L’Abbazia di Monte Sacro ”dimenticata” dal Suo Pastore

Lettera aperta a Mons. Domenico D’Ambrosio

Lettera aperta a Mons. Domenico D’Ambrosio, Arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo.

Eccellenza Reverendissima,
chi Le scrive è un indegno cristiano dimorante nella Arcidiocesi da Lei amministrata, il quale, superando timori riverenziali, si fa latore dell’incredulità suscitata tra i suoi concittadini mattinatesi dopo aver letto l’articolo pubblicato giovedì 24 maggio u.s. dal quotidiano regionale La Gazzetta del Mezzogiorno a firma di Francesco Mastropaolo che così titolava: ìDegrado abbazie garganiche, D’Ambrosio accusa la Sovrintendenza: il Vescovo ora spera nell’intervento del ministro Rutelli. Un triste destino accomuna Kàlena a Peschici e San Leonardo di Siponto. Anche l’abbazia di Santa Maria alle isole Tremiti rischia di cedere al passar del tempoî.

Niente da eccepire sul contenuto dell’articolo per la ferma presa di posizione a favore delle tre meritevoli testimonianze dell’arte e della cristianità del territorio garganico, ma una Sua omissione nel novero delle antiche badie non è passata inosservata a quanti, come chi Le scrive temono per le sorti di un altro complesso monumentale benedettino di proprietà del Comune di Mattinata.

Avrà capito il mio riferirmi all’Abbazia della SS. Trinità di Monte Sacro che, stando a quanto da Lei dichiarato pubblicamente al termine della missione parrocchiale del giugno 2006, Le sta particolarmente a cuore.
In quella occasione, nella omelia che concludeva la Sua permanenza tra la gente di Mattinata, aveva annunciato la Sua partecipazione al Pellegrinaggio che si sarebbe tenuto l’11 luglio successivo, evento che annualmente si rinnova da 24 anni e che nel 1994 fu reso più solenne dalla significativa, indimenticabile partecipazione del Suo predecessore sulla Cattedra Sipontina, il compianto Mons. Vincenzo D’Addario.
Tanto dal pulpito che attraverso manifesti affissi dalla civica Amministrazione fu data pubblicità alla Sua partecipazione e non Le nascondo quale fu la delusione di chi Le scrive e di tutti i pellegrini quando al mattino, al momento di partire, il parroco don Francesco La Torre annunciò la Sua non presenza, per sopravvenuti impegni.

Voglio anche ricordarLe il Premio Faraglioni di Puglia assegnatoLe nell’estate 2005 dal Sindaco di Mattinata Angelo Iannotta alla presenza di un folto pubblico, per l’impegno da Lei profuso proprio per il recupero dell’Abbazia di Kàlena, encomiabile sforzo speso non solo per giustificabile dovere di campanile essendo Peschici la Sua città natale, ma, anche se sottaciuta nella motivazione del Premio, implicita era la richiesta di un pari interessamento per il Sacro Monte mattinatese da cui deriva il titolo di Abbazia Mitrata alla nostra chiesa di Santa Maria della Luce, del quale ultimo insignito fu l’Arciprete-Abate Mons. don Salvatore Prencipe.

Non intendo riproporre lo storico dualismo che otto secoli fa contrappose Kàlena a Monte Sacro con una lunga serie di controversie giudiziarie che finirono per incidere, tra le altre cose, sulle floride economie del tempo fino a portare entrambe ad un progressivo depauperamento. Si sa le cause costano e costavano anche nel XII- XII secolo, quando gli abati erano costretti a sobbarcarsi continui viaggi in Vaticano per perorare le rispettive sacrosante ragioni.

Recentemente la ricercatrice tedesca Sabina Fulloni ha pubblicato un bellissimo testo dal titolo ìMonte sacro: l’Abbazia dimenticataî, frutto delle Missioni archeologiche del Museo Nazionale di Norimberga tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta. Mai come in questa circostanza un titolo si è rivelato più profetico!

Eccellenza, Lei in questa circostanza ha dimenticato la nostra Abbazia!

Da due giorni continuo a pormi la stessa domanda, in attesa di improbabili risposte: forse l’Abbazia di Monte Sacro è figlia di un Dio Minore?
Provo a darmi un risposta rileggendo l’articolo dal quale è scaturito questo intervento.

ìSe non fossi vescovo denuncerei la Sovrintendenza, ci sono tutti gli elementi per poterlo fareî. Indice puntato contro la Sovrintendenza per i Beni archeologici della Puglia del Vescovo mons. D’Ambrosio, deluso per come sono stati gestiti i fondi Pis Gargano per i lavori all’Abbazia di San Leonardo di Siponto.(..)
Il recupero delle tre Abbazie potrebbe avvenire direttamente grazie all’intervento del Governo.(..)
ìL’attenzione da parte del Ministero dei Beni Culturali – ha spiegato il presule – c’è, Rutelli mi ha dato delle indicazioni importanti e siccome lo ritengo una persona seria come tutti i politici, sono sicuro che manterrà la parola.î

Nei mesi scorsi gli organi di informazione (io stesso me ne sono occupato sul sito che ospita questa lettera aperta nell’articolo hanno infatti riferito di incomprensioni circa l’utilizzo dei fondi Pis tra l’Autorità ecclesiastica e il Presidente del Parco Nazionale del Gargano Giandiego Gatta, il quale, di fronte al Suo diniego della destinazione degli Ospitales di san Leonardo in Lama Volara, di proprietà della Diocesi sipontina, quale struttura ricettiva-direzionale in uso all’Ente Parco, aveva ventilato l’ipotesi di dirottare i finanziamenti proprio sul complesso monumentale mattinatese.

E’ forse questo il motivo della Sua occasionale amnesia?

E’ proprio per smentire queste malevoli interpretazioni che Le chiedo un intervento chiarificatore che conforti il Suo gregge mattinatese circa la Sua equidistante benevolenza nei confronti di tutto quanto attiene il patrimonio e la storia della Chiesa della comunità ecclesiale sotto la Sua giurisdizione.

Impetrando la Sua paterna benedizione, bacio l’anello.

Antonio Latino
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