Emanata un’ordinanza che disciplina l’accensione delle stoppie nelle campagne

Da diversi anni la questione dei fumi è oggetto di discussioni per le conseguenze nocive sulla salute umana

Emanata dalla commissione straordinaria una ordinanza che disciplina l’accensione delle stoppie nelle campagne. Si è voluto, si legge nel provvedimento, “contemperare l’esigenza di favorire le attività agricole, consentendo la eliminazione dei residui vegetali mediante combustione, con la necessità di prevenire i rischi per l’ambiente dovuti alla diffusione di fitopatologie, nel rispetto della disciplina comunitaria, nazionale e regionale, nonché con l’esigenza che le attività di combustione non rechino pericolo all’incolumità pubblica ed al benessere dei cittadini”

Si è così anzitutto stabilito il divieto della bruciatura “quando il materiale derivi ad attività agricole che abbiano fatto uso di prodotti fitosanitari per proteggere e conservare le piante, o influirne sui processi vitali quando il materiale derivi ad attività agricole che abbiano fatto uso di prodotti fitosanitari per proteggere e conservare le piante, o influirne sui processi vitali”. Fuori di questi casi l’attività è consentita, ma con una modifica dell’orario rispetto a quanto previsto dalle precedenti ordinanze sindacali: anziché nella fascia oraria mattutina adesso la combustione sarà ammessa nelle ore pomeridiane. In più l’ordinanza attuale contiene l’espressa previsione che in ogni caso il materiale di risulta della potatura può essere, anziché bruciato, conferito nel centro comunale di raccolta dei rifiuti. Più precisamente l’ordinanza  emanata nei giorni scorsi stabilisce precisamente che è consentita la combustione sul posto del materiale di origine vegetale esclusivamente nella fascia oraria dalle ore 14 alle ore 16 e solo sul luogo di produzione dello stesso. Durante tutte le fasi dell’attività e fino all’avvenuto spegnimento del fuoco, deve essere assicurata la costante vigilanza da parte del produttore o  conduttore del fondo, evitando di abbandonare la zona fino alla completa estinzione dei focolai. La quantità giornaliera di materiale che può essere distrutta mediante combustione non deve essere superiore a tre metri steri per ettaro. La combustione deve avvenire ad una distanza di almeno 50 metri da edifici, strutture e strade e comunque avendo cura di non arrecare danno o molestia ai vicini o al transito sulle strade pubbliche. 

Bruciature frasche a Mattinata. (Foto: Stato Quotidiano – www.statoquotidiano.it)

In ogni caso la bruciatura è vietata in presenza di condizioni di pericolosità (vento, alte temperature, etc.) che possano facilitare la propagazione delle fiamme.  Inoltre è vietata qualora il materiale vegetale non sia adeguatamente appassito o seccato (umidità inferiore al 20%). Un altro divieto è relativo ai periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, così come dichiarati annualmente dalla Regione. In caso di violazione delle modalità e dei divieti stabiliti dall’ordinanza, “salvo ciò non costituisca più grave violazione, ai trasgressori ed agli eventuali obbligati in solido, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 50 ad un massimo di 500 euro”.

Da diversi anni la questione dei fumi è oggetto di discussioni per le conseguenze nocive sulla salute umana, con i medici di famiglia di Mattinata che avevano lanciato vari allarmi. E si arrivò nel 2016, quando, per il particolare andamento climatico di quell’inverno con alta pressione, il sindaco vietò del tutto per alcune settimane e in determinate zone del territorio la bruciatura, per i disagi arrecati da essa alla popolazione locale. Si era verificato infatti che i fumi di combustione, in particolare quelli provenienti dalla piana di Mattinata, venivano spinti dalle correnti d’aria fin nel centro abitato.

Francesco Bisceglia
La Gazzetta del Mezzogiorno
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