La comunita’ mattinatese si stringe nel dolore e nella commozione per la perdita dell’amata Anna Ruggiero

”Anna è destinata a restare nella memoria in ognuno che ha avuto il privilegio di incontrarLa o conoscerLa”

Anna Ruggiero insieme ai ragazzi dell’UAL

La morte dell’amata docente liceale di filosofia Anna Ruggiero coinvolge nel cordoglio l’intera comunità. 

Anna è destinata a restare nella memoria in ognuno che ha avuto il privilegio di incontrarLa o conoscerLa. 

È stata il simbolo di un impegno essenziale, asciutto, diretto ed immediato senza mai farsi domande sulle eventuali conseguenze sul piano delle convenienze umane.

La Sua fede in Cristo che salva non Le consentiva infatti nessuna deroga!

È stata la forza della Sua multiforme attività di un volontariato fuori da ogni schema, osando e riuscendo nei settori dove in tanti hanno fallito o non hanno avuto la costanza della Sua pervicace ed incisiva azione.

Lo ha fatto, senza inutili elucubrazioni teoriche, ma testimoniando la carità evangelica, allorquando nel silenzio e nella discrezione agevolava con i fatti concreti l’inserimento nel tessuto economico e sociale di famiglie straniere;

lo ha fatto con l’innovativo, profetico e rivoluzionario progetto “Cultur arte“ con cui i giovani diversamente abili di Mattinata hanno trovato nell’ambito dell’UAL, Unione Amici di Lourdes, uno spazio non soltanto ricreativo, ma di responsabilità con i genitori ed i tanti volontari attratti da una sfida capace ancora oggi di stupire; 

lo ha fatto nella parrocchia catechizzando con la sua testimonianza di donna di fede intrisa di dottrina e di afflato evangelico il fluire di diverse generazioni, accompagnata dal suo enorme patrimonio culturale, e con un’attività mirata e decisa nei confronti dei bisognosi con il banco alimentare.

Una esistenza al servizio dei deboli perché intrisa di una fede viva, da umile fedele di Gesù Cristo.

Aveva la piena consapevolezza che l’energia, lo spirito, la forza del suo orizzonte ecclesiologico derivava dal suo legame alla Santissima Trinità, alla Chiesa, ai parroci ed agli insegnamenti dei suoi genitori: la mamma Emilia, storica donna dell’Azione Cattolica ed al papà Pasquale, uomo caratterizzato dal forte impegno civico. 

Non una donna clericale, né inserita negli sterili meccanismi della superficialità della storia locale.

La compianta Anna ha saputo risagomare la storia di una comunità soprattutto con pensieri d’altura capaci di essere universali per i contenuti e per quel tocco di inusitata bellezza che assume  le sembianze della singolare solidarietà.

Una sintesi che si ritrova intatta  laddove in filigrana si scorge una fede  solida, radicata nella concretezza di gesti e di sensibilità appunto universale ed in questo senso cattolica, facendo emergere una autentica torsione di mondi che si incontrano per esaltare il senso dello stare insieme.

Il Suo delicato incedere è stato il plastico confronto del Suo essere con ciò che ha concretamente fatto, sostenuto da pensieri ultimi perché la quotidianità diventasse la meta di Dio. 

Nella convincente asserzione di Ivano Dionigi “Di fronte a scenari che decretano il disorientamento della ragione il soccorso può venire solo da pensieri lunghi“ viene fuori lo sguardo lontano della cara Anna che non ha esitato a varcare i recinti rassicuranti della propria esistenza per essere testimone di una umanità spesso dimenticata.

“C’è un’età in cui si insegna ciò che si sa” …e Lei lo ha fatto con brillantezza e successo prima alla  scuola media di Mattinata e poi al liceo classico di Manfredonia; ed “un’altra in cui si insegna ciò che non si sa“: è la ricerca che ci fa oltrepassare la soglia del nostro sapere; è l’orizzonte che con le sue tante iridescenze si è desiderosi di conoscere; è il nuovo che si colloca nella dimensione cognitiva del bene comune che  necessita di essere irrobustito.

Ora Anna è faccia a faccia con Dio che ha sempre ritenuto dominatore dell’uomo e della storia senza infingimenti in una prospettiva profondamente etica, da cui ha fatto scaturire un impegno che certamente non entrerà facilmente nell’oblio perché sarà bello e costruttivo ricordare una donna coraggiosa,  soprattutto quando in tanti sono chiamati a custodire memorie preziose. 

Non la venerazione delle ceneri, ma la custodia di un fuoco che convintamente parlerà alle generazioni che verranno.

Grazie, diletta Anna, per aver condiviso i percorsi della comunità e per aver con la Tua fede, sagacia ed intelligenza saputo anche raddrizzare i sentieri di tanti giovani smarriti.

Michele di Bari

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