Le tradizioni di Ognissanti e dei Defunti a Mattinata: un viaggio nelle antiche usanze
- 31 Ottobre 2024
L'àneme i murt! E ndla sacchett che purt?
Lunedì 4 agosto incontro pubblico per la presentazione del libro di Peppino Argentieri presso il Giardino Monsignore
“La bambina con la chiave appesa al collo. Memorie e opere di un primo cittadino” E’ il titolo del libro con il quale Peppino Argentieri, sindaco di Mattinata per quasi quindici anni, traccia uno spaccato di Mattinata negli anni settanta e ottanta.
Lunedì 4 agosto la presentazione del volume alle ore 19 presso il Giardino Monsignore. Interverranno, oltre all’autore, il sindaco Michele Prencipe, l’avvocato Matteo Giuffreda, il poeta Francesco Granatiero e il magistrato Mariangela Carbonelli.
Argentieri, come ha scritto nella presentazione Giuffreda, “fissa la sua mente sul passato: sentimenti, eventi, emozioni, incontri costituiscono il tessuto che lo tiene legato alle sue radici, ai suoi affetti, alla comunità tutta di Mattinata e quindi al presente”. La storia di Argentieri ha inizio negli anni Sessanta: “In Germania, scrive l’ex sindaco, ho lavorato come manovale in una fabbrica, poi come postino, quindi come insegnante, complessivamente per undici lunghi anni. Non posso dimenticare la bambina del primo anno che veniva a scuola a dicembre con vestiti leggeri e la chiave di casa appesa al collo… Ancora oggi questo ricordo risveglia in me un misto di angoscia e tenerezza…”. E sarà l’immagine di questa ragazzina che in un dicembre freddo e nevoso si reca a scuola e nello stesso tempo è vigile custode della casa mentre i genitori sono al lavoro – sottolinea Giuffreda – che porterà Argentieri all’impegno nel sociale. E così, sospeso tra due società e due culture, Argentieri diventa primo cittadino allorquando viene eletto sindaco. E qui i ricordi si snodano attraverso il resoconto delle vicende di Mattinata e del fervore con cui vengono affrontati dal Comune i tanti problemi sul tappeto. Un settore di eccezionale impegno, in un epoca in cui tale sensibilità non era comune, per Argentieri è stato la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico a iniziare da monte Sacro e monte Saraceno.
Affiorano tanti episodi ed incontri: quelli con persone umili e bisognose di aiuto e di comprensione e quelli con autorevoli esponenti della politica e della cultura. Ai sentimenti di solidarietà, di amicizia e di rispetto acquisiti in Germania è improntata la sua attività di politico. Questi sentimenti permarranno nella sua vita di comune cittadino, come dimostra la stima da cui Argentieri è tuttora circondato. “Mai uno spunto di acredine o di rimprovero – continua Giuffreda – si ritrova in queste pagine, ma ricordi e attestati di benevolenza verso quanti gli sono stati vicino ed in particolare verso Mimì Romano, Berardino Arena, Mimì Cusano. Ed attestati di affetto e di stima sono le pagine che egli dedica a don Salvatore Prencipe, Matteo Sansone, Giuseppe Scirpoli, Francesco Granatiero, Michele di Bari.
“Spetta agli amministratori locali e a tutti i cittadini – scrive Argentieri – la corretta gestione di un territorio. Affinché si abbia la piena valorizzazione di tanta bellezza è necessario che ognuno di noi abbia profonda coscienza del suo valore. Perché soltanto l’amore e il rispetto che nascono dalla cultura possono esaltare la nostra terra con la sua ricchezza paesaggistica, storica e spirituale”.
(Foto: Mattinata Ieri)