Festa della Madonna Incoronata: tra devozione e fede

Alcuni spunti

La devozione del popolo mattinatese alla Beata Vergine Incoronata trae origine da quella, comune a buona parte del popolo meridionale, per la statua lignea della Madonna nera con Bambinello apparsa nell’XI secolo al pastore foggiano Strazzacappa mentre pascolava i buoi in un querceto sulle rive del torrente Cervaro.

 

La Chiesa rurale che si trova nella valle di Sant’Antonio presso Mattinata fu costruita dal Primicerio (sacerdote dignitario della Basilica di San Michele) Carlo dei Baroni Gambadoro come leggesi in una iscrizione sulla facciata datata 23 febbraio 1695. In essa, custodito in una nicchia chiusa da un vetro, vi è un bel bassorilievo in stucco della Vergine assisa su una quercia che, a differenza di quella venerata nel famoso santuario nelle vicinanze di Foggia, ha il volto chiaro.

 

Nel 1735, come riporta don Salvatore Prencipe in ìMattinata la nuova Matinumî ne era custode un’eremita, tale frà Giovanni Lauriola che abusivamente riponeva in essa, al tempo della raccolta, grano, orzo ed altre vettovaglie. La campana, posta tra due colonnine sulla cuspide del timpano, al centro del quale campeggia un elegante rosone, risale al 1764. Nel 1777 Pio VI concesse a questa Chiesa il privilegio della celebrazione della Santa Messa. La Chiesa passò successivamente ai Marchesi Celentani, quindi alle famiglie Lucatelli, Massella, Malagoli, Azzarone. Attualmente è all’interno dell’Azienda agrituristica Madonna Incoronata della signora Rosalba Lanzetta

.

 

Come la cappella di San Matteo in località Funni, questa chiesetta è ancora aperta al culto e l’ultimo sabato di aprile, dopo i vespri della vigilia, vi si svolge una bella festa, preceduta da una processione che muove dall’edicola mariana posta al centro del sottostante quartiere Incoronata, al termine della quale l’Arciprete di Mattinata, don Francesco La Torre, ai piedi della quercia votiva nei pressi della chiesetta omonima, celebra una Solenne Liturgia.

 

Il legame del Popolo di Mattinata con questa cappella è antico e i più anziani ricordano ancora quando, in tempi di calamità naturali o di guerre, per implorare aiuto si portava processionalmente il quadro della Madonna della Luce fino alla Cappella dell’Incoronata: l’ultima volta fu durante il secondo conflitto mondiale. Lungo il tratturo, un tempo accidentato, è ancora visibile la pietra (lu matarazze) dove solevasi far riposare la Madonna (forse più precisamente i suoi portatori) prima di riprendere il cammino per l’ultimo strappo e far avvenire il fatidico incontro tra le due Vergini ìsorelle

î.

 

Un altro pellegrinaggio alla cappella della Incoronata rimasto famoso è quello descritto nel secondo racconto dal titolo ìL’Arciprete vecchioî all’interno della III appendice della pubblicazione îMattinata tra ë800 e ë900î di Luigi Gatta di cui qui di seguito proponiamo uno stralcio:

 

îIl 1893 fu un anno ricco di avvenimenti per Mattinata: molti nostri vecchi ancora ricordano con commozione la lunga siccità di cui narra anche la Memoria di Mattinata dell’anno 1893 di Giovanni Menichino, un interessantissimo diario inedito. In febbraio non erano ancora germogliati i cereali seminati e in aprile l’acqua si attingeva quotidianamente dai pozzi della Finanza, Liberatore e Nasuti o compravasi per 10 centesimi ogni barile. Una situazione a dir poco drammatica: i raccolti andavano irrimediabilmente perduti, l’avvicinarsi della grande sete estiva, il rischio di epidemie in un contesto dalle condizioni igieniche già di per se precarie.

 

Il ricorso all’intercessione della Protettrice non potè mancare e per volere del popolo si fecero due novene alla Madonna della Luce. Il 7 aprile, perdurando la situazione, l’Arciprete acconsentì a che il quadro venerato fosse portato processionalmente alla cappella dell’Incoronata, come solevasi fare solo in caso di calamità eccezionali, come ad esempio in tempo di guerra. Il 9 aprile la gente si radunò davanti alla chiesa e si racconta che, tanto erano certi dell’esaudimento della loro richiesta, che in molti si erano premuniti di quegli ombrelloni da campagna usati ancora fino a qualche anno fa. L’Arciprete, irritato da questa precauzione, sul sagrato della chiesa si rivolse alla gente gridando: Gente di poca fede, ti lamenti della cattiva stagione e tanto temi quest’acqua tanto desiderata che non ti arrischi a partire senza l’ombrello per paura di bagnarti?. Forse quella gente aveva l’ombrello per troppa fede.

 

Fatto sta che la processione si incamminò verso la chiesetta campestre tra cori di preghiere, canti e due ali di verginelle. Sembra che già lungo il tragitto qualche sparuta nuvoletta fece la sua apparizione nell’azzurro cielo di aprile. Al termine della salita che porta alla cappella l’Arciprete officiò il sacro rito tra la commozione generale, quindi la processione riprese compostamente la via del ritorno verso Mattinata. Ma l’intervento miracoloso non si fece aspettare: il cielo si era nel frattempo gonfiato di nuvole e a metà strada venne giù una abbondantissima pioggia. La cosa commovente fu che nessuno di quei cafoni aprì gli ombrelli, ma levatesi le giacchette, le gettarono sull’icona della Protettrice per evitare che si bagnasse.

 

Il raccolto nell’estate fu eccezionale: 18/20 tomoli nella piana per ogni tomolo di frumento seminato, 15 di avena ed orzo, sui puntoni 10/12 per ogni tomolo, 20/25 di biade nei boschi: nel parco del Barone 3 tomoli di orzo fruttarono 90 tomoli.î

 

Tra i canti che si elevavano lungo il percorso ricordiamo questo: Marie dell’Ingurnète Nd’la Pugghije stè Da vecine e dda lundene Tutte la venene a vvesetè Maria, Maria ,tu seia li uè mije: tu sè e tu puete e Marie aiuteme tu:

 

Ave Maria piena de grazia Del Signore a te benedetta lu frutte De tua dendre,de Gesù. Sanda Maria e Matre de Ddje Preja pe noia piccatore Adesse e nell’ora Della nostra morte,accussì sije Matra Marie!

 

che tradotto in italiano suona così: Maria dell’Incoronata Nella Puglia stà Da vicino e da e da lontano Tutti vengono a visitarla Maria ,Maria tu sai i miei guai Tu sai e tu puoi e Maria aiutami tu:


Ave Maria piena di grazia Del Signore a te benedetto il frutto Del tuo ventre, di Gesù. Santa Maria Madre di Dio Prega per noi peccatori Adesso e nell’ora Della nostra morte, così sia Madre Maria! 

 

Altro momento devozionale caratteristico di questo piccolo santuario locale era, fino a non molti anni fa, l’assolvimento di voti privati con l’organizzazione, anche nel corso dell’anno, di processioni di virginedde (verginelle), ragazze vestite di bianco, con una bianca tovaglia sulle spalle e una corona di spine sul capo (per i dettagli rimandiamo a quanto descritto da don Salvatore Prencipe in îMattinata la nuova Matinumî).

 

A partire dal 1991, a seguito della costruzione del nuovo quartiere in zona 167 denominato appunto Madonna Incoronata, per iniziativa del compianto insegnante Salvatore Del Giudice si svolge la Festa della Madonna Incoronata, con luminarie, fuochi di artificio, spettacoli musicali e quant’altro, cresciuta negli anni ed oggi organizzata a cura del Comitato Feste patronali parrocchiale. Nel 2001, decimo anniversario di quella prima festa, nella piazza centrale del rione Incoronata, si inaugura una edicola devozionale mariana, al centro del quale troneggia una bella immagine della Vergine Incoronata, dedicata alla memoria di Salvatore Del Giudice.

 

Mattinata, 29 aprile 2006

Antonio Latino
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