Inaugurazione della nuova chiesa di San Pio da Pietrelcina
In un giorno voluto, un gesto dovuto
Il primo luglio 2004, a San Giovanni Rotondo, si è celebrata la cerimonia di dedicazione a San Pio da Pietrelcina della nuova e grande Chiesa progettata dall’architetto Renzo Piano.
Padre Pio voleva una chiesa grande, molto grande: e così i devoti di tutto il mondo l’hanno accontentato, elargendo, negli anni, tanti e tanti oboli. Dopo la Basilica di S. Pietro è la più grande della cristianità, privilegio finora della Cattedrale di St. Paul a Londra.
L’inaugurazione, si diceva, in un giorno non a caso. Era infatti proprio il primo luglio quando fu inaugurata l’ormai ìvecchiaî Chiesa di Santa Maria delle Grazie; questo il motivo che ha spinto i frati discepoli del Santo di Assisi a forzare tutti i preparativi per questo storico giorno.
La liturgia è stata presieduta dall’arcivescovo di Manfredonia, Domenico Umberto d’Ambrosio, delegato della Santa Sede per le Opere e il Santuario pugliese. D’Ambrosio è stato assistito da 7 diaconi e da circa 700 concelebranti (tra cui 10 cardinali, 120 vescovi e 500 sacerdoti). Si è registrata comunque la presenza complessiva di almeno 2.000 prelati. I fedeli sono stati invece centinaia di migliaia.
Vastissima la copertura dei mezzi d’informazione. Rai 1 ha offerto in esclusiva una diretta della cerimonia per due ore, dalle 16,30 alle 18,30. Le immagini sono state acquistate dalle televisioni di decine di Paesi e sono stati accreditati oltre 300 giornalisti da tutto il mondo.
Sono esattamente 1.076 i metri di speciale tessuto occorsi alla Sartoria liturgica X Regio di Treviso per confezionare le 200 casule e 500 stole dei prelati concelebranti, oltre alle grandi dalmatiche dei 7 diaconi. Si tratta di una tela di pura lana a quattro capi ritorti, tramata in lurex argento, realizzata con una tecnica particolarissima (è usata solo per i paramenti sacri) che impedisce alla stoffa di prendere pieghe.
Prodotti a Prato, e quindi donati dall’Unione Industriale Pratese, anche stoffa e confezione del Polistavrion che è stato indossato dal celebrante principale, l’arcivescovo d’Ambrosio. Si tratta di un completo, casula, stola e mitra, che prende il nome (polistavrion, in greco ìmolte crociî) dal particolare disegno del tessuto, appunto con molte croci.
Il tessuto, in due versioni, è un jacquard cosiddetto doppio alternato a due effetti. I toni di colore dominanti sono il porpora e l’oro, ciascuno dei quali composto da filati (dominanti il lurex e la seta) di sfumature diverse, che conferiscono alla stoffa un effetto cangiante particolarmente raffinato. In più, gli ornati di casula e mitra, in lana e oro, sono tempestati di oltre 1.850 pietre dure sfaccettate, metà corniola rossa e metà globuli e grani d’oro. Questi paramenti, oltre a quelli dell’altare e degli addobbi principali, hanno richiesto altri 120 metri di stoffa.
La ricerca iconografica sul Polistavrion è stata realizzata dallo studio Ballarin di Venezia su mosaici, affreschi, miniature e icone considerati in un periodo di tempo di sette secoli, dal più antico, 1191, alla metà del secolo XIX.
I numerosi fedeli, rimasti composti e silenziosi anche nelle ore precedenti la funzione religiosa, sono stati aiutati nella visione anche da maxi-schermo posti all’ingresso della Chiesa. Nemmeno il sole cocente li ha spaventati e scoraggiati.
Joaquim Navarro Valls, portavoce della Santa Sede, giunto a San Giovanni Rotondo per l’inaugurazione, ha riferito che ìil Papa è contento di San Giovanni Rotondo e di questa nuova chiesa dedicata a san Pio. In dieci anni – ha detto – San Giovanni Rotondo è completamente cambiata. Eravamo qui quando c’era soltanto un arco, ora c’è un grande centro di culto e di fedeî.
Insomma tutto si è svolto secondo le attese e le previsioni, e nemmeno le polemiche che hanno minato l’immediata vigilia della cerimonia, sulla possibile traslazione dei resti del Santo dalla vecchia alla nuova chiesa, hanno distratto i numerosi fedeli da quello che è stato il vero tema della giornata: regalare a San Pio una sua nuova chiesa.