Gargano, fine estate nell’anti-Salento

Tra spiagge, torri saracene e scogliere punteggiate di pini d’Aleppo, gli itinerari per esplorare lo sperone d’Italia

Nell’estate d’oro della Puglia, oltre al Salento dove risuonano ancora le note di pizzica e taranta, c’è un’altra meta che non smette di incantare con la sua natura selvaggia, le sue calette nascoste e i suoi bianchi borghi incastonati nella roccia. È il Gargano, lo sperone d’Italia, che si protende nel mare Adriatico con le sue candide scogliere punteggiate di pini di Aleppo. Percorrendo le strade che seguono la costa, curva dopo curva, si scopre un paesaggio vario, dove foresta e mare cristallino vivono fianco a fianco. Un itinerario che si apprezza soprattutto a fine estate, quando la folla si dirada e le baie più piccole diventano paradisi per pochi intimi.

SENTIERI NELLA FORESTA UMBRA
Bastano pochi chilometri per cambiare completamente paesaggio. Sulla strada per Vico Garganico si trova uno dei punti di accesso al Parco Nazionale del Gargano. È la Foresta Umbra, un polmone verde da oltre 10mila ettari. Dal centro naturalistico, con il vicino museo, partono decine di sentieri, più o meno impegnativi, per chi ama il trekking nei boschi e i pic-nic nella natura. Magari, per concludere in bellezza, si può arrivare a Vico del Gargano, sia per dare un’occhiata al borgo antico, sia per concedersi un dolce da Pizzicato (via Risorgimento 14, tel. 0884.991245) la più nota pasticceria del Gargano. Molte delle sue specialità sono realizzate con gli agrumi locali, come l’arancia bionda del Gargano e il limone Femminello, che hanno recentemente ottenuto il marchio di garanzia Igp (Indicazione Geografica Protetta).

SULLA STRADA DELLE TORRI SARACENE
Dal porto di Vieste, oltre agli aliscafi per le Tremiti, partono anche le barche che ogni giorno solcano le onde per mostrare grotte scenografiche e calette altrimenti irraggiungibili. Il percorso costeggia il tratto di mare che da Vieste porta a Mattinata, dove, sulle punte più panoramiche, spiccano le torri saracene. Costruite intorno al Cinquecento su iniziativa del Regno di Napoli, servivano per proteggere la costa adriatica dalle incursioni dei turchi. Si distinguono per la loro pianta quadrangolare e, all’interno, si presentano come camere con vista sul mare, collocate a distanza regolare per poter dare l’allarme alle torri vicine con segnali luminosi. Come puntine da disegno su una mappa, le torri saracene sono anche un promemoria che aiuta a trovare le spiagge e gli scorci più belli: dalla lunga spiaggia di Porto Nuovo alla spettacolare Baia di San Felice, dove la torre guarda l’Architiello, un’apertura naturale nella roccia che è una delle cartoline più belle del Gargano. E ancora, la spiaggia di Porto Greco, quella di Porto Piatto e la spiaggetta di Pugnochiuso su cui si affaccia l’omonimo complesso turistico che alterna residence e alberghi con vista sul mare.

LA MONTAGNA SACRA
Una passeggiata sul corso principale di Mattinata è l’occasione per scoprire un vero e proprio tesoro. Sulla strada si affaccia la Farmacia Sansone, che solo per i suoi arredi antichi merita una sosta. Ma una visita più approfondita permette di scoprire le meraviglie della Collezione Sansone, nata dalla passione per l’archeologia del capostipite Matteo. Oltre 4mila fra reperti archeologici e testimonianze della tradizione garganica sono conservati in questo insolito contenitore. Ai piedi del paese, circondate dagli uliveti, ci sono le spiagge di ciottoli di Mattinata, una sosta ideale per riposarsi prima di affrontare l’ascesa alla montagna sacra, Monte Sant’Angelo. Nei secoli passati i pellegrini percorrevano la Via Sacra Langobardorum, che partiva da Mont Saint-Michel per arrivare alla Sacra Grotta di Monte Sant’Angelo. Visitare il paese – bianco e arroccato sulla montagna – e passeggiare nei vicoli del quartiere Junno è come fare un salto indietro nel tempo. In un anfratto si trova la cosiddetta Basilica Celeste, la grotta meta dei pellegrini, dove nel V secolo avvenne l’apparizione dell’arcangelo che ha dato origine al culto di San Michele.

Fonte: Il Sole 24 Ore del 27/08/2010
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