Al varo ”Mattinata Culture Festival 2005”

Domani sera saranno proiettati due cortometraggi del regista Gino Vivabene

Comincia domani sera la sagra degli appuntamenti estivi a Mattinata (scarica il programma).

Al Mattinata Culture Festival, al nastro con la prima edizione tutta dedicata al design, l’inaugurazione della chermesse.

Tema della serata il Design di Celluloide, e cioè il design cinematografico che reinventa, racconta e interpreta i moderni stili di vita.

Saranno proiettati due cortometraggi del regista manfredoniano Gino Vivabene (leggi la biografia) che oggi vive e lavora a Milano.

Appuntamento nella suggestiva Piazzetta del Pesce, alle spalle di piazza Aldo Moro, con inizio alle ore 22:00.

La prima pellicola che sarà proiettata si chiama L’onda; un cortometraggio, interamente auto-prodotto, che rappresenta la rielaborazione di un’idea della protagonista Anna Rita Caracciolo, ed è stato girato in location a Manfredonia, in soli tre giorni, nell’agosto 2003. (clicca qui per conoscere il cast e gli altri interpreti).

La trama si sviluppa attraverso un dipinto enigmatico, lasciato loro in ricordo da un’amica pittrice deceduta da poco, ove tre donne scoprono di essere state tradite dai rispettivi mariti proprio con l’artista. Tuttavia le sorprese non finiscono qui…

´Girare L’onda è stato facilissimoª – rivela il regista – ´anche se avevo a disposizione i mezzi tecnici per pochissime ore ed io adoro filmare tanto materiale, usare carrelli e dolly… Dopo aver affrontato il thriller, il dramma, il racconto surreale e quello sentimentale, mi affascinava l’idea di dirigere la mia prima commedia, anche se non so fino a che punto la si possa definire tale: il finale è inquietante e le sottotracce così numerose che alla fine non considero questo corto solo un prodotto di puro e semplice entertainment. Per quel che riguarda lo stileª – continua Vivabene – ´ho puntato sul montaggio ritmatissimo, frenetico come quello di un action movie ma non sincopato come quello di un videoclip: il ritmo è il motore di qualsiasi buona commediaª.

ìL’ondaî ha vinto, nel dicembre 2004, il premio della giuria degli esperti come ìmiglior cortoî alla quarta edizione del Festival del Cinema Indipendente di Foggia.

L’altra pellicola che sarà proiettata si chiama Vicolo dei ferrai. Una divertente commedia che narra della mattinata tranquilla di un vicolo di una cittadina pugliese (Manfredonia), poi ìravvivataî da due uomini in rotta dopo un tamponamento solo sfiorato. Un vecchietto assiste, divertito, alla scena…
(clicca qui per conoscere il cast e gli altri interpreti).

´E’ stata un’esperienza divertentissimaª – dichiara il regista – ´girare in un vicolo tranquillo e poco trafficato e attirare l’attenzione degli abitanti del posto e dei passanti: qualcuno, udendo soltanto le voci, molto spesso pensava che i due attori protagonisti stessero realmente litigando, qualcun altro si domandava come mai le giornate passavano, le riprese procedevano, ma quei ìduellantiî continuavano sempre a gridarsi addosso le stesse cose… Qualcun altro si divertiva a vederci girare seduto al balcone! …Altri si lamentavano del fatto che una troupe di ìsciaguratiî iniziasse tutto quel baccano ogni sabato e domenica, nel mese di luglio, dalle 7 del mattino! …Per non parlare di chi, pur notando il divieto di transito e l’autorizzazione a girare in quel posto, cercava di attraversare con la sua macchina, in controsenso, la strada, bloccata, tra l’altro da tutto il necessario per lo shooting, mandandomi ripetutamente a quel paese! E poi, ho avuto la fortuna di conoscere della gente, quella del vicolo, simpaticissima e di una disponibilità unica!ª

A proposito della genesi del corto, poi, il regista tiene a precisare ´Non avevo intenzione di girare un’altra commedia (genere che adoro ma che ìsentoî più lontano dalla mia personalità), ma gli eventi accadono e scrissi il corto in due ore, nel gennaio 2004: a Manfredonia, ero appena uscito da casa mia quando notai a due passi da me, una situazione ai limiti del paradosso, piuttosto simile alla storia che ho poi raccontato; qualcosa scattò nella mia testa, annullai ogni appuntamento di quelle ore e corsi a casa a scrivere, e lo feci tutto d’un fiato: storia, personaggi, dialoghi e situazioni uscivano spontaneamente, mancava solo la location, che avrei poi cercato con calma e dove avrei poi girato, e come al solito, l’esperienza insegna, qualcuno che mi avrebbe finanziato: avrei dovuto, come sempre, auto-produrmiª.

´Ho voluto ritrarreª – continua il regista – ´non solo e non tanto una città e la sua quotidianità, ma uno spaccato di ìmeridionalitàî (mi si conceda il neologismo) tuot court, mettendo in scena una situazione, nella fattispecie un’episodio praticamente banale ed insignificante come un mancato tamponamento, che tuttavia ìda noiî può trasformarsi in evento speciale, teatro in strada, momento di esaltazione individuale ma anche occasione in cui tra un parolone e l’altro chi ne è coinvolto rivela aspetti buffi ma anche oscuri della propria vita; grazie alle nostre strade, alla luce (ho voluto sfruttare solo quella naturale), alle facce, alle splendide e ìsanguigneî musiche di Michele Bisceglia e l’imprescindibile (almeno in questa occasione) dialetto, sapevo di poter trasformare la storia in una specie di ìwestern garganicoî, dove le parole, o meglio, i paroloni, sostituiscono le pistolettate. Nel film c’è tanta ironia, ci si diverte, ma scavando nel profondo ci si accorge di affrontare tante tematiche, anche ìscottantiî, su cui varrebbe la pena riflettere: cerco sempre di raccontare storie strutturate su più livelli, giocando sui dettagli, sulle parole, sui gesti apparentemente più insignificanti…ª.

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