Sacra Icona di ``Santa Maria della Luce``

Immolazione e amore materno della Madre per il suo bambin Gesù dai gesti infantili ma dallo sguardo che rivela severità e maestà divina

Il quadro di S. Maria della Luce è l’oggetto d’arte più importante della Chiesa. Non trattasi di quei tanto comuni lavori d’arte paesana (talvolta anche di buon effetto) ma d’una veramente pregevole opera d’arte del secolo XVII e, molto probabilmente, della prima metà, perchè conserva, nel suo insieme e nei suoi dettagli, tante caratteristiche dei dipinti di quel tempo.

Il quadro misura nel suo telaio cm 100 per 70. Le figure sono 4: la Vergine, il Divin Figlio e, in alto, in atto di sostenere la corona sulla testa della Madonna, due angeli di squisita fattura. La figura principale è quella della Madre di Dio, assisa su un trono di nubi bianche, che si vedono soltanto nel lato superiore di destra del quadro: sullo sfondo delle nubi bianche s’osservano altri cirri di nubi, con toni più scuri, attenuati da sfumature rosacee, che si rivelano, in gradazioni sempre più evanescenti, sui margini dello stesso lato e nell’angolo superiore di sinistra.
La Vergine ha sulla testa un velo, che scende con pieghe naturali e bellissime, le quali ci fanno conoscere la somma maestria nell’artista anche per il modo che il panno assume, nello scendere dalle spalle, girando sotto il collo e nel poggiarsi naturalmente sulla persona. Essa indossa una duplice veste: di giallo carico antico la sottoveste, e di sfumatissima tinta lilla quella che la ricopre. Il velo, di varie tonalità turchine, è poggiato sul capo, sulla spalla destra ed avvolge poi la persona della Madonna con ampie pieghe.

Bellissimo è il volto della Vergine; e lo sarebbe ancor di più se un malinteso restauro all’orecchio sinistro non l’avesse deturpato. Armonicissimi sono tutti gli altri lineamenti del volto; ma d’una espressione, inesprimibile con parole, è lo sguardo, pensoso: in esso è condensata tutta la dolorosa consapevolezza della Madre di Dio, che conserva nel suo cuore l’immolazione del suo Figliuolo per la redenzione dell’umanità.
Con le sue mani – di squisita fattura e d’una perfezione difficilmente raggiungibile anche da più grandi artisti – la Madonna mostra il Bambino Gesù e insieme lo stringe a sè, come Figlio suo amatissimo. Tutto il quadro vuole esprimere questo contrasto tra l’immolazione e l’amore materno. Il Bambino Gesù siede sul grembo della Madre e, mentre poggia la piccola mano sinistra sul mondo, in forma di globo, sormondato dalla Croce, con la destra rivolta in alto, benedice, senza saperlo, come se faccia con inconsapevolezza un gesto infantile. Tutto rivela severità e maestà divina sul volto, calmo e sereno, del redentore.

La corona dipinta, assai più bella di quella di metallo inargentato sovrapposta, è sostenuta da due angeli che mostrano tutta la loro natura spirituale, librandosi nel cielo. La conoscenza anatomica è perfetta in entrambi attraverso gli abiti, mossi dal vento – con licenza artistica – in senso opposto.

Siamo dunque innanzi ad un dipinto di notevole interesse, davanti ad una vera opera d’arte, di cui purtroppo non conosciamo l’autore. Alcuni l’hanno attribuito a Luca Giordano, celebre pittore napoletano (1632-1705). Secondo una tradizione, il quadro sarebbe appartenuto ai baroni Gambadoro.

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