Marilina Piemontese: i colori del Gargano e l’arte che unisce il Nord e il Sud
- 1 Dicembre 2024
Un vecchio motore trasformato in una scultura ispirata ai colori del Gargano e all’arte di Mondrian
Sono stati cinquant’anni dedicati al prossimo nella consapevolezza che il sacerdote, espropriato di sé da Cristo, vive nei fratelli per Cristo
Nel silenzio interiore, nella discrezione e nella riservatezza è maturata la vocazione sacerdotale del giovane farmacista, predestinato a diventare titolare della farmacia di Mattinata.
Così non è stato!
La notizia invece che avrebbe intrapreso un altro percorso fu deflagrante, inaspettata: il dott. Carlo Sansone, laureatosi in Farmacia presso l’Università di Padova nel 1964 inverte la rotta e frequenta la Pontificia Università Gregoriana in Roma, abbracciando il silenzio di Dio per essere ordinato sacerdote.
Il futuro del figlio Carlo, così come immaginato dal papà, lo speziale Matteo Sansone, subiva una curvatura che avrebbe cambiato interamente l’assetto familiare.
Ma non per questo quella irreversibile decisione fu ostacolata o mal sopportata; anzi, il giovane di bell’aspetto e benestante ebbe convintamente il pieno sostegno dei genitori.
Cosicché, il 21 settembre del 1972, nella Cattedrale di Manfredonia, per l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione dell’Arcivescovo Mons. Valentino Vailati, veniva ordinato sacerdote don Carlo Sansone.
Da quel momento, la sua testimonianza di fede si farà sempre più stringente, rigorosa, coerente, dottrinale nell’alveo del Concilio Vaticano II.
Dopo cinquant’anni di sacerdozio quella notizia clamorosa resta una certezza per i credenti e l’inaudito ed il mai visto per coloro che fanno fatica a relazionarsi con l’Aldilà.
Il suo impegno al servizio della Chiesa che è in Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo è stata totalizzante e senza sosta e l’esperienza del suo primo incarico di Parroco a Fonterosa esaltante per il valore fortemente missionario, a motivo della realtà incontrata.
Subito dopo istituì la Fraternità di accoglienza “Paolo VI” che continua a fornire ogni forma di assistenza presso i locali della chiesa S. Andrea in Manfredonia.
Ha modo come docente al seminario regionale di Molfetta di affrontare la sfida della formazione dei candidati al sacerdozio dove “Dio non deve essere inventato, ma trovato“.
Responsabilità ed incarichi dunque che si saldano con la sua vocazione sacerdotale che predilige gli ultimi, i poveri e gli abbandonati.
È forse l’aspetto profetico più evidente giacché, decenni prima di Papa Bergoglio, intuisce che le periferie ed i “poveri della porta accanto” rappresentano la vera sfida della chiesa del XXI secolo.
Sono i fratelli cui pone particolare attenzione e cura, soprattutto nella qualità di direttore della Caritas diocesana e di Parroco della chiesa madre in San Giovanni Rotondo dove non farà mai mancare il suo afflato sacerdotale.
Ma anche l’esercizio del ministero di vicario episcopale per la vita consacrata e di esorcista sono nel segno della predilezione dei poveri perché “Chi avrà lasciato padre, madre, fratelli e sorelle, riceverà cento volte tanto…”.
È la promessa del centuplo!
Una voce che non cerca di compiacere, ma di vivere il Vangelo fino in fondo e don Carlo lo fa da cinquant’anni di fronte alle situazioni di degrado che colpiscono i più bisognosi, ma è anche la testimonianza che accompagna i tanti che a lui si sono rivolti nel confessionale o per essere guidati nella vita spirituale.
Sono stati cinquant’anni dedicati al prossimo nella consapevolezza che il sacerdote, espropriato di sé da Cristo, vive nei fratelli per Cristo.
Auguri per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio e grazie.