“Ditegli sempre di sì”, L’Airone ritorna sui propri passi!

Riproposta la commedia dell’esordio. In scena dal 2 al 5 gennaio.

Ditegli sempre di sì” è il primo passo con cui la Compagnia Teatrale L’Airone si presentò al pubblico mattinatese, più di 20 anni or sono, inaugurando l’esplorazione di una meravigliosa avventura quale è il teatro.

Nella memoria rimane un ricordo dolce e rischioso, come il primo passo di un bambino che impara a camminare, che ha voglia e paura di proseguire, e più prosegue più impara, e anche se cade si rialza di sicuro, e più va avanti e più cancella le incertezze fino a quando camminare diventa naturale.

Speriamo che riproporre la stessa commedia 20 anni dopo sia auspicio di autonomia e maturazione artistica e che la naturalezza con la quale andiamo in scena non abbia intaccato minimamente l’emozione dell’esordio, la stessa emozione che prende lo stomaco e il cuore, che blocca gli arti e paralizza, che pulsa di energia vitale e trasmette tensione positiva ad ogni fremito o sospiro proveniente dal palcoscenico. La stessa emozione che fa del teatro una magia” ci confida uno speranzoso Matteo Guerra, musa ispiratrice della allegra compagnia.

E dopo aver rinnovato gli auspici e le speranze del gruppo, il maestro Guerra non si fa sfuggire l’occasione per una carezza ai suoi compagni di viaggio: “la voglia di emozioni è l’unico motivo che ci tiene qui, per questo i ragazzi lavorano, sudano, faticano per lunghi mesi, fredde sere invernali, rinunciano al pub, alla comoda poltrona, agli amici, agli affetti, perciò li ringrazio: perchè l’unica moneta che accettano per essere remunerati è il vostro applauso, una vostra risata grassa, come insegna don Luigìne ‘o studènte“.

Ditegli sempre di sì” è una commedia poco conosciuta di Eduardo De Filippo, ma è sicuramente una delle più divertenti. Tutta la storia ruota attorno al personaggio di Michele Murri, interpretato da Matteo Prencipe, un pazzo vero, con l’idea fissa della letteralità linguistica. Appena uscito dal manicomio (ma nessuno lo sa) sarà interprete di alcuni equivoci e artefice inconsapevolmente comico di situazioni grottesche. Ma non è forse, questa sua pazzia, un modo per prendere in giro l’ipocrisia e l’egoismo dei cosiddetti normali? E la sua malattia non è forse la giusta scusa di una società perbenista per rinchiudere la sua verità in un manicomio?

Tra la schiera di attori troviamo, questa volta, oltre a quelli già collaudati, anche quattro esordienti. La regia è di Matteo Prencipe.

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