Grotte terrestri

Grotte meravigliose che appaiono all'occhio umano come grandi sale ornate da strani altorilievi, piccoli obelischi, drappeggi lapidei

Il Gargano, costituito fondamentalmente da terreni calcarei, ha una fisionomia spiccatamente carsica, con numerosissime doline, grotte e caverne con ampi bacini chiusi, in cui le acque piovane si perdono attraverso infiniti inghiottitoi, per seguire assai complessi decorsi sotterranei e sboccare con innumerevoli deflussi lungo la linea di spiaggia, sul litorale adriatico.

Le viscere terrestri, per le bizzarre creazioni del secolare lavorio delle acque, ci presentano grotte meravigliose, di suggestivo interesse scientifico ed artistico. L’accesso quasi sempre è angusto e disadorno, ma internandovisi si vede la cavità allargarsi sempre più, apparendo all’occhio meravigliato come una sala o un seguito di sale fantastiche rette da strane colonne, ornate da strani altorilievi, da piccoli obelischi, da drappeggi lapidei. Le stalattiti e le stalagmiti vi costruiscono le più fantasiose architetture. La luce tremula delle torce le anima di vitalità soprannaturali; le ombre acquistano profili di esseri fantasmagorici; le sale si perdono fino all’infinito.

Di questo genere sono le meravigliose grotte terrestri scoperte a Mattinata nel 1921 sotto le Ripe Rosse (a km 7,600 dal paese), così chiamata per il colore della roccia, mentre si costruiva la strada rotabile Mattinata-Vieste.
Infatti, mentre si scavava una cunetta, da una buca si sprigionò con violenza aria calda e gas, fenomeno che meravigliò (e non poco!) gli operai addetti al lavoro. Il capo tecnico allora volle rendersi conto di quanto era stato spettatore e, posta una scaletta attraverso la stretta fessura, scese nel sottosuolo, ove si presentò alla sua vista una caverna meravigliosamente ornata di grosse stalattiti e di candide stalagmiti.
Per la stretta spaccatura di ingresso vi si cala con un senso di andare in una prigione, e a mano a mano che si scende la luce del sole sparisce ed è necessaria quella artificiale per godere tutto l’incanto della grotta. Le forme più strane di stalattiti esili e lunghe di un bianco brillante e ruvide al tatto si trovano avvicinate a quelle di dimensione più disparate, soprastanti alle stalagmiti più varie di calcare bluastro (per cui agli inizi si alludeva alle pitture!) tutte fresche e perfette.

La caverna fu devastata dagli abitanti della vicina borgata di Mattinata, che, come in pellegrinaggio, vollero visitare la strana grotta, spezzata da stalattiti e stalagmiti a forma di torciglioni, di teste di elefanti, di serpi.

Dalla prima caverna, muovendo a destra su per enormi sassi caduti dalle volte per effetto della corrosione delle acque, si arriva in una cavernetta la cui superficie è coperta da una trina di sfavillanti cristallini di un effetto a dir poco sorprendente; in basso vi sono ancora delle caverne e degli inghiottitoi attraverso i quali sono smaltite le acque piovane.
Procedendo a sinistra della prima caverne, attraverso un’apertura a fior di terra tutta sbocconcellata, si passa in un grande speco tenebroso. Durante il breve passaggio si prova un senso di freddo, un’impressione di smarrimento, quasi che la vita si spegnesse attorno. Alla fioca luce della lanterna si presenta al visitatore una fantastica grotta, ove s’intrecciano le più svariate forme di stalattiti e stalagmiti, pareti candide, fratturate in mille modi e con sottili fessure.

Un’altra spaccatura conduce in una terza, in una quarta, in molte altre caverne ove è pericoloso addentrarsi. Le erosioni più o meno grandi prodotte dalle piogge che cadono alla supeficie del suolo si verificarono di preferenza sotto la Ripa Rossa di sinistra, mentre quella di destra cade a picco sulla via rotabile e sembra che voglia schiacciarla con la sua mole imponente. Le acque sotterranee, che hanno scavato e scavato grotte che penetrano in esse e nelle fessure a profondità, più o meno grandi, molto probabilmente sboccano nel mare. Queste grotte formatesi in tempi prossimi e nelle epoche geologiche meritano di essere visitate dai geologi e dai turisti.

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