Pubblichiamo di seguito una Lettera aperta giunta in redazione a firma di Antonio Latino.
Lunedì 18 settembre u.s. alla ripresa delle attività scolastiche per l’Istituto Comprensivo di Mattinata, tra lo stupore degli astanti, per lo più genitori che avevano accompagnato i loro bambini per il rituale festoso appuntamento di inizio anno scolastico, una spiacevole sorpresa, tra lo sbigottimento generale, ha colto gli intervenuti.
Senza un benchè minimo preavviso da parte delle autorità competenti, comunali e scolastiche (lettera o manifesto), si comunicava che con decorrenza immediata, sine die (a tempo indeterminato), gli alunni della scuola primaria don Salvatore Prencipe avrebbero osservato un doppio turno mattino-pomeriggio per consentire l’esecuzione dei lavori di miglioramento sismico del 2∞ lotto.
In barba alle più elementari norme di buona educazione istituzionale si metteva la popolazione interessata di fronte al fatto compiuto e, ironia della sorte, si tenevano all’oscuro dell’intera vicenda gli organismi di rappresentanza scolastica regolarmente eletti.
Non possiamo qui non riportare il malumore scaturito tra i convenuti nei confronti dell’Assessore alla scuola e del Dirigente scolastico, represso solo per l’elevato livello di educazione della popolazione Mattinatese.
Ma come si fa a tacere di fronte a procedure concorsuali avviate solo il 24/04/2006 e conclusesi con gara di appalto il 12 giugno u.s. (casualmente il giorno seguente la fine delle lezioni dello scorso anno scolastico)!
Ancora, e in questo caso la domanda nasce spontanea: cosa si è fatto nei tre mesi di vacanza meritata (per gli scolari s’intende) oltre all’allestimento del Premio Faraglioni?
Invece di attendere l’inizio del nuovo anno scolastico non si poteva dare inizio ai lavori con procedure di urgenza, magari evidenziando nel bando di concorso pesanti penali in caso di ritardata ultimazione degli stessi?
Ricordiamo inoltre, per i più distratti, che chi ci amministra, per solennizzare in tempo utile la chiusura della campagna elettorale 2005 con l’ennesima inaugurazione (la terza?) del Palazzetto dello Sport, fece in modo che si lavorasse a ritmi serrati, anche di notte alla luce di lampade fotoelettriche. E scusate se è poco.
Ma torniamo ai disagi arrecati alle famiglie, costrette a rivoluzionare menage consolidati di organizzazione interna, specie per chi, come chi scrive (ebbene si, mi sento parte in causa!), si trova a condividere l’attività lavorativa con il rispettivo coniuge.
E basta con la solita solfa che recita così: e ti lamenti pure, hai la fortuna che in casa siete in due a lavorare. Penso che a breve, con la riapertura dei frantoi saranno la maggior parte le mamme che, ingaggiate come braccianti agricole, riprenderanno il lavoro con la raccolta delle olive.
Visto quanto emerge, sarebbe il caso di proporre al Sindaco una delega (stipendiata s’intende) alle Pari opportunità!
Insisto: se però i genitori hanno le spalle grosse per sopportare queste idee partorite da chissà quale mente eletta, pensiamo a quanto è riprovevole accanirsi su dei bambini, che proprio in quanto tali andrebbero tutelati più degli altri.
E qui, chiamando in causa il personale medico e sociale degnamente rappresentato nella nostra collettività, invito a segnalare a chi di competenza quelli che potrebbero definirsi danni biologici e che non necessariamente emergono nell’immediato. Chiunque, tra i genitori, potrebbe addossare la responsabilità di concause successive, anche a distanza di anni, ai nostri spartani amministratori pubblici.
Pensiamo ai bambini della prima classe elementare (oggi si chiama primaria, ma nelle leggi di riforma scolastica mutano soltanto vuote terminologie e poco,se non affatto, programmi e contenuti didattici): queste povere vittime, abituate come sono ai ritmi della scuola dell’infanzia dove il pomeriggio era dedicato al gioco e, perchè no, ad un salutare sonnellino, vengono vessati con un turno estenuante dalle 14:30 alle 18:40.
E non possiamo sottacere la penalizzazione generale delle attività para ed extra scolastiche, altrimenti non effettuabili se non a singhiozzo. Attività opzionali senza dubbio, ma non per questo meno indispensabili per la formazione della persona nel suo insieme.
Domanda: prima di assumere queste iniziative estemporanee, escludendo dal merito bambini,famiglie, operatori scolastici ai vari livelli, avete almeno provato a sondare gli operatori sociali operanti nelle svariate agenzie educative presenti sul territorio? Capisco perchè non lo avete fatto: eravate già consapevoli del fatto che vi avrebbero metaforicamente sbranato!
Proviamo solo ad elencare alcune tra di esse: Cacchiungidde, attività musicali (bandistiche e private), piscina e palestre correttive, danza, scuola calcio, basket, Azione Cattolica, Scout, Catechismo, ma anche i momenti aggregativi spontanei non necessariamente organizzati come la partitella di pallone, il giro in bicicletta o la passeggiata in spiaggia a tirar sassi, come piace fare a mio figlio.
Lungi da me fare un discorso estremamente personalizzato: inutile negare che mi sento coinvolto in prima persona, ma di qui a far passare come ordinaria amministrazione provvedimenti la cui sede naturale sarebbe la pattumiera, provo ad alzare la voce per coinvolgere chi mugugna tra sè e sè, o in un contesto limitato di interlocutori per farlo venire allo scoperto, tirando fuori gli zebedei e prendendo coraggio per dire pane al pane e vino al vino.
In altri tempi si sarebbe costituito un comitato ed indetto lo stato di agitazione, fino alle estreme conseguenze come il ritiro temporaneo dei bambini da scuola, una sorta di sciopero in bianco, teso alla presa di coscienza del problema da parte di chi di dovere.
Perchè le soluzioni ci sono, basta solo cercarle e volerle adottando idonei provvedimenti di urgenza: le emergenze si fronteggiano con soluzioni idonee pur nell’emergenza, non con idee partorite da chissà quale mente eletta, aventi come ultimo scopo quello di acuire il disagio.
Invitiamo il Dirigente scolastico, o chi per lui, ad avviare, in tempi non biblici, un censimento dei locali scolastici, non necessariamente aule propriamente dette, esistenti nell’ambito delle strutture di sua competenza (1∞ lotto scuola primaria e scuola materna Coppa della Madonna in primis abbastanza vicine tra loro, ma anche scuola media e scuola materna Giorni in ultima analisi) adibite ad usi diversi da quelli didattici (magazzini, laboratori inutilizzati e quant’altro) ed eventualmente, accertatane la presenza, chiederne lo sgombero e la sistemazione provvisoria con procedura di urgenza.
Quanto al problema, che ci risulta già sollevato, degli eventuali spostamenti di insegnanti a fine ora tra classi dislocate in strutture diverse (molto limitato nell’arco dell’intera giornata scolastica), sarà possibilmente ovviato con l’impiego degli automezzi atti al trasporto in dotazione all’Amministrazione Comunale.
E’ dando risposte adeguate che si conferma il consenso popolare, senza nascondersi dietro le quinte riemergendo solo in occasioni autocelebrative o in vista di competizioni elettorali.
Volevano una Mattinata viva, come non vedere in che modo la stanno irrimediabilmente affossando?
Noi siamo fiduciosi che qualcosa nel frattempo cambi e aspettiamo sulla riva del Po, dove chi scrive sverna, ma facciamo ancora una volta pervenire via e-mail l’appello alla riscossa sul piano etico, culturale e sociale affidato alla corrente in una bottiglia chiusa con un sughero da esule quale a ragione mi ritengo urlando a più non posso : Viva Mattinata, Mattinata che resiste.
Bologna, 22 settembre 2006
Antonio Latino