Delegazione Sudcoreana in visita-studio al Parco del Gargano

I tecnici coreani hanno voluto sapere tutto sul Parco

Nonostante la istituzione di ben 20 Parchi Nazionali, in Sud Corea esiste una legge sull’Ambiente che fornisce indirizzi solo di carattere generale. Per tutelare la natura e gestire le antropizzazioni imperanti che il progresso in qualche modo impone, il Ministero dell’Ambiente sudcoreano ha avvertito l’esigenza di dotarsi di alcune leggi specifiche. E così ha pensato bene di inviare dei suoi tecnici a farsi un giro in Europa, per studiare la organizzazione dei Parchi continentali, ritenuti modelli all’avanguardia nel settore.

In Italia la scelta è caduta sul Parco Nazionale del Gargano, che raccoglie così i frutti di una campagna di internazionalizzazione, avviata dal presidente Gatta qualche tempo fa. Presso la sede dell’ente Parco, si è materializzata una delegazione del paese asiatico. Il gruppo di ricerca della Korea Environment Institute – composto da quattro membri Hoi-Seong Jeong, Ha Sootto, Kim Sangsik e Lee Kwan-Kyu – guidato da Kim Youn Bin, un coreano di stanza a Milano, consulente di viaggio del gruppo, l’unico a parlare l’italiano, ha avuto un serrato e proficuo incontro con i vertici amministrativi del Parco Nazionale del Gargano.

La delegazione asiatica è stata ricevuta dal direttore Filomena Tanzarella, da Mimmo Trotta e Michele Guidato del secondo settore dell’ente, quello che risponde in sostanza all’Ufficio Tecnico e da Luca Soldano primo settore, quello amministrativo.
I tecnici coreani hanno voluto sapere tutto su struttura del Parco, Statuto, Piano paesaggistico, piani di intervento del Parco a favore del Turismo, leggi e normative che regolano le attività dell’Ente.

Ma la loro curiosità si è soffermata soprattutto sugli aspetti tecnici, sull’iter che accompagna l’autorizzazione alle costruzioni in zona Parco, sui restauri e sugli interventi di tipo edilizio. In sostanza hanno voluto conoscere ogni dettaglio che regola lo svolgimento della gestione pratica dell’Ente Parco. E’ stato spiegato loro il DPR istitutivo del 5 giugno 1991 che detta le linee guida delle attività ossia le misure di salvaguardia da far rispettare in attesa del varo del Piano del Parco, oggi in fase di elaborazione.

In sintesi ai coreani è stato sviscerato in lungo e in largo il ruolo del Parco sul territorio, quale guardiano a tutela della natura e paladino dello sviluppo ecosostenibile della Montagna del Sole. Dopo la scorpacciata di nozioni, normative, studi tecnici, cartografie, i cinque tecnici asiatici si sono rilassanti grazie ad una salutare gita presso il polmone verde del Gargano, ossia la Foresta Umbra.

Francesco Trotta
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