La damigiana misteriosa

“Guarda caro, che cosa simpatica… forse qui c’era la Cantina sociale…”

Con l’arrivo della primavera, soprattutto nei fine settimana, si rivedono i primi turisti: tra essi non mancano quelli alla continua ricerca di curiosità o dotati di uno spiccato spirito di osservazione.

Domenica scorsa percorrevo via Vittorio Veneto preceduto da una coppia di coniugi non proprio anziani, in procinto di recarsi in parrocchia per ascoltare la Santa Messa.
Giunti in prossimità del vecchio mulino, ormai inattivo da circa trenta anni, proprio mentre stavamo per imboccare lo slargo che precede il viale don Salvatore Prencipe che conduce verso la Chiesa, ho ascoltato la signora, rivolta al marito, esclamare: ´Guarda caro, che cosa simpatica: il monumento alla damigiana. Forse qui c’era la Cantina sociale di Mattinataª.

Divertito da quella originale interpretazione, ho sentito il dovere di intervenire, dopo aver chiarito che la fortuita audizione non voleva essere violazione della privacy, e dare opportuni ragguagli, tanto sull’edificio (mulino e non cantina) che sulla damigiana.
In particolare su quest’ultima, in realtà una mola di mulino o sfarinatoio in nera pietra vulcanica, pregevole, nonchè grosso reperto archeologico rinvenuto nell’immediato secondo dopoguerra nell’agro dove oggi è il Camping Il Principe (ex San Lorenzo) e lì collocata a suo tempo per attinenza con il vecchio opificio dismesso.
Oggi suppongo che, non solo la coppia che abbiamo strumentalizzato quale pretesto incidentale, ma la stragrande maggioranza dei miei concittadini non conosce cosa si cela dietro quella damigiana misteriosa, villanamente imbrattata di vernice gialla dai soliti vandali.

Nella contrada ìIl Principeî (dove fu trovato il pezzo inferiore di una grossa mola da molino di lava vulcanica, successivamente collocata davanti al molino dei fratelli Basso), si vedono ancora degli ipogei e una necropoli dell’età del ferro, con numerosi loculi, ormai in gran parte distrutti, la quale ìa quando a quando restituisce qualche bucchero nero lucido, qualche capeduncola, qualche piccolo pendaglio di bronzo a Protome di animali. Fu visitata dall’ing. (colonnello, n.d.r.) Angelucci, e dai professori Rellini, Esther Loiodice e Battaglia. Vi si rinvennero corredi funerari, alcune grandi fibule serpeggianti, foliate e a doppia spirale (di cui una insieme con un’ascia di bronzo fa parte della collezione del dott. Sansone), altri manufatti in bronzo, in argento e anche in oro, monete, oggetti di ceramica.î (Don Salvatore Prencipe: Mattinata la nuova Matinum ñ 1968).

ìLa Coppa del Principe, oltre a presentare avanzi di complessi paleocristiani (grotta delle colonne, grotta dei morti, grotta dei marinai), presenta anche avanzi di ville romane del basso impero (contemporanee al complesso di Agnuli, n.d.r). Nella zona è stato recuperato uno sfarinatoio a campana in basalto bolloso.î (Matteo Sansone: Panorama archeologico del Gargano ñ 1972).

Mattinata, 28 marzo 2006

Antonio Latino
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