Colomba D’Apolito espone al Piccolomini di Pienza

La fotografa mattinatese in mostra fino al 25 aprile

A Pienza, nello storico Palazzo Piccolomini, sede di importanti esposizioni internazionali, da sabato 31 marzo e fino al 25 aprile si tiene una mostra fotografica di Colomba D’Apolito.

Partita da Mattinata, si è trasferita a Firenze, dove, dopo una laurea in farmacia e alcuni anni di professione, si è dedicata interamente a quella che nel frattempo è diventata la sua prima passione, la fotografia. E i risultati della sua arte sono già stati apprezzati in tutto il mondo e nel 2001 anche in una mostra allestita nel museo civico del suo paese natale, avente ad oggetto gli aspetti e i volti nascosti della sua Mattinata.

Nella cittadina toscana, perfetto gioiello rinascimentale voluto da Papa Pio II Piccolomini per esprimere la potenza e la grazia papale, vengono ospitati i lavori della D’Apolito ñ venti opere, alcune di grandi dimensioni ñ che raccontano di luoghi ricostruiti attraverso la tecnica della composizione, realizzata con il montaggio delle foto, poi passate allo scanner.

´La magnifica ìpiazza di Pienzaî rimanda ad una composizione del Picasso più giocoso; la collina col grano tagliato, i covoni a seccare e le stoppie al sole con la ìcasa sulla collinaî demistificata da un taglio alla Fontana; la morfologia dolcissima dei pendii che si susseguono l’un l’altro nelle foschie azzurrine, rimandano alle porzioni di paesaggio dei dipinti del nostro Rinascimento e al David Hockney dei primi lavori fotografici (i ritratti alla madre nel giardino) nel loro essere non ìinscatolatiî. Non ci sono figure umane a misurare la sospesa perfezione ed anche i tralicci assumono dignità, dichiarando la loro bellezza non oleografica. E’ come se il paesaggio fosse respirato dall’interno della materia: cielo, sole, terra, acqua, erba, stoppie, case, pali della luce, colline, linee, colori e respiroª, così commenta l’artista mattinatese la sua importante mostra di Palazzo Piccolomini.

Il dittico in esposizione, chiamato ìSogno di Val d’Orciaî, è stato scelto come manifesto della mostra, perchè capace di suggerire una libertà che sottende a tutta la personale. Libertà che si evidenzia anche nella scelta della d’Apolito di usare la macchina fotografica a mano libera, con pellicola di bassa sensibilità, che le fa ottenere immagini di peso leggero: l’emozione piuttosto che l’informazione. Colomba d’Apolito ha lavorato tre anni su questo paesaggio, tra i più belli del mondo, per poter restituire nella propria opera uno stile naturalistico e sensibile alle più piccole sfumature del colore, accompagnato da un approccio anticonformista nei tagli. Il testo di presentazione del catalogo è dello storico dell’arte Vittorio Fagone, direttore della Fondazione Ragghianti di Lucca.

Francesco Bisceglia
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