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- 9 Dicembre 2024
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Don Giovanni ha mosso i primi passi nella comunità ecclesiale di Mattinata e può dunque intravedersi il lievito della buona parola e della buona vita
Oggi è festa grande per il diacono Giovanni Totaro al quale per l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione di Mons. Franco Moscone, Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, sarà ordinato presbitero nella bella Chiesa di Santa Maria della Luce in Mattinata.
Sarà prete per i credenti, viandante per coloro che sono in ricerca, amico della gioia per quanti vorranno accostarsi nei momenti del disagio e delle difficoltà.
Per anni si è preparato negli studi teologici per il culto divino e per il servizio alla comunità cristiana ed alla carità pastorale.
Non sarà facile, né scontato immergersi nel mondo per annunciare la Parola; presiedere la liturgia; guidare la comunità; essere accolto.
Ogni giorno sarà chiamato ad esercitare le virtù della pazienza e dell’ascolto, dell’orientamento al bene e della testimonianza evangelica.
Si confronterà con una popolazione secolarizzata ed in progressivo allontanamento dai sacramenti del matrimonio, della confermazione, della riconciliazione e del battesimo in cui la dottrina cattolica appare un patrimonio incognito, tant’è che molti principi e valori che per secoli hanno guidato le comunità sembrano poco attrattivi.
Don Giovanni vivrà questa realtà, cercando di comprenderla e di accompagnarla non soltanto per fornire risposte alle incipienti problematiche della società, alle povertà emergenti, al degrado ed alle iniziative per tutelare il pianeta, che pure devono trovare ascolto ed attenzione, piuttosto per rivelare Cristo e la sua Chiesa nelle periferie enunciate da Papa Francesco, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro e nei più diversificati contesti nei quali il relativismo culturale risulta sempre più aggressivo.
Ogni ordinazione sacerdotale è il risveglio di una chiesa fedele a Cristo che resta ancorata al mondo per l’uomo di ogni tempo, per rafforzare la sua dignità che non può mai essere svenduta, per il diritto alla vita dei nascituri, per la memoria dei trapassati, per i vincoli di solidarietà tra le persone che generano bene comune nel segno del Vangelo.
Nella comunità ecclesiale di Mattinata dove la vocazione al sacerdozio di Don Giovanni ha mosso i primi passi può dunque intravedersi il lievito della buona parola e della buona vita.
Papa Francesco ha evidenziato che “il nostro sacerdote non è un burocrate o un anonimo funzionario dell’istituzione; non è consacrato a un ruolo impiegatizio, né è mosso dai criteri dell’efficienza. Sa che l’Amore è tutto. È un uomo di pace e di riconciliazione, un segno e uno strumento della tenerezza di Dio, attento a diffondere il bene con la stessa passione con cui altri curano i loro interessi”.
Da oggi Don Giovanni certamente farà parte della vasta schiera dei fedeli che è la Chiesa per modellare ed imitare i tre compiti di Cristo sacerdote, re e profeta.
Come delineato dal Papa non si scoraggerà per le enormi sfide che si presenteranno lungo il suo cammino perché il profumo della sua vocazione soverchia l’usura del tempo; non indietreggerà di fronte ai repentini cambiamenti degli uomini per assecondare o rincorrere le sue mode perché la parola di Cristo è eterna; non si affaticherà per i gravosi impegni perché la sua forza affonda le radici nella perseveranza e nella tenacia con cui ha saputo raggiungere la meta del sacerdozio.
La comunità si riconosce in questo figlio prediletto e Gli augura ogni bene, accompagnandolo con la preghiera.
Michele di Bari