Alla ricerca dei reperti archeologici scomparsi

Le denunce di Antonio Latino sui furti avvenuti nei siti storici

Dopo la denuncia della Gazzetta del Mezzogiorno sulla scomparsa di importanti reperti rinvenuti nei diversi siti archeologici del territorio di Mattinata e mai più tornati nella loro sede naturale , emergono notizie di altri casi di sparizione.

A farsene portavoce è Antonio Latino, cultore appassionato di storia locale, in un articolo pubblicato su www.mattinatesi.it, il neonato sito web che si occupa del rilancio della storia e delle tradizioni mattinatesi. Latino segnala due casi ancora più eclatanti di quelli fino ad oggi di pubblica conoscenza (clicca qui). Il primo riguarda il quarto capitello del nartece dell’Abbazia di Monte Sacro, quello con scolpite foglie di acanto, staccato dal muro e lungamente posizionato a terra, mentre gli altri tre fortunatamente sono ancora infissi sulle colonne di pietra.

´Già nel 1988ª ricorda lo studioso mattinatese ´sventammo un tentativo di trafugamento, avendolo scovato seminascosto nella vegetazione alcune centinaia di metri a valle dell’abbazia dove era stato sospinto per rotolamento essendo costituito da un pesantissimo blocco di pietra (circa un metro cubo)ª. Ma dopo quell’episodio il capitello riportato nel frattempo all’interno del perimetro abbaziale è stato per qualche tempo custodito nella cappella adibita ad ossario che nel corso delle missioni del National Museum di Norimberga era stata chiusa con una cancellata in ferro per proteggere le apparecchiature degli studiosi tedeschi.

Ma da qualche anno, ´sparita la cancellata ad opera dei soliti ignotiª continua Latino ´è stato definitivamente trafugato anche il bel capitello romanico finito a far bella mostra in chi sa quale bella villa di qualche arricchito, forse per pochi spiccioli pagati su commissioneª.

Ed ecco il secondo brutto episodio svelato da Antonio Latino. ´Discorso analogoª conferma, ´anche se diverso il contesto in cui è maturata la sparizione, merita un piccolo gioiello rinvenuto nel 1987 nella Villa romana di Agnuli nel corso della campagna di scavi condotti dal professor Giuliano Volpeª. Allora fu ritrovata una corniola con decorazione incavata raffigurante un galletto e la scritta Amic: si tratta di un sigillo con il nome presumibilmente della proprietaria della villa su cui fa bella mostra un simbolo fallico di chiara ispirazione erotica.

L’immagine di questo galletto fu utilizzata in copertina su una pubblicazione del tempo. Si tratta di Profili della Daunia Antica, terzo
ciclo di conferenze
incentrato sulle più recenti campagne di scavo, edito nel 1988 dalla Regione Puglia, assessorato alla pubblica istruzione e cultura, centro Distrettuale FG/32, testo dal quale il Comune di Mattinata, sindaco Argentieri, curò la pubblicazione di un estratto.

Quindi una prova dell’esistenza fino a quegli anni dell’importante reperto. ´Ma della bellissima corniola non si è saputo più niente, celata in chi sa quale deposito di qualche Soprintendenza. Ecco perchèª conclude Latino ´ancora una volta lanciamo un appello, finalizzato a rintracciare e, far tornare a casa, questi gioielli dell’arte locale purtroppo scomparsiª.

Francesco Bisceglia
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