Marilina Piemontese: i colori del Gargano e l’arte che unisce il Nord e il Sud
- 1 Dicembre 2024
Un vecchio motore trasformato in una scultura ispirata ai colori del Gargano e all’arte di Mondrian
Beni in vendita per ‘’fare cassa’’, il cosiddetto federalismo demaniale
C’è ancora qualche ritardo per il trasferimento dei beni demaniali ai comuni per essere venduti e fare “cassa”, il cosiddetto federalismo demaniale, ma comunque ci siamo. L’iter previsto è il seguente: a fine luglio l’Agenzia del demanio diretta da Maurizio Prato avrebbe dovuto fornire un elenco dettagliato e ufficiale che avrebbe dovuto apparire sul suo sito.
Nel frattempo però i governatori delle Regioni e i sindaci hanno già avuto a disposizione la lista provvisoria dei beni che comprende beni “inventariati” per oltre 3 miliardi di euro, costituiti da 9 mila immobili, chilometri di spiagge, centinaia di miniere, fiumi e laghi (in questo caso solo in concessione) allo scopo di studiare la questione. Poi entro lo scorso 20 di agosto le amministrazioni centrali avrebbero dovuto indicare i beni in uso che intendono conservare ed infine passati altri tre mesi – cioè entro il 20 di novembre – il governo provvederà a pubblicare l’elenco dei beni effettivamente cedibili agli enti locali.
Solo a questo punto, Regioni e Comuni avranno a disposizione due mesi per fare richiesta spiegando però che cosa intendono fare. Se tutto va bene dopo altri 60 giorni arriveranno i decreti per il passaggio di proprietà: l’operazione dovrebbe dunque terminare entro fine marzo del prossimo anno, 2011.
Per il Gargano sugli scudi il manufatto dell’ex direzione colonia di piazza XXVIII ottobre, ora della Posta in piazza Nazario Sauro alle Isole Tremiti (valore 1 milione 300mila) e il faro di Mattinata (valore 418 mila euro). Per il sindaco delle Tremiti Peppino Calabrese è manna dal cielo dopo che da anni si sta sgolando per chiedere “aiuto”, a causa dell’esiguità dei denari disponibili nelle casse comu nali. Ha persino messo in vendita la piccola isola di Pianosa per fare cassa. Finora però nessuno acquirente.
Dopo più di quarant’anni di totale abbandono, si apre un nuovo orizzonte per il Faro della “farfalla bianca”, l’appellativo sovente usato per definire il cento abitato di Mattinata. Posizionato in zona Agnuli, il Faro sorge su un terreno ad alta densità archeologica, come dimostrano i resti di una antica villa romana che delimitano l’ingresso che porta al porticciolo. Ma tutta la zona circostante, compresa quella che ancora oggi “ospita” il campo sportivo”, custodisce la memoria di un tempo che fu e che vide bazzicare da questa parti i Matini, tribù della civiltà euroasiatica dei Dauni, sbarcati nel promontorio garganico dalla vicina Illiria intorno all’ VIII-VII secolo a. C., anche se l’intera area fu popolata fin dal VI-V secolo a. C., come attestano gli insediamenti neolitici e paleolitici rinvenuti.
Per il Faro di Mattinata la storia prende corpo nel dopoguerra, quando venne innalzata fisicamente la struttura. Rimane in attività per tutti gli anni cinquanta e sessanta, poi un deprecabile oblio lo consegnò alla decadenza, fino a diventare terra di nessuno. Il Faro era una “luce” nel mare Adriatico che serviva a “confortare” i naviganti colti alla sprovvista, davanti alle coste garganiche, da improvvise tempeste di mare.