Il Luna Park diventa inclusivo per la Festa Patronale di Mattinata
- 11 Settembre 2024
"Tutta la comunità è invitata a vivere questo speciale momento di inclusione, all'insegna del divertimento e la spensieratezza"
Riceviamo e pubblichiamo integralmente nota stampa
Nella giornata di venerdì veniva celebrato il Consiglio Comunale. Tra gli obbietti all’ordine del giorno le mie proposte e l’approvazione del bilancio comunale. Di seguito fornisco un riassunto di quanto deliberato, onde consentire a quanti non vi abbiano preso parte di formarsi un’opinione sul merito.
Ad inizio seduta, il sottoscritto chiedeva la parola per ragguagliare l’assise su una situazione di cui veniva a conoscenza nei giorni immediatamente precedenti al Consiglio Comunale. Nello specifico, facevo presente che diversi contribuenti erano stati raggiunti da avvisi di accertamento per il tardivo versamento del canone di occupazione del suolo pubblico. Dato che negli anni precedenti (almeno dal 2009 in poi) il termine previsto per il pagamento, da regolamento fissato il 31 gennaio, veniva sistematicamente prorogato alla fine di marzo, e talvolta anche oltre, e considerato che lo Statuto dei diritti del contribuente prevede espressamente che i rapporti tra fisco e contribuente vanno improntati alla collaborazione e alla buona fede, molti commercianti e diversi privati cittadini maturavano l’erronea convinzione che il termine entro cui adempiere fosse da intendersi successivo rispetto alla scadenza sancita da regolamento.
Conseguentemente, gli stessi procedevano alla corresponsione del canone entro fine marzo anziché entro il 31 gennaio. Sulla scorta di tali considerazioni e dell’ulteriore convinzione che quello che stiamo vivendo è un periodo di inaudita difficoltà finanziaria per molti esercenti, trattandosi di contribuenti animati da buona fede, tradizionalmente fedeli ai propri impegni col fisco e non di pericolosi evasori dediti alla creazione di fondi neri nelle isole caraibiche, decidevo di presentare apposita proposta di deliberazione chiedendo la proroga del termine al 30 aprile 2013 con efficacia retroattiva (o, per tagliare la testa al toro, la proroga al 31 dicembre 2013, eliminando il riferimento alla retroattività) ed il conseguente annullamento degli avvisi in parola. Non essendo un obbietto all’ordine del giorno, per trattare l’argomento è necessario che l’intero Consiglio Comunale sia d’accordo. Il sottoscritto formulava all’amministrazione l’invito a poter leggere la proposta che lo stesso aveva redatto, non fosse altro che per consentire all’assise di formarsi un’idea. L’invito veniva declinato e si obbiettava che fosse necessario attendere l’arrivo del responsabile di settore per offrire chiarimenti di ordine tecnico su una proposta che non si voleva nemmeno leggere. Ad ogni modo, al suo arrivo il responsabile esprimeva un giudizio positivo sulla fattibilità della stessa, rimettendosi ovviamente all’intero Consiglio per la relativa votazione. L’amministrazione, dopo un conciliabolo durato alcuni minuti, si orientava per la non trattazione della proposta nella seduta consiliare, per ragioni oscure a medie intelligenze come la mia. Alla ripresa dei lavori ribadivo con chiarezza questo concetto. In ogni caso mi tutelavo, protocollando comunque la proposta (nella duplice versione con il termine fissato il 30 aprile 2013 o il 31 dicembre 2013) che, salvo ravvedimenti sulla strada di Damasco, verrà sottoposta all’attenzione del prossimo Consiglio Comunale.
Successivamente si procedeva alla trattazione dell’obbietto, da me proposto, relativo all’abolizione della seconda rata Imu per gli immobili attribuiti in comodato gratuito a parenti in linea retta entro il primo grado. Prendevo dunque la parola per illustrare agli astanti la proposta e le ragioni della sua bontà (molto semplicisticamente, lasciare un po’ di soldi in tasca a qualche contribuente in questo momento di pesante difficoltà economica, gente che non riesce più a respirare). Essendo stato apposto parere contabile negativo (in altri termini, si sostiene che non ci siano soldi), mi si rinfacciava l’assenza di un emendamento in cui fosse specificato dove rinvenire le risorse. Il sottoscritto, confortato da quanto prevedono il Testo Unico degli Enti Locali e le norme del diritto amministrativo sulle funzioni ed i compiti che rientrano nelle rispettive sfere di competenza dei consiglieri comunali, degli assessori e del Sindaco, faceva presente che trovare la copertura finanziaria non è assolutamente compito di un consigliere comunale (che si prepara le proposte da solo, senza disporre di una struttura tecnica alle spalle) ma è responsabilità dell’amministrazione e della struttura tecnica adoperarsi in tal senso (altrimenti in cosa dovrebbe estrinsecarsi il loro lavoro?). Nonostante nella mia replica fossi venuto in pace, mi veniva scagliata addosso un’inattesa aggressività come testimonia l’utilizzo ricorrente dei termini populista, demagogico e stucchevole. Aggressività del tutto fuori luogo se si considera che avevo proposto l’abolizione della seconda rata Imu per gli immobili attribuiti in comodato e non l’invasione con armi nucleari dei paesi limitrofi. A quel punto, maturavo la convinzione personale che quella proposta non sarebbe stata presa in considerazione a prescindere (forse perché venuta da me?) e facevo presente che, a mio giudizio, sulla stessa l’amministrazione non ci aveva speso più di cinque minuti.
Il giorno successivo venivo a conoscenza che i Consigli Comunali di Manfredonia e San Severo approvavano la stessa proposta, circostanza questa che mi dava da pensare su quali e quanti terroristi del bilancio si annidino nelle amministrazioni di questi due Comuni.
Veniva quindi il momento di procedere alla trattazione della mia successiva proposta relativa all’assimilazione dei B&B alle utenze domestiche ai fini della Tarsu. È la stessa ANCI (l’associazione che rappresenta i Comuni, composta dai Sindaci), e non solo il sottoscritto, a sostenerlo con forza. Sulla stessa veniva posto parere tecnico negativo (in sostanza, non si può fare). Anche in questo caso prendevo la parola, evidenziando le ragioni a sostegno della bontà della mia proposta e formulando una preghiera alla calma per poter ragionare in assoluta serenità sul merito. Quindi invitavo dapprima alla lettura attenta della norma e successivamente chiedevo di far girare copia di un recente articolo del Sole24Ore sul tema che conferma le mie valutazioni. Anche qui, per le stesse oscure ragioni di cui sopra, non mi veniva consentito di far visionare il predetto articolo. A quel punto mi arrendevo e si andava a votazione. Proposta bocciata.
Obbietto successivo: esenzione Tarsu triennale per le nuove iniziative giovanili. Illustravo la proposta, facendo presente che la stessa rappresenterebbe un modo estremamente efficace per offrire risposte ad una categoria, quella dei giovani, che più ingiustamente di ogni altra soffre questa crisi economica rispetto alla quale non ha uno straccio di responsabilità. Terminata la descrizione mi si faceva notare che veniva apposto parere contabile negativo (anche qui, non ci sono soldi). A quel punto ribattevo con una domanda: “come mai il Comune di Foggia, prossimo al dissesto e quindi, a parità di condizioni, in uno stato finanziario peggiore del nostro, deliberava la stessa identica proposta?”. Dalla risposta ricevuta mi convincevo, a titolo del tutto personale, che non si era capito nemmeno di cosa stessimo discutendo.
Nonostante la demoralizzazione che seguiva all’ennesima bocciatura, mi sento comunque di rassicurare i cittadini che ad anno nuovo, una volta avuto contezza delle modalità applicative delle imposte che entreranno in vigore a decorrere dal 2014, il sottoscritto presenterà le stesse identiche proposte.
Giungeva quindi ad approvazione l’accapo relativo alle tariffe Tarsu del 2013. Anche in tal caso intervenivo, preannunciando il voto negativo, perché alla base manca un’indagine sulla effettiva capacità di produrre rifiuti delle varie categorie di immobili, come prescrive la legge stessa. Inoltre, visto l’ulteriore rincaro della tariffa Tarsu per gli studi professionali, giunta ad un livello prossimo all’8% (un punto sotto i ristoranti), mi sentivo di rassicurare l’amministrazione che i professionisti di Mattinata, nei locali presso cui esercitano la propria attività, non mi risulta allevino del bestiame né producano rifiuti tossici.
Infine il bilancio di previsione. Dopo la relazione illustrativa dell’assessore, prendevo la parola per esprimere il mio giudizio assolutamente negativo sul bilancio stesso ed il mio voto contrario. Anzitutto sostenevo che avere a disposizione un anno e mezzo di tempo e presentarsi con un copia ed incolla del bilancio dell’anno precedente mi pare francamente troppo. Visto il reiterarsi di questo comportamento, chiedevo se esso fosse dovuto al fatto che si ritengono corrette le politiche della vecchia amministrazione – ed in tal caso domandavo in cosa questa amministrazione vorrebbe marcare la differenza – oppure alla circostanza più probabile che in tre anni e mezzo non si è ancora capito come si costruisce un bilancio e la sua importanza ai fini programmatici. Concludevo sottolineando che nell’arco temporale di tre anni e mezzo un ragazzo si laurea ed un bambino ha già imparato a camminare e parlare. Al mio intervento seguiva la risposta dell’amministrazione che, con tono a mio giudizio eccessivamente animoso – ma dopo sei ore di Consiglio Comunale è del tutto lecito che talvolta la stanchezza abbia a prevalere – ricordava gli straordinari risultati raggiunti. Lasciavo che venisse ultimato il ragionamento e quindi riprendevo la parola, tralasciando di occuparmi della straordinarietà di questi risultati e chiedendo di mettere da parte toni a mio giudizio più consoni ad una campagna elettorale che non ad un Consiglio Comunale e di riprendere la calma necessaria al ragionamento. A quel punto sottolineavo che un’amministrazione si caratterizza per l’approccio che ha rispetto ai problemi del paese.
A titolo evidentemente esemplificativo, spiegavo che una certa amministrazione può ritenere prioritari gli interventi di manutenzione rispetto a quelli sociali e, conseguentemente, stanzierà più risorse sui primi rispetto ai secondi. Un’altra può ritenere, anche in considerazione del fatto che la società è in continua evoluzione e con essa i bisogni e le aspettative delle persone, che tale proporzione vada modificata. Ora, se si mantiene inalterata questa proporzione di anno in anno ed essa è pressoché analoga a quella della precedente compagine amministrativa, chiedevo con quale identità intende caratterizzarsi questa giunta.
Il giorno successivo, all’indomani del Consiglio Comunale, proprio quando cominciava balenare in me l’idea di non presentare più alcuna proposta, visto che con tutta probabilità sarebbe stata bocciata a prescindere, una volta avuto certezza che i miei comunicati vengono letti con attenzione anche da esponenti amministrativi, una luce di speranza faceva capolino tra le nuvole. L’amministrazione pubblicizzava l’iniziativa di un corso di inglese rivolto agli operatori turistici, chiaramente recuperando una mia proposta fatta ad inizio estate (ovviamente senza rendermene merito). Ecco cosa scrivevo il 20 giugno 2013 a proposito di come spendere la tassa di soggiorno: “Le risorse rivenienti dall’imposta di soggiorno vanno destinate a favore di interventi strutturali, di misure con un orizzonte temporale medio – lungo, di azioni qualificate a reale sostegno del comparto turistico negli ambiti della riqualificazione urbana ed extra – urbana, della sentieristica, della promozione del territorio attraverso un portale interamente dedicato, della formazione attraverso corsi di lingue a favore del personale del settore (è indispensabile per un sistema che ambisca ad affermarsi su mercati che vadano oltre quello domestico una conoscenza diffusa di una o più lingue straniere), etc”.
Quindi pensavo: se a distanza di oltre cinque mesi la proposta sul corso di inglese ha visto la luce, allora deve esserci ancora speranza …
Ad maiora!