Addio a Pasquale Prencipe, icona di un’epoca: il gigante buono di Mattinata
- 8 Novembre 2024
Tra musica, sport e amicizia, ha incarnato lo spirito di trasformazione degli anni '70 e '80, lasciando un'impronta indelebile nella comunità di...
Racconto natalizio che ripercorre le emozioni dei bambini che, nella notte della Vigilia di Natale, aspettano con ansia l’arrivo di Babbo Natale
“La notte prima di Natale” è un famoso racconto breve di natale per ragazzi, pubblicato nel 1823 in forma anonima e poi attributo a Clement Clarke Moore.
Il racconto ripercorre le emozioni dei bambini che, nella notte della Vigilia di Natale, aspettano con ansia l’arrivo di Babbo Natale.
E’ grazie a questo racconto se oggi, il vecchietto più famoso al mondo, lo immaginiamo vestito di rosso, con una barba lunga bianca e una faccia bonaria, che seduto sulla sua slitta trainata da renne, porta doni a tutti i bimbi del mondo in una sola notte.
Vi lasciamo alla lettura del racconto sperando che vi regali qualche minuto di svago, che vi porti alle mente quelle emozioni di bambino in attesa, che infonda nelle vostre case un po’ di magia natalizia in questo anno particolare che sicuramente magico non lo è stato.
Buona lettura!
“Era la notte prima di Natale
e tutta la casa era in silenzio,
nulla si muoveva, neppure un topino.
Le calze, appese in bell’ordine al camino,
aspettavano che Babbo Natale arrivasse.
I bambini rannicchiati al calduccio nei loro lettini
sognavano dolcetti e zuccherini;
la mamma nel suo scialle
ed io col mio berretto
stavamo per andare a dormire nel letto
quando, dal giardino di fronte alla casa, giunse un rumore.
Corsi alla finestra
per vedere che cosa fosse successo,
spalancai le imposte e alzai il saliscendi.
La luna sul manto di neve appena caduta
illuminava a giorno ogni cosa
ed io vidi, con mia grande sorpresa,
una slitta in miniatura
tirata da otto minuscole renne
e guidata da un piccolo vecchio conducente, arzillo e vivace;
capii subito che doveva essere Babbo Natale.
Le renne erano più veloci delle aquile
e lui le incitava chiamandole per nome:
“Dai, Saetta! Dai, Ballerino! Dai, Rampante e Bizzoso!
Su, Cometa! Su, Cupido! Su, Tuono e Tempesta!
Su in cima al portico e su per la parete!
Dai presto, Muovetevi!”
Leggere come foglie
portate da un mulinello di vento,
le renne volarono sul tetto della casa,
trainando la slitta piena di giocattoli.
Udii lo scalpiccio degli zoccoli sul tetto,
non feci in tempo a voltarmi che
Babbo Natale venne giù dal camino con un tonfo.
Era tutto vestito di pelliccia, da capo a piedi,
tutto sporco di cenere e fuliggine,
con un gran sacco sulle spalle pieno di giocattoli:
sembrava un venditore ambulante
sul punto di mostrate la sua mercanzia!
I suoi occhi, come brillavano!
Le sue fossette che allegria!
Le guance rubiconde, il naso a ciliegia!
La bocca piccola e buffa arcuata in un sorriso,
la barba bianca come la neve,
aveva in bocca una pipa
e il fumo circondava la sua testa
come una ghirlanda.
Il viso era largo e la pancia rotonda
sobbalzava come una ciotola di gelatina quando rideva.
Era paffuto e grassottello, metteva allegria,
e senza volerlo io scoppiai in una risata.
Mi fece un cenno col capo ammiccando
e la mia paura sparì,
non disse una parola e tornò al suo lavoro.
Riempì una per una tutte le calze, poi si voltò,
accennò un saluto col capo
e sparì su per il camino.
Balzò sulla slitta,
diede un fischio alle renne
e volò via veloce come il piumino di un cardo.
Ma prima di sparire dalla mia vista
lo udii esclamare:
“Oh Oh Oh Buon Natale a tutti
e a tutti buona notte!”