Clandestini, permesso di soggiorno a chi viene sfruttato

L’on. Michele Bordo presenta una proposta di legge

Depositata nella mattinata di ieri, direttamente nell’Aula di Montecitorio, la proposta di legge del deputato ulivista, Michele Bordo, per estendere ai lavoratori stranieri entrati clandestinamente in Italia la tutela per motivi umanitari prevista dall’ordinamento italiano.

´L’emergenza immigrazioneª afferma il deputato sipontino ´è tornata prepotentemente di attualità anche a seguito dell’emersione di gravissimi casi di sfruttamento della manodopera stranieraª. Non è una novità quella portata alla luce dalle recenti inchieste giornalistiche e dalle conseguenti attività di controllo del territorio e di repressione del fenomeno, ammette apertamente Bordo, ´ci sono vaste aree del Sud Italia in cui ancora si pratica il caporalato e la tratta delle braccia. Dove immigrati clandestini in cerca di un lavoro che possa sfamare loro stessi e le famiglie lasciate in patria vengono sfruttati fino al limite dello schiavismo da delinquenti che non possono definirsi imprenditori e che, in taluni casi, sono parte integrante di un sistema economico paramafioso o paracamorristicoª.

Poi insiste: ´Migliaia di donne e uomini costretti a vivere ai margini della società italiana in condizioni igienico-sanitarie ritenute, dall’organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere, di livello inferiore rispetto agli standard minimi richiesti dall’ONU per i campi profughi in zone di guerra. Migliaia di lavoratori che la clandestinità condanna a vivere e lavorare senza apparire, pena l’espulsione dal nostro Paese. E quando lo sfruttamento emerge alla luce del sole, grazie all’impegno delle Forze dell’Ordine o degli organi ispettivi,ª denuncia l’onorevole diessino ´sono i soli a non poter beneficiare del sistema di protezione sociale di cui godono gli operai agricoli e, più in generale, i lavoratori italianiª.

Per Bordo ´lo status di clandestini impedisce di intentare azioni risarcitorie nei confronti di chi ha calpestato la loro dignità di esseri umani; così come non consente l’attivazione delle procedure previste dal nostro diritto del lavoro per ottenere, anche forzosamente, il giusto corrispettivo per la prestazione effettuataª.

A detta dell’onorevole manfredoniano ´la clandestinità, a cui sono costretti anche a causa delle misure oltremodo restrittive introdotte dalla legge Bossi-Fini, cancella ogni diritto connesso allo status di lavoratore e ciò è inaccettabile in una ìRepubblica fondata sul lavoroî (art.1 della Costituzione italiana), nel cui territorio si ìtutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioniî (art.35 della Costituzione italiana)ª.

Nasce da queste considerazioni la concreta proposta dell’on. Bordo di una legge per il rilascio del permesso di soggiorno ai lavoratori stranieri per motivi di protezione sociale, da concretizzarsi attraverso la modifica del testo dell’art.18 (Capo III del decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286), che dovrebbe prevedere la variazione ´a favore di quei cittadini stranieri in danno dei quali siano accertate situazioni di violenza o grave sfruttamento nei luoghi di lavoro, ad opera di soggetti singoli o associati tra loro, accertate anche a seguito di denuncia effettuata dal diretto interessato e aggravate dalla pratica dell’intermediazione illegale di manodopera, anche al fine di garantire l’applicazione degli istituti di tutela dei lavoratori previsti dall’ordinamento stataleª.

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