I compagnucci del Municipio e i lavori al 2° plesso

Ovvero quando nelle istituzioni vige la regola del vogliamoci bene…

Pubblichiamo di seguito una Lettera aperta, giunta in redazione, riguardo ai lavori di ristrutturazione del 2°plesso delle Scuole Elementari Don salvatore Prencipe di Mattinata.

A distanza di più di un mese dal precedente intervento sull’argomento, pubblicato da questa redazione come lettera aperta, non possiamo non constatare, in tanto silenzio, come questa sia diventata lettera morta.

La cosa non ci meraviglia più di tanto avendo già in passato avuto modo di sperimentare, utilizzando i diversi canali di comunicazione ufficiale (vedi URP) che un cittadino ha a disposizione per dialogare con chi amministra la Cosa pubblica, che non è costume della Amministrazione Comunale di Mattinata dare risposte (si legga in proposito l’interessante intervento nel Forum dal titolo Più reattivi… forza a firma di Matteo Fischetti).

E comunque non dare risposte è un diritto inviolabile di chiunque, anche se istituzionalmente poco corretto nel caso di pubblici amministratori, specie se a sollecitarle è l’estensore di queste righe il quale, bontà sua, non ambisce tanta considerazione.

Ad onor del vero vi è stata un’unica volta in cui il nostro beneamato signor Sindaco si è degnato di risponderci e lo ha fatto pubblicamente la scorsa estate nel bel mezzo di una conferenza per rassicurarci circa il cambio di denominazione di una strada cittadina, a suo dire già deliberato, per rimediare ad una svista di qualche incolpevole amanuense alle dipendenze dell’Ente comunale. Ad oggi, come a darci ragione, la strada si chiama ancora Via Abbazia di Santo Stefano.

Ma torniamo alla lettera aperta, pubblicata sul sito il 22 settembre u.s.

In data 26 settembre si è riunito il Consiglio dell’Istituto Comprensivo di Mattinata nel corso del quale, preso atto dell’esistenza di locali idonei ad essere utilizzati per la didattica in uno stato di evidente emergenza come quello che i bambini di Mattinata stanno vivendo, si comunicava al Sindaco di Mattinata (o al suo Assessore competente) la disponibilità manifestata in questa direzione perchè si adottassero con la dovuta urgenza i provvedimenti del caso (vedi sistemazione provvisoria previo sgombero e pulizia).

Costatiamo come nulla è stato fatto in questa direzione e quello che più irrita è la lentezza con la quale procedono i detti lavori, quando il cartello affisso all’esterno del plesso in ristrutturazione recita così: data inizio lavori 21 luglio 2006 ñ data consegna lavori 17 novembre 2006. Forse si tratta di un 17 novembre lungi da venire anche perchè chi ha avuto l’interesse a documentarsi (basta andare sulle pagine dello scarno del Comune di Mattinata) non ha potuto fare a meno di accorgersi che nel bando di concorso non è stata indicata alcuna penale in caso di ritardata ultimazione dei lavori.

E’ solo una veniale svista addebitabile ai competenti Uffici Comunali?

La cosa ci lascia quantomeno perplessi, vista l’urgenza del caso specifico, oltre che amareggiati. Ma se per i potenti va bene così!
E per potenti non intendiamo solo i componenti di maggioranza, ma anche chi dovrebbe dai banchi dell’opposizione vigilare e tutelare i diritti di chi non ha voce, non per un fatto meramente propagandistico, quanto per un preciso compito istituzionale in un corretto rispetto dei ruoli e delle attribuzioni.

A Mattinata questa regola non scritta non esiste neanche nelle buone intenzioni e a peggiorare la situazione i quattro consiglieri di minoranza (evito di chiamarli di opposizione perchè non possono essere definiti tali) sono a loro volta frammentati in ben tre gruppi consiliari, ognuno agente per proprio conto (a smentire quanto proclamato in fase programmatica dalla lista Primavera di Mattinata, ricordate Pietro Folena?) lungi ancora da trovare casa in Unione, Ulivo o Partito Democratico in fase di gestazione.

Tutto ciò a vantaggio della maggioranza che può così operare indisturbata, forte del tacito silenzio/assenso, se non consenso da parte di una opposizione da isola che non c’è.

Esiste invece un’isola felice che prospera nel mare della tranquillità con una sorta di Governo utopistico sul tipo Città del sole (non quella dei balocchi bensì quella idealizzata da Tommaso Campanella nel cinquecento) dove la politica dominante è quella del vogliamoci bene (alla italiana maniera), o per meglio dire del non facciamoci del male.

Questa consorteria di amiconi paciosi potrebbe ispirare, dopo le fortune dei ben più noti Compagniucci della parrocchietta (esilarante gag di Alberto Sordi negli anni ’50) e Compagniucci del quartierino (gli speculatori immobiliari, meno simpatici e perseguiti dalla Legge, nonchè più recenti) l’appellativo fatto in casa nostra di Compagniucci del Municipio.

Anche perchè di Compagni veri, nel senso di militanti della Sinistra storica, non ne esistono più grazie al revisionismo degli ultimi quindici anni operato anche a livello locale.

Non ci resta che rimpiangere gli anni in cui la Democrazia era partecipata anche agli ambienti più distanti dalla politica dei Partiti e delle sezioni a suon di tazebao reciproci che animavano il confronto, spesso anche aspro, ma favorivano la crescita in direzione di una Democrazia condivisa.

Tace da qualche tempo anche la voce dissacrante del vecchio Zio Ho, mentre l’ultimo ricordo di un’epoca che fu è affidato al solito murales redatto da un amanuense di un partito di maggioranza che si ostina a catechizzare improbabili lettori con stralci degni dell’Osservatore Romano (nella migliore delle ipotesi) o del Giornale del Cavaliere (niente in parentesi).

Ho concluso i precedenti interventi su queste pagine con appelli inneggianti alla Resistenza (che hanno anche fatto sorridere qualcuno) non solo nel senso storico del termine, ma soprattutto con l’intento di risvegliare coscienze assopite se non proprio rassegnate (al peggio).
Da ora in avanti non abuserò più di questo pur indovinato slogan mutuato da Francesco De Gregori. Le reazioni scarseggiano tanto quanto a repliche dirette, che in cambiamenti tangibili nei comportamenti degli interessati (in senso assolutamente bipartisan).

E, ironia della sorte, i nostri figli, almeno per ora e non si sa per quanto tempo ancora, continueranno ad osservare il doppio turno scolastico terminando le lezioni a sera inoltrata quando, per dirla con Cronin… le stelle stanno a guardare!

Mattinata, 26 ottobre 2006

Antonio Latino
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