppo, lasciando la Somalia in balia del radicalismo musulmano jihadista!

E’ chiaro allora che con tali personaggi il Continente Africa non poteva che rimanere terribilmente sottosviluppato. Unica splendente luce tra i leader africani è stato Nelson MANDELA indimenticabile Presidente del Sud Africa dopo essere riuscito a eliminare pacificamente l’”apartheid” e a pacificare bianchi e neri!

Dunque il destino dei Popoli africani, il loro avvenire di benessere in tutti i sensi, non può essere l’Europa, e tanto meno l’Italia, ma l’impegno, anche militare, a eliminare grandi e piccoli dittatori che impoveriscono sempre più gli Africani, con la loro corruzione, inefficienza e  complicità con le famigerate multinazionali che rapinano le immense risorse del Continente Africa, e un ruolo negativo in questo senso lo svolge anche il più grande Paese comunista, la Cina, da anni ormai avviata  verso uno sviluppo i per capitalista, sempre con la dittatura di un solo partito!

Proprio la Storia dell’Europa, e dell’Occidente in genere, insegna che la premessa di ogni progresso economico e civile è nella libertà e democrazia, che si conquistano con le lotte! Invece da anni assistiamo all’arrivo su gommoni strapieni, e facili all’affondamento, di migliaia di profughi che fuggono dall’Africa:  quasi  tutti giovani e anche donne con bambini, un crimine, questo, di cui dovrebbero rispondere a un Tribunale Internazionale prima di tutto chi governa i Paesi del Subshara, e soprattutto la Nigeria; ma responsabile  del “malaffare profughi” è anche tutta la filiera, dalla partenza dal  Paese d’origine, all’arrivo in Libia e poi l’Italia, avamposto d’Europa, con le false coop, ecc. Tra i numerosi annegati vi figurano, e vi sono ancora, purtroppo, anche molti bambini e questo è il sintomo più doloroso di quella che possiamo definire la iniziale “Terza Shoah nera”, quella del XXI secolo.

E’ inaccettabile che migliaia di giovani africani, con la scusa delle guerre, odi e dittature, fuggono dai loro paesi, lasciano le famiglie nella insicurezza per cercare la loro sicurezza personale in Europa. I nostri partigiani, anch’essi giovani, dopo il luglio  1943 si votarono a liberare l’Italia dal nazifascismo e tanti ne morirono eroicamente! Invece non è raro vedere davanti ai nostri cimiteri o negozi giovani neri chiedere la elemosina! Questo è assenza completa di orgoglio personale, residuo ancora negli anni duemila di una remissività a un atroce destino di presunta impotenza per una ribellione all’interno dei propri Paesi e soprattutto di  scarso amore per le proprie radici che sono e rimangono in Africa. Che ne sarà del Continente africano se la più valida gioventù lo abbandona all’egoismo di pessimi governanti e rapaci neocolonialisti?

Chi propaganda e suggerisce l’ “accoglienza in Italia” senza  alcuna prospettiva e garanzia non pensa al vero bene per i Popoli africani, che è quello di rimanere in Patria e lottare, comunque, per liberare i vari Paesi dai “roditori” delle risorse nazionali, roditori responsabili primi della loro miseria. Naturalmente di fronte a una donna nigeriana con un bambino che  ha bisogno di tutto nessuno può rimanere indifferente: questa è l’unica accoglienza ammessa, l’unica giusta solidarietà. I profughi “economici” senza un contratto altro non sono che invasori della UE e del’ Italia. L’emigrazione italiana del II dopoguerra avveniva previo accordi con Francia, Germania, ecc.

Chi ipocritamente dissente da iniziative di contenimento dell’arrivo degli Africani, e non solo,  al di là di quanto prevedono gli ingiusti accordi di Dublino, dovrebbe avere l’onestà di stabilire una data entro la quale è possibile accogliere, in Italia,  una precisa percentuale  di un miliardo di neri, considerando che anche gli altri, giustamente dal loro punto di vista, possono reclamare lo stesso  diritto di venire in Europa, cioè in Italia! E’ ovvio che nessuno lo può fare. Allora ha fatto bene l’attuale governo Conte far capire alla UE che chi approda in Italia approda nella UE! Giusta e generosa l’Idea di Taiani  (F.I.) di un “Piano Marshall” anche per i Paesi africani, come avvenne per l’Italia nel Secondo dopoguerra, ma con tutte le cautele rispetto  a chi li governa! Tra i  Paesi della UE che necessitano di braccia e Paesi africani che necessitano di lavoro  andrebbero stabiliti accordi precisi, esempio: Italia e Belgio anni ’50: braccia italiane per le miniere di carbone e carbone belga all’Italia per le industrie.

Ma alla fine l’unica verità e l’unica soluzione al problema di un intero Continente sottosviluppato è questa: solo i neri sono e possono essere i protagonisti del loro destino, ricordino l’altra immensa luce della “Negritudine”, Martin Luther KING, l’eroe, poi vittima, dei Diritti civili dei  neri d’America, anche gli Africani dovrebbero ricordare il suo grido, il suo programma “I have a dream”: significava il sogno dell’uguaglianza negli USA tra bianchi e neri; il sogno dei neri d’Africa oggi dovrebbe essere quello di liberarsi da ogni complesso di inferiorità economica, hanno solo bisogno di molti altri Mandela e King: sui gommoni costringano i loro cattivi e disonesti governanti e questi sì…  via nell’Oceano, altro che Mediterraneo!

Luigi Gatta
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